And you are the reason I came back to Avonlea [Shirbert]

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Ci sono momenti, nella vita di ognuno di noi, in cui il mondo sembra crollarci addosso. Ci guardiamo allo specchio, vedendo solo i nostri difetti, vedendo solo tutte quelle imperfezioni che ci fanno sentire insicuri, non all'altezza, impotenti.

La bellezza è potere, ecco cosa la madre si Josie Pye usava ripeterle ogni sera facendole i boccoli...ma nel caso di Anna Shirley Cuthbert, la bellezza era solo una grande illusione, una storia creata dalla sua immaginazione, un qualcosa di irraggiungibile...

E guardandosi allo specchio, vedendo quegli orribili capelli verdi, anche l'ultimo briciolo di speranza di poter davvero cambiare svanì. Davanti a lei vedeva solo un mostro, un'orrenda ragazza che per la prima volta era orrenda anche senza capelli rossi.

E quello fu il momento peggiore della sua vita: non erano i capelli, dunque, il problema....era lei, era semplicemente lei.

I suoi occhi erano totalmente colmi di lacrime mentre Marilla, con lo sguardo triste di una madre che cercava di rimediare agli errori di una figlia, prendeva dal cassetto le forbici.

Davanti a quel riflesso Anna strinse con tutte le sue forze un lembo della sua sottoveste stracciata e vecchia, farneticando su come nessuno, dopo quel momento, avrebbe mai potuto baciarla o innamorarsi di lei...

Tenne gli occhi chiusi per tutto il tempo, pensando già agli insulti e alle prese in giro che  dall'indomani, a scuola, avrebbe dovuto subire. Pensó alle angherie di Josie Pye, che con i suoi bellissimi capelli biondi la avrebbe mortificata davanti a tutti; a Billy Andrews, che probabilmente avrebbe iniziato a fare versi strani come al solito soltanto vedendola da lontano.

Ma la situazione precipitó quando Marilla, dopo un lieve "Ecco qui" si allontanó da lei.

I grandi occhi blu di Anna si posarono sullo specchio, e ció che vide le spezzó il cuore. I suoi capelli erano ormai cortissimi, proprio come quelli di un ragazzo. Non aveva più le sue trecce, solo una spelacchiata chioma arancione che tutti avrebbero giudicato indecorosa.

In un attimo si sentì persa...e fece ciò che avrebbe fatto chiunque davanti a un mostro: corse via senza pensarci due volte.

"Anna!" Gridó Marilla "Anna, santo cielo torna qui!" Continuó preoccupata. Il freddo di novembre infuriava al di fuori di Green Gables e quella stramba ragazzina dai capelli rossi era corsa via con solo una sottoveste sgualcita addosso, rischiando di prendere una polmonite.

Ma Anna non la ascoltò, continuó a correre piangendo nella speranza di essere rapita all'improvviso da qualche fata che le avrebbe ridato la sua chioma rossa. Si...pur di riaverla avrebbe sopportato persino il colore.

In quel periodo, nella vecchia Avonlea, erano accadute molte cose: quei due furfanti di Nathaniel e del Signor Dunlop erano riusciti a farla franca, e il primo era scappato con i soldi; si era venuto a scoprire, di conseguenza, che non vi era oro in quella terra...ma questo Anna non era arrivata a scriverlo a Gilbert Blythe, che in quel momento si trovava su una nave a vapore a Trinidad.

O almeno così pensava...

La verità era che il ragazzo, insieme al suo ormai socio in affari Sebastian, era appena tornato. Non lo avrebbe mai ammesso a se stesso, ma ne era talmente felice da non riuscire a evitare di canticchiare mentre camminava, pensando che l'indomani avrebbe rivisto a scuola tutti i suoi amici e che, soprattutto, avrebbe rivisto lei.

Immagina...||GILBERT BLYTHE||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora