|15| Avengers

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"Vado a dormire, non fate niente di stupido. Ok?" annuirono June e Steve. "Dormi qui Steve?" chiesi al ragazzo che annuì facendomi sorridere. "Buonanotte" dissi ai due rifugiandosi nella mia camera. Provai ad addormentarmi, ma le parole di June rimbombavano nella mia testa senza lasciarmi tranquilla.

Mi voltai nel letto, la sveglia al mio fianco segnava le 3:30, chiusi gli occhi e altri flashback tornarono nella mia mente. Mi contorcevo dal dolore ricordando l'elettroshock che mi avevano fatto pochi giorni prima, le mie urla mischiate alle sue, quelle di James. Non siamo mai veramente diventati amici ma Steve ha sempre provato a farci avvicinare, poi sono diventata parte dell'esperimento, non l'ho mai conosciuto sul serio. Ho contribuito ad uccidere un sacco di gente, non ne ero consapevole, ma ho la coscienza sporca e i ricordi che affollano la mia mente sono così tanti che non riesco a chiudere occhio. La porta si aprì mostrando davanti a me Steve "Devi venire con me." spalancai gli occhi "Sanno che sei tu. Ti cercheranno, la tua amica non è al sicuro con te e lo sai anche tu." annuii prendendo un borsone e prendendo il minimo indispensabile e la mia scatola dei ricordi. Scendemmo nel salone e la trovai lì ad aspettarmi "Sto tornando a Brooklyn, terrò il mio culo lontano da qui, se faccio sogni strani cerco di avvisarti. Ok?" annuii e la abbracciai "Mi mancherai June" le sussurrai salutandola nella notte io scappavo e quel momento mi ricordò tanto quando partii per Mannheim con Charles, mio padre.

"Dove siamo Steve?" chiesi al mio amico appena scesa dalla sua auto, mi indicò un edificio bianco con una grande "A" rappresentata su di esso, alzai lo sguardo e sgranai gli occhi "No. Io lì non ci salgo, sarebbe come entrare nella tana del nemico. Io lì non entro Steve, sarebbe meglio riportarmi tu sai dove" dissi cercando di far cambiare idea al mio amico ma nulla riusciva a scalfire la sua sicurezza da uomo di quasi 100 anni. "Seguimi." sbuffai seguendolo portandomi dietro il borsone. "Steve chi è la tua amichetta?" chiese un uomo sulla trentina "Tony" disse il biondo centenario "Che c'è? Stavo scherzando vecchietto" lo guardai e scoppiai a ridere "Tu mi stai già simpatico" dissi sorridendo guardandolo. "Sono Evelyn comunque, un'amica del capitano" porsi la mano all'uomo che la strinse, entrammo e ci ritrovammo in un salone con delle persone lì "Ragazzi Steve ha portato un'amica, lei è Evelyn" disse attirando l'attenzione su di me "Tu?!" disse una ragazza rossa guardandomi "Nat tranquilla. Lei è-" non terminò che la ragazza gli parlò da sopra "Era con loro Steve! Ci ha attaccati a Cleveland" spalancai gli occhi non aspettandomi nulla del genere "Nat calma. Falla spiegare" lei annuì e insieme al resto dei presenti mi ascoltarono

"Mi chiamo Evelyn Aradia Haussmannin. Sono nata il 13 Giugno 1918" Tony e la rossa spalancarono gli occhi "Io e Steve siamo cresciuti insieme, ma nel 1935 tutti mi ritennero morta grazie a mio padre. Lui lavorava per l'Hydra. Mi ha venduta come loro cavia da laboratorio per anni. Mi hanno iniettato il siero del super soldato e tutte le varie sperimentazioni avvenute prima di quello che ha trasformato Steve. Per anni mi hanno torturato, e per periodi alterni mi tiravano fuori dalla criostasi per delle missioni." mi voltai verso Steve che mi fece cenno con la testa di continuare "Pensavo di chiamarmi Evelyn Stuart fino a qualche giorno fa, l'Hydra risvegliava il sicario che ho dentro quando le pareva. A Cleveland io e quel ragazzo eravamo inconsapevoli di ciò che facevamo. Mi dispiace se ti ho fatto del male o sparato ma non ero in me" terminai rivolta alla rossa che mi guardava stupita.

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