Capitolo 18

1.4K 69 129
                                    

ANNABETH'S POV

Tutti a scuola parlavano del famoso ballo d'inverno che si sarebbe tenuto il 5 dicembre, ma io non ero molto entusiasta perché l'unico cavaliere che desideravo cercava di dirmi ogni giorno di essere solo amici e io lo evitavo da circa una settimana...


Lunedì 30 novembre, Half – Blood High School (Manhattan), ore 9:32.

Stavo sistemando i libri nel mio armadietto durante il cambio d'ora, quando una figura alta arrivò alle mie spalle e mi parlò.

"Ciao Chase..." disse con tono abbastanza malizioso.

Mi girai e vidi un ragazzo alto, biondo, con gli occhi azzurri e una cicatrice sulla guancia che metteva una mano sull'armadietto sopra la mia testa, come per bloccarmi.

Capii chi fosse quel ragazzo dalla cicatrice: gliel'aveva causata la mia amica Talia cercando di difendermi da lui una delle tante volte in cui alle medie si comportava da bulletto con me...

Luke Castellan smise di rendermi la vita a San Francisco un inferno alla fine delle medie, quando lui si traferì a New York con suo padre, che per lavoro viaggiava molto.

Ma com'era possibile che in una città immensa come New York, andassimo proprio allo stesso liceo? Era destino che mi perseguitasse...

"Allora... Chase... Tutti parlano di questo ballo... Vuoi venirci con me?"

Cosa? Dopo anni passati a prendermi in giro con i suoi amichetti adesso voleva invitarmi al ballo?

"Certo che no, Castellan" cercai di replicare duramente.

"Oh, sì tu ci verrai eccome" mi guardò con malizia, ma anche con cattiveria...

Luke non era cambiato di una virgola in tutti quegli anni, aveva sempre avuto quella mascella pronunciata, lo sguardo penetrante e un ghigno perennemente stampato sul suo viso che fin da piccolo gli dava un aspetto minaccioso.

Nonostante ormai fossi grande, nonostante avessi imparato a difendermi dai malintenzionati, davanti a lui ero ancora la ragazzina delle medie che si faceva mettere i piedi in testa, mi incuteva timore.

"Luke... io..."

Si avvicinò sempre di più a me, mettendomi una mano sulla guancia, ma non fu per niente piacevole come quando lo aveva fatto Percy...

"Annabeth Chase, tu verrai al ballo con me" disse minaccioso.

Non riuscivo a parlare, a muovermi, a respirare. Mi sentivo esattamente come alle medie: terribilmente spaventata, talmente tanto da non riuscire neanche a chiamare aiuto.

"Castellan, lei non verrà al ballo con te, fattene una ragione" disse una voce che conoscevo molto bene.

"Ah sì, Jackson? E perché no? Sentiamo"

Luke si era girato verso Percy, il che mi diede la possibilità di liberarmi.

"Prima di tutto, perché quel giorno sarai in ospedale".

Luke sembrò confuso dall'affermazione di Percy, tanto da non accorgersi che gli si stesse avvicinando.

Percy diede un pugno in faccia a Luke, e quest'ultimo perse l'equilibrio, ma subito dopo ricambiò Percy con la stessa moneta.

Iniziò una vera e propria rissa e tutti si avvicinarono incuriositi.

Jason arrivò a cercare di dividerli e fortunatamente ci riuscì.

Nel frattempo, erano arrivati anche i professori che mandarono Percy e Luke in presidenza.

Mentre tornavo a lezione, pensavo al fatto che per colpa mia, si fosse appena scatenata una rissa, perché Percy mi aveva appena salvata da Luke e che io non avevo neanche potuto ringraziarlo. Decisi che era arrivato il momento di smettere di evitare Percy: dovevo ringraziarlo per avermi aiutata, anche se questo significava fare "il discorso".


PERCY'S POV

Il preside punì me e Luke per la rissa costringendoci ad andare a scuola ogni pomeriggio fino alle 19:00 per aiutare gli altri a preparare la palestra per il ballo.

Non mi importava della punizione: avevo protetto Annabeth da quell'idiota maniaco e l'avrei fatto altre cento volte, anche se la punizione avesse dovuto essere di stare nella stessa stanza con Luke per qualche ora senza tentare di ucciderlo neanche una volta.

A mensa, Annabeth mi disse: "Percy... ti dovrei parlare di una cosa, quando potremmo incontrarci?"

Risposi: "Certo, ma di cosa mi vuoi parlare?"

"Forse in questi giorni ti sono sembrata un po'... diciamo fredda e volevo spiegartene il motivo..."

"Oh, va bene... Comunque, oggi sono in punizione fino alle 19:00... quindi potremmo incontrarci a Central Park verso le 19:30, se per te va bene"

"Per me va bene... e poi... Percy... grazie per esserti preso quell'occhio nero per me..."

"Oh, non è niente..."

Mi resi conto che era la prima volta che parlavo con Annabeth per più di cinque secondi da quando ci eravamo baciati e, anche se era triste e preoccupata, mi era mancata molto la sua voce.


ANNABETH'S POV

Lunedì 30 novembre, Central Park (Manhattan, New York), ore 19:29.

Ero su una panchina a Central Park, dove io e Percy ci eravamo dati appuntamento per incontrarci.

Ero arrivata un po' in anticipo dato che ero in ansia, quindi scrissi a Piper.

"Ehi"

"Ehi, come va? Gli hai già parlato?😏😏"

"No, non è ancora arrivato..."

"Ah... Cosa gli dirai?"

"Non lo so... inizierò ringraziandolo per quello che ha fatto per me, ma non so cosa dirgli... cioè per rivelargli che mi piace, però se già l'ha capito, è inutile dirglielo apertamente... cioè, mi metterebbe solo più in imbarazzo..."

"Io non sarei così sicura che sarà quello l'argomento della vostra conversazione...😏😏"

Non capii cosa intendesse Piper, ma me ne dimenticai quando due mani grandi mi coprirono il viso e una fantastica voce roca disse: "Chi sono?".


Di chi sarà la voce roca?

Pure il mio cane ha capito che è Percy... è inutile fare tutto il mistero...

I still need you ~ PercabethDove le storie prendono vita. Scoprilo ora