|18| You're so weak.

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14 Settembre 2014, New York

"Spiegami di nuovo il sogno" chiese Tony per l'ennesima volta "Tony è la quarta volta che te lo spiega" prese parola Nat al mio posto "Il soldato che ha attaccato Steve, Nat e Sam a Cleveland mi ha riportato alla base anni fa dopo che ero riuscita a scappare e durante l'elettroshock ho urlato il suo nome, il suo vero nome ed era come se si fosse risvegliato. L'ho fatto di nuovo e il suo sguardo era diverso sembrava preoccupato mentre il mio era completamente cambiato. Poi mi hanno rimesso sotto criostasi. Non ricordo altro" era la quarta volta che raccontavo il mio sogno a Tony perché troppo impegnato a fare altro. "Affrontiamo una conversazione seria ora. Potresti tornare ad essere come lui?" chiese Tony "Tony!" Nat intervenì come per rimproverarlo "Nat tranquilla, come ho già detto Tony servono delle parole per risvegliare ciò che ho dentro e solo l'Hydra sa quali sono e non sono parole semplici, hanno un significato per il soldato e cosa molto importante sono parole in russo" dissi tirandomi le maniche di una maglia che probabilmente andava a Steve. "Sono scritte in un quaderno che ha il capo diciamo. Nessun altro sa dov'è quel quaderno" dissi pensandoci su cercando di spiegare ciò che ricordavo. Li vidi annuire e una fitta alla testa mi fece portare le mani su di essa facendomi appoggiare alla prima cosa che mi era capitata davanti "Tutto ok?" annuii, sentivo gli occhi pesanti e la testa girare poi vidi solo il buio.

La stanza buia in cui mi trovavo era stata illuminata dall'apertura della porta. "Evelyn Aradia Haussmannin" disse l'uomo che non riuscivo a vedere per bene "Nessuno mi chiama più così da tempo, chi siete?" dissi sorridendo a malapena. Non ero messa nelle migliori condizioni, l'elettroshock più forte della mia vita e l'essere usata come sacco da boxe non era il massimo a cui aspiravo. "James..." sollevai la testa verso l'uomo e vidi il suo braccio sinistro riflettere la luce, si stava avvicinando sempre di più "Evelyn sei tu vero?" disse il ragazzo davanti a me e quasi mi misi a piangere davanti a lui "A-518 sei un disastro." la figura davanti a me si era tramutata in quella di Mikhailov. "Sei così debole che immagini il tuo salvatore, patetico" il suo forte accento russo rimbombava nella stanza "Nikolai vai a farti fottere" dissi a denti stretti all'uomo davanti a me che mi prese il volto in una mano e con la forza lo alzò verso di lui "Portami rispetto ragazzina, se non ci fossi stato io saresti già morta da tempo" sussurrò con tono duro. "Non deve avere la forza di parlare"

Aprii gli occhi trovandomi i visi degli avengers davanti "Tutto ok?" annuii "Ho avuto un flashback, niente di particolare" dissi sminuendo la cosa, non volevo far preoccupare nessuno di loro "Vieni ti accompagno in camera tua" mi porse la mano Nat che presi non riuscendo ancora a restare in piedi. Appena entrate mi sedetti sul letto con la schiena contro la spalliera, lei era davanti a me che mi osservava "Ero in una stanza buia Nat, e mi avevano usata da sacco da boxe e fatto tante volte l'elettroshock. La porta di quella stanza si era aperta mostrandomi la figura di James e sorrisi pensando che fosse sfuggito al comando dei superiori. Non era così, avevo immaginato la sua figura davanti a me, invece avevo davanti Nikolai Mikhailov. Il bastardo che pensavo mi avrebbe salvata da Zola, invece mi ha torturata sino a diventare un burattino che non sono mai diventata" le spiegai la "visione" sperando che potesse aiutarmi a capire "Ero difettosa e le varie sperimentazioni del siero che ha trasformato Steve mi hanno reso diversa dal soldato. Dopo l'elettroshock non ricordavo nulla della mia vita, ma poi con il tempo riuscivo a ricordare e altre torture lasciavano cicatrici sul mio corpo. Natasha, se tornerò ad essere quel mostro sparami e cerca di farmi tornare in me e se non riesci fammi fuori. Per James penso che l'unica sua salvezza sia Steve" implorai infine la ragazza sperando che un giorno l'avrebbe fatto sul serio.

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