|39| A-518 e A-111

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Uscimmo entrambi dal suo studio pronti per scappare. Ci dirigemmo nel salone quasi del tutto distrutto "Достаточно" urlai facendo fermare i soldati e Nat e Bucky si fermarono attirati dalla mia voce. "Evelyn" sussurrò Bucky "Chi è Evelyn?" dissi ghignando, spostai lo sguardo su A-111 e sorrisi, quando diventavamo i soldati nessuno poteva fermarci, soprattutto se eravamo insieme. Steve avanzò seguito da Tony pronto per stendere altri soldati che proteggevano me e A-111. Così ci buttammo nella mischia anche noi. Bucky mi colpì ma bloccai il suo pugno con il mio braccio sinistro, mi guardava stupito. "Non pensavo ne fossi capace, vero?" lo istigai spingendolo lontano da me "A-518!" mi richiamò la voce del mio compagno, gli andai in soccorso e colpii Natasha che lo bloccava "A-111 insieme ok?" dissi al ragazzo che si avvicinò ad un tavolo estraendo da sotto di esso una pistola che mi lanciò, i miei coltelli ad anello erano nella cinta sulla mia coscia, ne presi uno e lo lanciai a Wanda che combatteva con dei soldati, la colpii distraendola così che A-111 potesse spararle, cosa che fece. Bucky mi osservava e l'unica cosa che potei fare in quel momento era colpirlo, non con le armi. Mi avvicinai a lui e incominciai a tirargli dei pugni, lui non reagiva non so per quale strano motivo. Venni fermata da delle braccia che riconobbi essere blu, "A-111!" urlai chiamando il mio amico che riuscì a prendere come ostaggio Natasha puntandole una pistola alla tempia, Steve mi lasciò così riuscii a tagliarlo con uno dei miei coltelli. "Se vi avvicinate di nuovo a me e alla mia amica, non ne uscirete vivi. Поехали A-518!" colpì Natasha alla gamba corsi verso di lui e rompemmo una finestra atterrando sul tetto di un altro grattacielo "Hai preso il libro?" chiesi al ragazzo al mio fianco che mi mostrò ciò che gli avevo appena chiesto.

21 Marzo 2017, Londra

"Aleksei, pronto?" lui annuì, eravamo da poco arrivati a Londra dopo l'attacco a Mannheim. Sapevo che sarei dovuta tornare ad essere il soldato ma speravo di non far del male ai miei amici, ma così non era andata. Ero tornata in me stessa dopo una scarica elettrica degna di un soldato dell'Hydra, e adesso stavo facendo passare lo stesso dolore al mio amico. "Stai bene? Aleksei rispondimi" mi inginocchiai accarezzando il volto del mio amico che speravo stesse bene "Si, sto bene Evelyn. Tranquilla" disse sussurrando, lo aiutai ad alzarsi "Come hai scoperto questa base?" chiesi aiutandolo a salire le scale per arrivare in una delle camere dei capi "Mio padre aveva una lista con le coordinate di ogni base, ho eliminato quelle distrutte dai tuoi amici e ne sono rimaste ancora poche. Mi dispiace che tu debba aver combattuto contro di loro" disse guardandomi negli occhi e accarezzandomi le guance con i pollici le guance. Si avvicinò e mi baciò, lo spinsi via "Aleksei..." sussurrai scusandomi con lo sguardo "È il soldato con il braccio in vibranio, vero?" chiese cercando il mio sguardo e lì annuii, non potevo mentirgli, non ad Aleksei "Scusami, l'avrei dovuto capire. Insomma quando ho sputato in faccia la realtà del nostro rapporto si è irrigidito parecchio." mi sedetti al suo fianco a appoggiai la testa sulla sua spalla "Stai bene con lui? Ti tratta bene?" chiese e mossi la testa sulla sua spalla annuendo "Come vi siete conosciuti?" alzai lo sguardo su di lui, intrecciò la mano nella mia e mi sorrise "Ci siamo conosciuti qualche anno prima che io partissi per Mannheim, era il migliore amico di Steve e ci incontrammo in un parco a Brooklin, io leggevo su una panchina un libro di cui neanche ricordo il nome" risi alla mia affermazione e lo vidi sorridere "Steve mi venne incontro e ci presentò, era dolce al tempo. Non volevo conoscerlo, era un donnaiolo così al suo "puoi chiamarmi Bucky" lo chiamai con il suo nome, James. Avevo 17 anni quando mio padre mi imbarcò su quel treno. Mi ha tolto la possibilità di crescere come una ragazza normale facendomi diventare un esperimento" mi fermai, il dolore era troppo forte.

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