𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟕

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14 settembre 1993
Hogwarts

"Non crederete mai a ciò che mi è successo oggi!"

Hermione si diresse al tavolo dei grifondoro pestando i piedi, e velocemente si sedette da parte a Harry, incominciando con una sua scenata sul fatto che lei sia maledetta e che qualcuno ce l'abbia con lei perché probabilmente avevano qualcosa da invidiare perché aveva guadagnato un sacco di punti a storia della magia e pozioni, e arti oscure, e erbologia, e a cura delle creature magiche, e ad ogni altra materia ovviamente, perché lei era Hermione Granger.

"E la cosa più infausta che qualcuno potesse mai fare nei miei confronti!"
"Quindi non sai chi è stato?"

Hermione guardò George con aria incredula e sprezzante.

"No, Fred, non so chi è stato. Se lo sapessi di certo quella persona sarebbe già nell'ufficio di Silente, a pagare per i suoi crimini!"

Avevo fatto un favore a tutti.

"Comunque- oh, ci sei anche tu Y/n. Hai finalmente deciso di smettere di fare la drammatica solitaria e sei tornata dai tuoi amici? Che bello, ne sono davvero contenta."

Mi rivolse il sorriso più falso e a parer mio osceno di tutta Hogwarts, degno delle scenate di Pansy, andrebbero d'accordo. Stavo per risponderle con la voce più tenera e melodiosa che le mie corde vocali potessero sostenere, ma Ron ingoiò qualsiasi porcheria stesse mangiando e le rispose a tono.

"Qui la serpe sei tu Hermione."
"E poi prima eri tutta unta no?"
"Hai cambiato la pelle oggi pomeriggio?"
"Ragazzi basta, dev'essere stata una lunga giornata per Hermione. Ah, in camera ho una maschera nutriente per i capelli, se vuoi la puoi usare, va benissimo anche per pulirli quando sono sporchi."

Io ci provavo ad essere gentile, in fondo era colpa mia se era ridotta in questo stato, esteriormente. Giuro solennemente di avere buone intenzioni, e che non metterò la pozione depilatoria nella maschera.

"Grazie Y/n."
"Figurati, non c'è problema."

Mi rivolse uno di quei sorrisi a labbra serrate, alzando un po' il mento, con aria di superiorità. Chiuse gli occhi e aprì la bocca pronta a dare altri ordini da maestrina, ma una sagoma biondo platino fece il suo ingresso nella mia visione periferica.

Sta a vedere, Granger.

"Draco!"
"Beh vedo che stai meglio ora, con tutti i tuoi amichetti."
"Si Malfoy siamo i suoi amichetti, tu perché invece non te ne torni al tuo bel tavolo pieno di serpi?"

Fred gli lanciò uno sguardo di sfida, era abbastanza serio, di ghiaccio, non ero di certo abituata a vedere questa espressione sul suo volto, mentre pronunciava la parola 'amichetti' mi mise il braccio intorno alle spalle stringendomi leggermente a sè.

Ron si limitò a poggiare il gomito sul tavolo con il mento appoggiato al palmo della sua mano ed alzò un sopracciglio con fare provocatorio. Poi sbuffò.

"Senti Malfoy, oggi non ho proprio voglia di sentire i tuoi piagnistei da purosangue-serpeverde-figlio-di-papà, quindi facci il favore di levare il tuo sporco muso da qui."
"Voi Weasley siete davvero la feccia di questa scuola. Se solo mio padre-"

"Draco."

Lo fermai appena in tempo, prima che potesse sotterrare ancora di più la sua dignità. Gli lanciai uno sguardo e scossi leggermente il viso, in modo che quasi nessuno lo notasse, Draco colse subito il messaggio e levò il disturbo poco dopo borbottando qualcosa di incomprensibile tipo 'sporchi mezzosangue tch.'

La cena proseguì in maniera tranquilla, o meglio, Fred era diventato una palla di carbone con i capelli viola a causa di un incantesimo sicuro al 100% eseguito da Seamus, che aveva una probabilità di fallimento del 100%.

George si era talmente emozionato all'idea di essere l'unico sulla faccia della terra ad avere quella faccia che perse i suoi succhi gastrici dal naso, anche chiamati succo di zucca.

Ron aveva ingurgitato mezza sala comune, incluso un peperoncino piccante che Dean aveva gentilmente messo nel suo piatto. E tutti i grifondoro assistirono alla lieta evoluzione di Ronald Weasley, da una piccola carotina strana a demone di fuoco. Da 0 a 100 in circa 12 secondi.

Io e Harry dal canto nostro osservavamo e giudicavamo quell'ammasso di non-prescelti dal nostro piedistallo di superiorità. Mi era mancata la risata di Harry, ma mi era mancata ancora di più la mia risata. La prossimità non era mai stata una cosa nuova per me ed Harry.

In generale, eravamo sempre abbastanza appiccicati, in classe, o sotto il maglione dell'invisibilità, ne io ne lui eravamo persone molto affettuose o che non vivevano un giorno senza un abbraccio, ma durante questi tre anni ci stringevamo a vicenda nel nome del bisogno, o anche quando non ce n'era veramente la necessità.

Ma durante la cena avevo notato che Harry aveva prolungato e ravvicinato ancora di più la nostra prossimità, non che mi dispiacesse, era pur sempre il mio migliore amico.

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