𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟑

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13 settembre 1993
Hogwarts

"Non me ne frega proprio niente Y/n."
"Di cosa? Di queste stupidaggini, oppure di me?"
"Sai che non è così."
"Ah si? Perché sembra proprio così. Mi avete lasciata sola, cosa dovrei fare? Sai, in questo momento vorrei essere con Draco, non qui con te."

"Perché? Lui è solo uno stupido figlio di papà, dice: 'Lo dirò a mio padre!' almeno dieci volte al giorno! È insopportabile. E quello che ha fatto a Ron?"

"È Ron che non è capace a lanciare un incantesimo con la bacchetta rotta."
"Ha chiamato Hermione mezzo sangue. Questo te lo ricordavi? Dovresti essere più come lei. Lei c'è sempre, è intelligente, è la migliore. E poi lei almeno è una vera grifondoro, è coraggiosa."

"Lo so, Harry. Ma io non me ne sono andata, voi mi avete lasciato, per qualcosa in cui io non c'entro niente."
"Beh scusami se mi allontano da te perché tuo padre vuole uccidermi."

"Ah si certo, è tutta colpa mia, ho sempre saputo tutto. Tu non sai niente di quello che è successo!"
"Dai Harry, andiamo via, non ne vale la pena."
"Stanne fuori, Hermione."
"Beh io me ne vado."
"Y/n! Per favore."

Non ne potevo più di loro, non era mai andato bene niente, avevo bisogno qualcuno che mi facesse sentire importante, non qualcuno che mi buttasse giù, qualsiasi cosa io faccia.

Stavo per andare, fuori. Fuori di testa, sì. Non potevo andare da Draco, non eravamo ancora abbastanza 'amici'.

"Y/n! Ti andrebbe una tazza di tè con me?"
"Ah Remus, cercavo proprio te."
"Dovresti darmi del lei a scuola sai?"
"E lei dovrebbe chiamarmi per cognome allora."
"Touché."

"Beh allora? Che mi dici, come va la scuola?"
"Abbastanza bene. Le lezioni?"
"Funziona."

"Y/n, ovviamente sai perché ti ho chiesto di venire qui."
"È il topo di Ron. Crosta."
"Eccellente. Adesso dobbiamo solo tenere la situazione sotto controllo."

Dopo un'altra breve chiacchierata e un paio di regali, ovviamente, era pur sempre il mio padrino, riuscii finalmente ad uscirmene. Certo, avevo bisogno di compagnia, ma Remus quando attaccava a parlare non si fermava più.

Potrei andare da lui.

Un brivido mi scese lungo la schiena solo al pensiero di quel nome. Volevo dimenticarlo a tutti i costi, anche se era davvero difficile. Avremmo avuto una conversazione normale.

Avrei potuto farmi spiegare meglio tutta quella situazione assurda di cui mi parlò l'anno scorso.

E poi, lui mi aveva detto che per lui ero qualcuno di speciale.

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