Trentadue.

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Siamo nello stesso parco di sempre, quello dove stavamo da piccoli e quello dove sono venuta in questi giorni.

"Ricordi questo posto, Diana?" chiede, sorridendo, ma non guardandomi.

"Sì, in realtà ci sono venuta qualche giorno fa," gli rivelo.

"Oh, davvero?" è stupito.

"Sì, e ho incontrato una ragazza." Stringo gli occhi, cercando di ricordare il suo nome. "Hailey."

"Hailey? Oh. Era la tua migliore amica." Abbassa la testa e guarda in basso, verso un punto indefinito.

"Non lo sapevo. Beh, mi ha detto che andavamo a danza insieme e mia mamma mi ha detto che qualche volta è venuta a mangiare a casa nostra."

Mi guarda, ma distoglie subito lo sguardo. Dopo un po', si gira completamente verso di me e poggia le sue mani un po' più sotto delle mie spalle, guardandomi intensamente negli occhi.

"Puoi rispondere alla mia domanda? Perché vuoi ricostruire il passato?"

Lo guardo anche io e, dopo aver preso un lungo sospiro, rispondo, "Perché voglio tornare ad essere Diana."

Sorride, sorride di un sorriso meraviglioso, un sorriso che fa spuntare due fossette nelle guance. Amo questo sorriso alla follia. Ne rimango incantata.

"Torna sul pianeta Terra, Diana. So che sono stupendo, ma... trattieniti," ghigna, e un cipiglio spunta sul mio viso, ma viene subito sostituito da un sorriso.

"Le tue parole... mi hanno aiutata." Alza un sopracciglio, in attesa di sapere di più. "Mi hai dato la spinta per tornare ad essere quella felice di un tempo, quella affettuosa e capace di stare in mezzo alle persone. Devo dire che, in realtà, lo sto facendo anche per te."

Allarga ancora di più il suo sorriso. "Per me?" Annuisco. "Che tenera," mi prende in giro, come feci io il giorno dell'ultima festa a cui partecipai. Sbuffo. "Dai, sto scherzando, scema. Bene, ho già fame, andiamo a mangiare."

Mentre ci sediamo ad un tavolo di un ristorante, combatto contro l'intenzione di dirgli di Jake, quando, finalmente, mi prendo di coraggio.

"Uhm... Harry?" richiamo la sua attenzione e, quando mi rivolge uno sguardo di ascolto, continuo, "Perché non mi hai detto di Jake?"

"Cosa non ti ho detto di Jake? Cosa c'è da sapere di quel coglione?" si agita.

"L'hai picchiato."

"Ed è un male? È quello che meritava. In realtà, merita di peggio per averti ridotta così," ringhia.

"Scusa," dico, abbassando lo sguardo.

"Scusa per cosa, farfallina?"

I miei occhi scattano nei suoi dopo aver sentito quel soprannome.

"Per averti fatto incazzare. E questo cos'è?"

"Questo cosa? Oddio." Si copre la bocca con la mano. "Uhm, ti chiamavo sempre così. E comunque, non mi hai fatto incazzare, tranquilla." Sorride. Entro oggi morirò.

"Oh, carino. Che mi dici di Emma?" Che sto facendo?

"Cosa? Cosa vuoi sapere di Emma?" Sembra sorpreso.

"Beh... niente. È un'altra delle tante, vero?" chiedo, andandomi a mettere ancora più nei guai, suppongo.

"Cosa? Come cazzo fai a sapere- Oddio." Sento che si sta infuriando, stavolta più di poco fa. È un tasto dolente?

"Mi... mi dispiace, scusa ancora."

Lo osservo mentre butta fuori un respiro e si appoggia allo schienale della sedia, con fare seccato e stanco. Porta le mani sul viso, strofinandosi gli occhi, e poi le porta sui capelli, tirandoli indietro. È attraente anche in queste condizioni di... disperazione? Forse è troppo esagerato, ma è qualcosa che si avvicina a quello.

Arriva un cameriere, che mi porta delusione: di solito sono tutti belli, mentre quest'ultimo è bruttino ed è pieno di brufoli. Sarà che ho Harry di fronte a me, e nessuno potrebbe superarlo.

Lui mi guarda per qualche secondo, prima che Harry gli dica qualcosa per farlo risvegliare e fargli prendere gli ordini.

"Un menu doppio di hamburger e patatine più coca-cola," ordina, dando così il congedo al cameriere che se ne va subito dopo. Solo dopo un po' mi rendo conto che Harry lo stava fulminando con lo sguardo.

Guarda di lato, prima di tornare a guardare me a lungo, prima di parlare, "Sei più bella di allora. Non che non lo fossi, eri bellissima, Dio, però sei molto più bella."

Sono sorpresa. "Penso lo stesso anch'io di te." Sorrido maliziosamente.

"Come fai a pensarlo?" ghigna.

"Ho visto le foto nella tua stanza."

Sgrana gli occhi. "Cosa? Sei stata nella mia stanza?"

Annuisco semplicemente.

"È stata mia mamma a dirti tutto?" chiede.

"Sì..." dico, titubante.

"Beh, sì, Emma è una delle tante, ma lei non lo ha ancora capito. Non me n'è mai fottuto un cazzo di nessuna ragazza con cui sono stato dai miei quindici anni di vita a questa parte. Nessuna era come quella che amavo, amo; nessuna può superarla. Continua a chiamarmi e mandarmi messaggi, è una tortura. In genere nessuna si comporta così, dopo esserci dati piacere l'un l'altra, è finita lì."

Deglutisco a vuoto. "Grazie, ma non mi interessavano i dettagli."

Ride. "Scopare è quello che ti sarebbe servito in questi anni," ghigna.

"Harry!" lo richiamo, facendolo scoppiare in una risata.

"Magari recupereremo presto, piccola."

Spalanco la bocca, scioccata, e lui si morde il labbro inferiore, per evitare di continuare a ridere, anche se qualcosa mi dice che c'è dell'altro oltre a questo.

"Sono serio, però," continua.

"Scordatelo, stronzo. Inoltre, tu stesso non hai voluto scoparmi qualche notte fa," sputo.

"È vero, ma avevo ragione, credimi. È la seconda volta che mi chiami stronzo, comunque."

"Chi se ne frega," dico con disprezzo per ciò che ha detto prima, proprio quando il cameriere torna con le nostre ordinazioni. Prima di andarsene, mi rivolge un breve sguardo.

"Non tornare a Felicity, non ti si addice proprio," dice, con tono di sfida.

"Solo perché mi conosci come una Diana santarellina. Magari è vero che mi serve scopare, quindi proverò con Jared, al mio ritorno." Faccio un sorriso malizioso.

Il suo sguardo si fa più duro, mentre i suoi occhi diventano scuri per la rabbia. So di aver colpito il suo punto debole.

"No, non lo farai," ringhia.

"Oh, e chi sei tu per impedirmelo?" piego la testa da un lato mentre lo guardo. "Non mi dirai sicuramente cosa fare, papino."

"Hai finito con questo cazzo di papino?" sbotta.

"Ehi, calma. Chi ti conosce," lo provoco, prima di dare un morso al mio hamburger.

"Diana," dice con tono duro, fissandomi negli occhi. Chiamandomi in quel modo, sembra che mi voglia dire che mi conosce da molti anni, e che mi conosce meglio di chiunque altro. Ed è vero.

*****

Harry... s g a m a t o.

Diana provocatoria.

Si vede che non ho niente da dire?

Quindi...

Baci,

powerfulinpeace. xx

End Up Again - DIANA || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora