|10| Steve

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"Rapporto della missione" disse Alexander Pierce, un altro infiltrato dell'HYDRA nello SHIELD. "Chi era l'uomo sul ponte?" chiesi all'uomo che mi ritrovavo davanti "Rapporto della missione" chiese senza rispondere alla mia domanda "Chi era il tizio sul ponte?" chiese il ragazzo al mio fianco all'uomo. Si guadagnò uno schiaffo e si voltò verso di me "Rapporto della missione" non risposi alla sua domanda "Lui ci conosceva, e io penso di conoscerlo" dissi a voce bassa guadagnandomi anche io uno schiaffo. "Fate l'elettroshock a lui e lei riportatela a New York. Non deve ricordare nulla della missione o ci saranno dei problemi per tutti noi" disse uscendo dalla stanza. Mi trascinarono via dalla stanza, mi voltai verso il soldato e mi guardava anche lui prima di ficcargli il paradenti in bocca dando inizio all'elettroshock. Il suo busto si alzava e si abbassava ritmicamente facendolo urlare dal dolore e nessuno in quella stanza avrebbe mai potuto capire quella sensazione.

Mi portarono in un altra stanza sempre con la stessa macchina e fecero le stesse procedure che avevano fatto al ragazzo. Urlai per il dolore, le urla di entrambi attraversavano quel muro che ci divideva, faceva male sapere che c'era al mondo qualcun altro che capiva il mio dolore. Cercai di tenere tutto in mente ma l'unica cosa che si faceva spazio nella mia vita era il volto del ragazzo e ciò che successe in quel vicolo. Chiusi gli occhi, non so bene quando o come ma non mi trovavo più lì.

"Oh mio Dio! Lyn!" aprii gli occhi guardandomi intorno, la stanza bianca mi riportò alla mente un ricordo sbiadito, forse di quando ero piccola. Sbattei le palpebre e la figura della mia amica entrò nel mio campo visivo a cui sorrisi immediatamente "Hey..." la mia voce risultava flebile e quasi mi bruciava la gola solo a respirare. "Mi hai fatta preoccupare! Sei sparita per tutta la giornata e vengo a sapere che hai fatto un incidente con un autobus a Cleveland. Che poi che ci facevi a Cleveland?" troppe informazioni per il momento, sbattei gli occhi e abbassai la testa sul cuscino respirando profondamente "June piano, ti prego" annaspai per il fiato corto che avevo e il bruciore alla gola non aiutava la situazione. "Stasera ti dimettono, non hai nulla di cui preoccuparti. Non hai nulla di rotto" annuii e involontariamente chiusi gli occhi abbandonandomi al sonno.

Mi risvegliai di scatto, un altro incubo. Aprii gli occhi e notai una figura seduta davanti a me era il ragazzo della foto. "Chi-che ci fai qui?" chiesi con un filo di voce. Il ragazzo prese la mia mano e la strinse "Sono Steve, non so se ricordi-" lo bloccai con un mio sussurro "Sei il ragazzo che mi ha aiutato quando al museo ho avuto quel capogiro e-e sei il ragazzo della foto con Evelyn..." il fiato mi si bloccò in gola, continuavo a parlare nonostante non potessi farlo. "So che sei Capitan America..." dissi dopo poco. Lui mi sorrise e annuì.

A dream or a destiny?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora