𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟔

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14 settembre 1993
Hogwarts

"Quante foto.."
"Si mi piace scattare foto con i miei amici e non ho un altro posto dove appenderle quindi.."
"Non ce n'è neanche una con me, così mi offendi Y/n."

Disse lui ridacchiando. Io invece mi sentivo davvero a disagio con l'energia che avevamo creato nella stanza.

"Beh prima o poi rimedieremo, Draco. Piuttosto cosa mi hai portato di bello?"
"Ah si, quasi dimenticavo, zuppa di troll e anatra del lago nero e poi anche una coperta."
"Grazie, sei stato così carino non dovevi, davvero."

Draco posò sul mio letto quella specie di intruglio strano e cercò goffamente di sistemarmi la coperta verde e argentea, rigorosamente serpeverde sulle ginocchia.
Beh che posso dire, almeno ci aveva provato.

"Okay, ora io ehm, levo il disturbo."
"Grazie Draco, sei davvero un angelo."

Tesi i muscoli della mia schiena per stampargli un leggero bacio sulla guancia. Per poi indietreggiare di qualche centimetro lasciando a quel povero ragazzo con il viso sfumato bordeaux, il compito di scostarsi da me.

Dopo che Draco aveva liberato la stanza dall'imbarazzo mi alzai dal comodo letto rosso porpora e andai alla finestra più vicina, tendendo l'intruglio fra le mie mani, mi sporsi e guardai sotto il balcone della torre.

Una chioma, castana, riccia e scompigliata, uguale a tutte le altre di questo mondo, o di questa scuola, passò al di sotto della finestra.

Ma la voce della ragazza, o dell'oca a cui apparteneva questa voce, era una in un milione, come potevo non riconosce la voce stridula di quella cornacchia. Le avrebbe fatto piacere ricevere qualcosa direttamente dal suo Draco. Magari avrebbe anche dato una regola a quella specie di cespuglio che si trovava in testa.

Che grifondoro sarei se non condividessi le mie cose con le mie compagne, la generosità era pur sempre un dono che andava apprezzato.

"Begart, sai cosa devi fare."

Ero già stanca, ormai la giornata era al termine, e io mi sentivo molto meglio. Quella stessa sera decisi che avrei cenato nella sala grande, con tutti. Volevo vedere il mio risultato da parrucchiera sulla mia cara Hermione.

Stavo leggendo un libro che parlava di magia oscura, o almeno credo, era uno di quei libri noiosissimi, frasi su frasi su frasi senza quasi un nesso fra loro, una vera perdita di tempo. Magari ci fosse stato un incantesimo per far sparire i due carotini alti che avevano appena fatto il loro nella mia camera dormitorio.

"Hey Y/n."
"Hey Y/n. Hai saltato storia della magia."
"Quindi abbiamo qui due prodi cavalieri che si sono impegnati molto a prendere appunti anche per te."

Fred e George si fecero da parte di qualche centimetro, lasciando Harry e Ron al centro della scena.

Harry si guardò intorno per un paio di secondi, per poi squadrarmi dall'alto in basso. Io dall'altro canto continuavo a fissare le sue iridi verdi smeraldo, che si stavano facendo sempre più vicine, fino a quando non si chiusero, a circa un metro di distanza da me, abbassò leggermente la testa, per poi rialzarla qualche secondo dopo.

Apri la bocca per dire o chiedere qualcosa, ma la chiuse subito e si sedette sul mio letto di fianco a me.

Ron si sedette dall'altra parte, mentre le carote siamesi si sistemarono ai piedi del letto, o per la precisione i miei.

Durante l'ora seguente Harry e Ron mi spiegarono per filo e per segno, o almeno ci avevano provato, le lezioni di oggi. Pozioni, storia della magia, babbanologia ed erbologia. Mentre Fred massaggiava o meglio torturava il mio povero piede sinistro e George contribuiva a rendere la mia schiena ancora più storta e dolorante con uno dei suoi famosi massaggi sacri dei tempi sacri dei sacri cinesi, sacri.

Era come essere tornati ai vecchi tempi, come se mio padre non fosse mai esistito e come se i nostri problemi fossero spariti, eravamo solo noi.

Quel giorno, a parte l'emicrania e il freddo, mi sentivo male per un motivo che non sapevo descrivere a parole, mi sentivo male con me stessa, fredda, cattiva ed Hermione ne era stata, per fortuna, l'unica vittima oggi. Magari ero solo stanca, o magari era lui, Tom.

Ad ogni modo, in quel momento ero di nuovo con loro, la migliore famiglia che avrei potuto mai desiderare.

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