Undici.

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Cerco di non dare importanza ai due e prendo i miei libri, quindi mi corico sul letto e inizio a studiare.

Le loro voci mi distraggono, facendomi confondere e non facendomi capire ciò che leggo, portandomi a decidere di uscire da questa stanza.

Dopo essermi alzata e aver preso il libro, mi avvicino alla porta nell'intento di aprirla.

"Dove vai?" mi chiede Harry, rendendomi ancora più nervosa.

Mi giro verso lui, guardandolo male. Non so se rispondergli o meno, ma decido di farlo. "Non lo so, ma ho bisogno di uscire da questa stanza per concentrarmi sullo studio."

"Fel, resta qui." Si intromette Emma. "Sto andando a fare la doccia, dopodiché ce ne andremo." Aggiunge, con un tono dolce.

Annuisco, togliendo la mano dalla maniglia, insicura. Non voglio stare qua dentro con solo Harry.

Mi siedo sul bordo del letto, mentre lei esce con i vestiti in mano. Harry guarda in basso e, dal suo sguardo, posso capire che è perso nei pensieri.

Smetto di guardarlo proprio quando lui guarda me, cogliendomi con le mani nel sacco. Aggrotta le sopracciglia, ma decide di non dire niente.

Cerco di tornare a studiare, ma con lo sguardo di Harry addosso non riesco a concentrarmi e, inoltre, la mia mente è ancora torturata.

"Hai finito di guardarmi?" gli chiedo, girandomi verso di lui.

Sgrana gli occhi e sospira, "Scusa, non lo faccio apposta. Non so cosa fare." Ammette.

"Hai un telefono, suppongo. Al giorno d'oggi si possono fare molte cose con il telefono." Gli dico.

Storce le sue sottili labbra da un lato, poi si alza e cammina avanti e indietro, il che mi innervosisce.

Mi sdraio sul letto buttandomi sul fianco destro, emettendo un urlo di disperazione. Mi contorco, girandomi sulla schiena e, passando sul fianco sinistro, finisco a pancia in giù.

"Che hai?" mi chiede, preoccupato. Forse è scioccato dai miei movimenti. Chi non lo sarebbe? "Cosa ti turba?"

Giro la testa di scatto verso di lui a causa della sua domanda. Questo è proprio il mio comportamento quando qualcosa mi turba, ma non lo sa neanche Taylor, probabilmente. Voglio chiedergli qualcosa, ma le parole non cadono dalla mia bocca, che apro diverse volte invano.

"Non provare a chiedere, lo sai anche tu che non ci riesci. Non pensarci troppo, okay? Dimmelo, cosa ti turba?" mi chiede, di nuovo.

Non può dirmi di non pensarci troppo, è la cosa a cui penso e penserò principalmente nel corso dei giorni. La mia bocca è spalancata, sono senza parole.

Come fa a non capire che tutto ciò che mi turba è questo suo comportamento?

"Tu..." inizio a dire, ma non riesco a continuare.

"Io, cosa?" perché adesso sembra più serio e più cattivo? "Sono io il problema?" sbuffa una risata.

Anche se non era ciò che intendevo dire, si è dato la risposta. Probabilmente sa che non volevo dire questo, ma ha deciso di interpretarlo a modo suo. Probabilmente sa anche che è lui il problema, ma vuole sentirmelo dire. Perché, poi? Per farmi sentire un'idiota?

Annuisco, mentre delle lacrime si accumulano negli occhi, minacciando di scendere.

Vedendole, si siede sul letto vicino a me e chiude gli occhi. "Lasciale scendere."

Lo prendo come un ordine, in quanto i miei occhi obbediscono, versando le lacrime sulle mie guance. Si sposta un po' più verso me e mi massaggia le spalle, muovendo le mani nello stesso modo in cui lo faceva mia mamma quando ero stressata. Riusciva sempre a farmi rilassare.

Mi mancano quei momenti in cui stavo molto tempo con lei, con la mia famiglia. Mi manca lei.

Nonostante Harry provi a calmare i miei nervi, non ci riesce. I movimenti sono corretti, infatti sto per calmarmi, ma perdo la battaglia. È un susseguirsi di perdite, fino al punto di far diventare inutile lo sforzo. La guerra è proprio con colui che sta cercando di domarla attraverso le sue mani, ecco perché non si ferma.

Emma torna nella stanza, ben vestita e profumata, sorprendendoci in flagrante.

End Up Again - DIANA || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora