|34| Memories

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22 Novembre 1947, Cleveland

"Aleksei alza il culo e combatti" lo istigai a combattere, suo padre ci guardava "L'hai voluto tu piccola" rispose avvicinandosi a me. Presi un coltellino dalla cintura e incominciai a cercare di colpirlo. Schivava ogni colpo poi me lo prese dalle mani e lo lanciò contro il muro mi arrampicai sulle sue spalle e gli bloccai le mani con le gambe quando lui perse l'equilibrio  liberandosi dalla mia presa. "Sei stata brava piccola devo ammetterlo" ci voltammo verso suo padre che annuì al figlio. Al suo fianco una donna di mezza età ci osservava forse impaurita o distratta. "Vado a farmi una doccia vieni con me?" chiese lui ghignando, scossi la testa le sue avance erano così frequenti che mi ci ero abituata.

23 Dicembre 1947, Cleveland

La scariche attraversarono il mio corpo, urlai come non avevo mai fatto. Avevano aumentato il voltaggio e questo faceva male, tanto male. Delle braccia mi presero di peso, non riuscivo a tenermi in piedi, il mio corpo era esausto. Mi portarono nella capsula, osservai il ragazzo davanti a me "Aleksei?" sussurrai prima che potessi fare o dire altro chiuse la capsula lasciandomi lì.

23 Dicembre 2016, New York

"Come sta?" delle voci entrarono nel mio campo uditivo facendomi aprire di poco gli occhi "Tony cosa le è successo? È svenuta tra le mie braccia" James era preoccupato, "Uscite tutti" esclamò dopo poco Tony "Io non vado via" parlò serio James "Resta basta che non tocchi nulla" sentii dei passi avvicinarsi e una mano stringere la mia, la presa era forte e troppo grande rispetto alla mia. Riuscii ad aprire di poco gli occhi "James?" il suo sguardo si spostò su di me, gli sorrisi "Hey" mi sorrise di rimando "Tutto ok? Sei svenuta e non ho saputo che fare" gli accarezzai la guancia "Tranquillo mi succede spesso di svenire, la mia mente ricorda cose e il mio corpo non regge" spiegai all'uomo al mio fianco "Stai meglio ora?" annuii semplicemente anche se sentivo ancora il dolore di quelle scariche "Sento il dolore di ciò che ho ricordato, ma è tutto ok. Ne sono abituata" spiegai provando a tirarmi su con la schiena riuscendoci solo con l'aiuto di James "Grazie" fui volta da un giramento di testa che mi costrinse ad appoggiarmi alle spalle di James che era davanti a me "Stenditi, non fare sforzi" chiusi gli occhi e sprofondai nel buio.

"A-518 siamo costretti a rimetterla sotto sonno criogenico dato la sua disubbidienza" sentii parlare un agente mentre ero legata a quella macchina delle torture. Il mio corpo fu attraversato da altre scariche più forti delle precedenti, le mie urla rimbombavano nella stanza dalle mura logore. "Papà falla smettere. A-518 ha subito abbastanza" parlò un'altra voce facendo terminare le scariche "Tutti fuori" parlò di nuovo quella voce, due mani mi staccarono dalla macchina "Qual è il tuo nome? A-518 mi senti?" disse la voce, annuii. Riuscii ad aprire gli occhi, un ragazzo forse della mia età "Evelyn" sussurrai "Bene Evelyn, guardami, io sono Aleksei Mikhailov, se preferisci sono A-111. Guardami, ok?" chiese non appena chiusi gli occhi per una frazione di secondi "Adesso noi due ci proteggeremo a vicenda ok? Nessuno ti farà più del male" annuii contro il suo petto mentre le sue braccia mi stringevano a se.

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