𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑

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Agosto 1991
Diagon Alley

Finalmente ero riuscita ad arrivarci, a Diagon Alley, tutto sommato il viaggio era andato bene, nessuno mi aveva rivolto la parola e non avevo dovuto chiedere niente a nessuno.

Il mio primo acquisto del giorno, e secondo me anche quello più importante, fu la mia prima bacchetta. Provavo sempre a nasconderlo, ma avevo aspettato tanto quel momento, da sempre. Volevo proprio vedere cos'aveva Ollivander in serbo per me.

Seguendo un paio di insegne per strada riuscii a trovare la via per la bottega. Entrai nel negozio.

Appena varcai la soglia si sentì il rumore del campanello che stava sopra la porta, all'interno era tutto polveroso e pieno zeppo di scatole, che presumibilmente contenevano bacchette, di ogni tipo, forma, colore e nucleo.

Avevo provato ad informarmi per bene a riguardo, ma in casa non c'era praticamente nessun libro che parlasse nello specifico di bacchette. Perché si, quando ero più piccola, forse a 6 o 7 anni, volevo fare 'Ollivander' nella vita.

Ed eccolo lì, come una civetta delle nevi appollaiata su una scala che stava per cadere a pezzi, con i suoi capelli bianchi scompigliati e il suo cappotto elegante di un color porpora scuro.

Mi avvicinai guardandomi intorno, sperando che grazie al campanello avesse notato il mio ingresso, sarebbe stato imbarazzante dover attirare la sua attenzione chiamandolo.

"Ah Signorina, buongiorno."
"Salve io sono qui per una bacchetta."
"La sua prima, bacchetta, deduco."

Disse lui, marcando particolarmente la parola 'prima'.

"Sì, esattamente."
"Dunque hmm.."

Si voltò di nuovo verso quella marea di scatole, colorate con colori spenti e tutte polverose, senza nessuna vera differenza apparente, ne prese una. Era una scatola come tutte le altre, nera.

Me la porse, con le sue mani abbastanza tremolanti. Mi guardò dritto negli occhi, o nell'anima se vogliamo essere più precisi.

"Signorina Black, credo che questa faccia al caso suo."

Io non gli avevo mai detto il mio nome, e lui non mi aveva mai vista.

Con una lentezza seccante, finalmente aprì la scatola, e tirò fuori una bacchetta nera, abbastanza lunga, con alcune gemme incastonate sulla parte del manico. Era davvero bella esteticamente.

"Legno di ebano con un cuore di crine di unicorno, 30 centimetri,  flessibile

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"Legno di ebano con un cuore di crine di unicorno, 30 centimetri,  flessibile."

Presi la bacchetta in mano, non sapevo bene cosa fare.

"Dovrei, agitarla?"
"Perspicace signorina Black, esattamente."

Feci un cerchio in modo leggero in aria con il mio braccio destro, di colpo, una luce chiara apparve sopra la mia testa, e sopra quella del signor Ollivander.

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