6. Street food

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Mancano cinque minuti alle sette e trenta e Luke dovrebbe arrivare a momenti.

Mi guardo nello specchio e non sono affatto convinta di ciò che indosso. Olivia e Cassandra si sono presentate alla mia porta esattamente un'ora fa e hanno deciso che ci avrebbero pensato loro a rendermi impeccabile per l'appuntamento. E non importa quanto io gli abbia ripetuto che non è un appuntamento e che se fosse per me ci andrei volentieri in tuta, perché ora mi ritrovo stretta in un paio di skinny jeans neri, con una camicetta in pizzo del medesimo colore un po' troppo scollata per i miei gusti, le mie adorabili Converse ai piedi e un velo di matita sugli occhi.

-Tu ti rendi conto che Luke Hemmings non è il tipo di ragazzo che chiede alle ragazze di uscire di solito, vero?- mi ripete per la miliardesima volta Cassie.

Sospiro. -Ho capito Cass, ora falla finita.-

-Ma ha ragione- le dà man forte Olivia, che in tutta la mia vita non credo di aver mai visto così eccitata -a scuola si dice che non abbia mai chiesto a nessuna di uscire, eccetto Stephanie, la sua ex.-

In quell'istante suona il campanello e io spalanco gli occhi in panico. Olivia mi prende per le spalle mentre Cassandra mi allunga la borsa.

-Ora tu scendi, gli apri la porta e provi ad essere non detestabile per una sera, pensi di farcela?- mi chiede Liv.

Annuisco preoccupata: ma chi me lo ha fatto fare? Io odio uscire la sera e odio Luke Hemmings. Una combinazione letale.

Poi entrambe mi spingono giù per le scale e fuori dalla porta e, prima che possa fargli notare che quella è casa mia e che dovrebbero essere loro ad andarsene, mi ritrovo a pochi centimetri da un corpo alto e muscoloso.

-Ehi- saluto spostandomi una ciocca di capelli dal viso.

-Pensavo che ci avrei messo molto più tempo ad avvicinarmi così tanto senza rischiare la pelle.- ride indietreggiando di un passo.

Sbuffo ed ignoro il braccio che mi porge, superandolo ed uscendo dal cancello.

-Regola numero uno- inizio ad elencare contando con le dita -non puoi toccarmi: sfiorami e ti ritroverai senza qualche parte del tuo corpo alla quale tieni molto. Due: niente smancerie, non è un appuntamento. Tre: niente battute sulla mia o, peggio, sulla tua esperienza sessuale. E, soprattutto, regola numero quattro: non azzardarti a sbagliare il mio nome un'altra volta o giuro che me ne ritornerò a casa.-

A quelle parole Luke ride, ma non replica nulla.

***

-Allora, Hemmings- richiamo la sua attenzione -dove mi porti?-

Siamo seduti nella sua macchina sicuramente costosa da almeno venti minuti, ma ancora non mi ha voluto dire qual è la nostra destinazione.

-Non sei una che sa aspettare, dico bene?- sorride continuando a guardare la strada.

-E cosa te lo fa pensare?- domando inarcando un sopracciglio.

Il suo sorriso si allarga ancora di più prima di rispondere. -Il fatto che tu mi abbia già posto questa domanda almeno sei volte.-

Mi stringo nelle spalle sbuffando. -Semplicemente vorrei sapere se sei uno stalker psicopatico che tra non molto tenterà di uccidermi nascondendo i resti del mio corpo, oppure se mi stai portando veramente fuori a cena.-

Scuote la testa divertito.

-E sentiamo- insiste -se fossi uno stalker psicopatico, perché dovrei confermare i tuoi sospetti rischiando di farti scappare?-

Questa volta è il mio turno di sorridere. -E chi ti dice che non scapperei comunque anche da una cena con l'egocentrico Lucas Robert Hemmings?-

-Scapperesti?- si volta a guardarmi negli occhi per un istante.

Ice cream // Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora