Capitolo 33

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ANNABETH'S POV

Mentre salivamo, vedevo Percy molto teso, come in ansia per qualcosa. Pensai che fosse in ansia perché era la prima volta che avrebbe incontrato mio padre da quando stavamo insieme, ma quando aprii la porta di casa dovetti ricredermi.

Non potevo credere a quello che stavano vedendo i miei occhi nel salotto di casa mia.

Di fronte a me c'era una delle persone più importanti in tutta la mia vita.

La persona con la quale avevo condiviso più cose di tutti negli ultimi sette anni, che però, nel giro di qualche settimana, avevo perso completamente per via del mio trasferimento dall'altra parte degli Stati Uniti. La persona che per dieci lunghi anni era stata la mia vicina di casa, la persona che da un mese vedevo solo in videochiamata. La mia migliore amica e praticamente sorella maggiore.

"COSA CI FAI QUI?!" urlai a Talia Grace mentre correvo ad abbracciarla.

Lei fu travolta dal mio abbraccio, mentre diceva: "Anche io sono felice di vederti...".

Nonostante la stessi abbracciando, non riuscivo a credere che fosse reale, che fosse veramente nel salotto di casa mia, a New York. Ci eravamo separate solo da un mese, ma a me era sembrato un'eternità. Avevo cambiato completamente vita da quando mi ero trasferita e ancora io non riuscivo a pensare che ormai dormire in quel letto, studiare su quella scrivania, andare in quella scuola, essere accompagnata da Percy ogni mattina, essere la ragazza di Percy, avere un gruppo di amici, fosse la mia vita normale da più di un mese, ormai.

Mi staccai dall'abbraccio. Ormai io e Talia dovevamo stare abbracciate da abbastanza per rendere la situazione imbarazzante per Percy, ma quando mi girai verso di lui, notai che stava sorridendo semplicemente.

"Allora, adesso tu mi spieghi come hai fatto a venire qui senza dire niente a nessuno" ordinai a Talia.

"In realtà l'unica a cui non l'ho detto sei tu" rispose lei. "Comunque è bello vederti, cugino" disse guardando Percy, dal loro sguardo di intesa, capii che si erano alleati "contro" di me. Ricordai anche a me stessa che la mia migliore amica e il mio ragazzo fossero cugini, anche se non li avevo mai visti nella stessa stanza prima di allora.

"Ciao, Thals" disse lui sorridendo.

"Comunque vorrei che mi spiegaste meglio come avete fatto a organizzarvi" affermai, interrompendo il silenzio dopo il saluto dei loro sorrisi.

Chiesi delle spiegazioni, anche se ormai era difficile non capire che si fossero organizzati per farmi la sorpresa, anche perché se fossi stata più attenta, avrei notato tutte le volte in cui Percy si lasciava sfuggire qualcosa. Ma la risposta alla mia domanda fu un po' diversa da come me l'aspettavo: "Ehm... Oggi siamo andati a pattinare solo per tenerti occupata e fuori casa almeno fino alle 19:00, in modo che Talia potesse arrivare qua a casa dall'aeroporto". Percy accese lo schermo del telefono sulla schermata di blocco, per mostrarmi l'orario. Erano le 19:02. "Più puntale di così non sono mai stato" affermò, sorridendo fiero.

"Il problema è che non avresti dovuto essere troppo puntuale! E se l'aereo avesse fatto ritardo? Sareste arrivati a casa prima di me..." replicò Talia, togliendo il sorriso dal volto di Percy.

"Ecco perché perdevi così tanto tempo oggi, soprattutto con quel cameriere!" dissi io, rendendomi conto solo allora del motivo per cui Percy fosse stato strano in quelle ultime ore.

"Sì, però l'ho fatto anche per divertimento" disse ridendo. "Ah, comunque grazie di avermi invitato a salire. Mi hai risparmiato la fatica di inventare una scusa stupida e poco credibile per accompagnarti fino alla porta. In un certo senso, la neve è stata un'arma a doppio taglio" disse, mentre si toglieva il cappotto, perché in casa faceva più caldo.

I still need you ~ PercabethDove le storie prendono vita. Scoprilo ora