Dodici.

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Mi siedo di nuovo sul bordo accanto ad Harry, imbarazzata. Emma ci guarda grattandosi la testa.

“Non… non è come pensi, Em, davvero. Non c’è niente.” Inizio a dirle.

“È vero, ma è colpa mia. Stava male e ho pensato che dei massaggi avrebbero potuto calmarla un po’.” Aggiunge Harry.

Entrambi la guardiamo con un’espressione colpevole e dispiaciuta.

“Va bene, ragazzi, va bene. Non è niente.” Sorride.

Mi sento un po’ più leggera e sollevata, mentre mi alzo. Mi asciugo le lacrime e verso dell’acqua in un bicchiere.

“Fel, se hai bisogno di parlare… io ci sono, okay?” mi chiede, cercando di aiutarmi. Annuisco.

“Emma, lei non parla con nessuno da anni, ormai. È inutile che provi di aiutarla.” Dice Harry.

Lo guardo, ancora una volta scioccata. Questa giornata è scioccante. Ne è passata solo metà, ma sono già stanca. Mi sento sfinita, mentre mi appoggio al muro e scivolo contro di esso, coprendomi le orecchie con le mani.

“E tu come lo sai?” chiede Emma.

È quello che avrei dovuto chiedergli io da un po’, ormai, ma io non avevo la forza di mettere in ordine i pensieri. Ma voglio davvero saperlo?

“Lo so e basta. Adesso andiamo.” Risponde.

La sua postura è retta e rigida, con i pugni stesi lungo i fianchi. Cos’è successo? Non mi sembra di aver fatto qualcosa di così eccessivamente sbagliato da trasmettergli questo umore.

Mentre stanno per andarsene, prendo un po’ di forza per dire: “Dillo.”

Si fermano entrambi, ma il riccio inizia a camminare subito dopo.

“Per favore, Harry.” Lo supplico, facendolo girare.

È ancora rigido, ma nei suoi occhi c’è qualcosa di rotto. Sembra si stia per addolcire, ma scuote la testa e si gira di nuovo, prendendo la ragazza accanto a lui per il braccio e trascinandola fuori a passo svelto.

Dopo che la porta viene sbattuta dalla forza di quel ragazzo, il vuoto inonda il mio corpo. Non so cosa fare, oltre che stare seduta a terra a contemplare. Non ho intenzione di chiamare Taylor, non me la sento proprio di parlargliene ora. Anzi, non mi va di parlargliene proprio. Non ho neanche la minima intenzione di prendere quel libro, tanto so che la mia mente è assente e non riuscirà a comprendere una singola parola.

Sento una vibrazione provenire dalla scrivania, è il mio telefono. Sarà sicuramente la mia migliore amica e non sono nelle condizioni di poter rispondere al telefono. Non lo sono per nessuna persona sia.

Non è successo nulla di così doloroso, ma le conoscenze di Harry sul mio conto mi sconcertano e mi sconvolgono.

Scoppio in una nuova serie di lacrime, ancora e ancora, ripetutamente.

Continuo a ripetermi che non c’è motivo di piangere e di stare così male, ma non riesco a fermare i miei occhi dal bagnare le mie guance. Non riesco a combattere.

Infine, i miei occhi pesanti si chiudono, non facendomi vedere più nulla. Il sonno mi trascina con sé, insieme alla mia stanchezza morale.

*****

Saalve c:

Vedo che ci sono delle personcine che danno delle letture ai miei capitoli, ma mi chiedo... perché leggere e non commentare? Mi farebbe davvero piacere sapere cosa pensate della storia, più di quanto si immagini. Significherebbe molto per l'autostima in questo campo, come per tutti/e gli/le altri/e scrittori/trici, se io posso definirmi tale.

Mi piacerebbe anche ricevere commenti negativi, per vedere se c'è qualcosa che non va bene, se ci sono errori e migliorarli.

Per quanto non importi il mio parere sulla storia, essendone l'autrice, posso dire che è interessante anche per me, che di giorno in giorno spuntano nella mia testa piccole idee da rendere (spero) grandi cose.

Cosa succederebbe, se vi dicessi che continuo la storia dopo due commenti a questo capitolo?

Aspetterò voi.

Baci.

End Up Again - DIANA || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora