Amo lestate. Esatto, faccio parte di quella metà del mondo che, se non esistessero i mesi estivi, molto probabilmente lascerebbe tutto per trasferirsi all'equatore pur di non vivere in un inverno perenne. Se devo essere sincera, non odio la neve, né il freddo: andiamo, chi non ama stare al caldo con una bella tazza di cioccolata calda (possibilmente guarnita di panna montata), un libro da leggere e della buona musica di sottofondo mentre fuori dalle finestre infuria una tempesta di neve? Eppure il caldo, le vacanze, il sole, gli acquazzoni estivi, il gelato, le serate con gli amici, le granite, il tempo libero, l'abbronzatura, le mattinate passate a dormire e, ancora una volta, il gelato, sono tutto ciò a cui non potrei mai rinunciare. Al contrario, non mi dispiacerebbe affatto l'idea di poter fare a meno delle lezioni alle otto di mattina, del vento gelido che ci accompagna quando entriamo a scuola ogni santo giorno e dei chili di troppo messi su durante le feste natalizie a causa della nonna, ma questo è un altro discorso.
Il fatto è che tra le tante cose che la bella stagione porta con sé la migliore, dopo (ormai lo avrete capito) il gelato, è sicuramente il fatto di non dover interrompere i propri sogni con un qualche strano suono emesso dalla radiosveglia sul comodino alle sette meno un quarto. Eppure, oggi, tredicesimo giorno del settimo mese dell'anno (e se sapete contare avrete capito che si tratta del tredici di luglio), sono stata letteralmente buttata giù dal letto, interrompendo una mia poco casta fantasia su Harry Styles, dal campanello.
Ma chi cazzo suona a casa della gente alle nove di mattina nel mese di luglio?!
Mi costringo a scendere le scale praticamente con gli occhi chiusi, ragion per cui mi ritrovo ad inciampare due volte con conseguenti imprecazioni degne di uno scaricatore di porto, mentre cerco di mettere in moto il cervello per escogitare il modo di cacciare chiunque mi stia attendendo fuori dal portone chiuso. Ma quando lo apro, senza preoccuparmi del fatto che sono coperta da una sola canottiera di cotone verde acqua e dalle mie mutandine con disegnati sopra degli adorabili fiorellini rosa, mi ritrovo davanti due donne.
-Ciao stellina mia!- grida la più grande delle due, mentre mi abbraccia contro la mia volontà.
Odio il contatto fisico di prima mattina e odio essere chiamata stellina da quella donna che vedo sì e no due volte all'anno.
Fingo un sorriso tirato. -Ciao zia!- tento di imitare la sua voce acuta.
Ed è solo quando mi sposto per farla entrare con sua figlia Meredith al seguito, che mi rendo conto che le due sono circondate da valige.
Mi paralizzo sul posto, perché finalmente il mio cervello ha cominciato a funzionare a dovere, nonostante non abbia ancora toccato nemmeno una goccia di qualcosa che contenga caffeina.
-Che cosa ci fate qui?- indago socchiudendo gli occhi.
Ma mia zia mi ignora iniziando a salire le scale, diretta verso la camera di sua sorella.
Punto quindi gli occhi su mia cugina. Meredith è sempre stata una bella ragazza: occhi verdi, naso cosparso di lentiggini, capelli mossi tenuti poco più lunghi delle spalle, pelle diafana e labbra color ciliegia. Ha un anno in meno di me e siamo sempre andate daccordo: nonostante non ci vedessimo spessissimo, anche da bambine, eravamo sempre state in grado di capirci con un solo sguardo. Sempre. Ma non questa volta. Questa volta devo attendere che Meredith mi risponda a parole per poter comprendere la gravità della situazione, perché diamine se è grave!
-La mamma ha fatto coming out- si stringe nelle spalle -e papà la ha lasciata.-
-Oh- Aggrotto le sopracciglia. Mia zia è lesbica? Comincio ad essere confusa. -E cosa ci fate qui?- ripeto.
Si stringe ancora nelle spalle. -Il tribunale ha lasciato la casa a papà con la scusa che lei lo aveva tradito con Carmela, la messicana che veniva a spolverare, ma lei ha ottenuto la mia custodia perché papà, quando le ha beccate, ha fatto un falò sul loro letto matrimoniale bruciando tutti gli assorbenti che avevamo in casa.-
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Ice cream // Luke Hemmings
Fanfikce-E con questa cosa dovrei farci?- domando con le sopracciglia aggrottate tentando di capire per quale motivo Luke Hemmings, il playboy della scuola che tutte vorrebbero avere almeno per una notte, si sia seduto in un bar accanto a me e mi abbia appe...