|35| I don't know Nat

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1 Gennaio 2017, New York

"Sono giorni che sta così? Che le prende?" una voce femminile entrò nel mio campo uditivo, Natasha. "Non lo so Nat" rispose una voce maschile, Tony. "Ci sarà qualcosa che l'ha portata in questo stato. Ci deve essere" un'altra voce molto preoccupata sempre maschile, Steve "Prima di svenire ha detto a Bucky di sentire ancora le sensazioni del suo ricordo" parlò di nuovo Steve "Non sappiamo cosa le sia successo Steve. Non sappiamo cosa si sia ricordata, non sappiamo nulla" urlò stavolta Tony "Andiamo a fare delle ricerche e non torniamo qui se non scopriamo qualcosa, chiaro?" la voce di Nat non ammetteva repliche, strano come quella donna riuscisse a tenere tutti a bada, la ammiravo. Sentii le porte aprirsi e poi tornai nel mio subconscio.

22 Settembre 1943, Base sconosciuta

"Aleksei, Evelyn bentornati" ci accolse il famoso Nikolai Mikhailov, che come un buon padre farebbe sottopose suo figlio a esperimenti. Era quello che ci accumunava, l'odio per coloro che ci avevano venduto a dei pazzi. "Rapporto della missione" la guerra incombeva ancora sull'America, era il 1943 e noi due insieme ad altri soldati, dovevamo eliminare più soldati americani possibili. Aleksei fece rapporto delle vittime nemiche, subito dopo le torture cominciarono. La forti scariche elettriche ricevute da quella macchina mi fecero urlare, ogni volta più potenti. "Aleksei è il tuo turno" mi slegarono dalla macchina facendo sedere il mio amico le cui urla rimbombarono proprio come le mie, in queste quattro mura.

12 Marzo 1944, Base sconosciuta

"Aleksei dove andiamo?" sussurrai al ragazzo che mi stava trascinando per i corridoi della base "Dai muoviti soldato" disse sorridendo aprendo una porta portandomi all'aria aperta, l'aria fredda in faccia non era la cosa migliore del mondo ma potevo sopportare il freddo "Guarda lì" indicò il sole che stava tramontando "Un giorno lo guarderemo lontano da questo posto e tutto ciò ci sembrerà solo un ricordo sbiadito nel tempo" sussurrò nel mio orecchio. Mi voltai verso di lui e mi baciò. Le sue mani stringevano i miei fianchi e le mie mani fra i suoi capelli. In tutto questo però, sentivo che qualcosa non andasse, mancava qualcuno di cui non ricordavo nulla, e se non fosse la scelta giusta sperare in un luogo migliore con Aleksei? Se questa sensazione di mancanza fosse la famiglia che non ho più? Se fosse la persona che amavo prima di diventare così? Chi risponderà alle mie domande? Chi ascolterà mai le parole di uno stupido esperimento? Nessuno.

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