Capitolo 45

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PERCY'S POV

Decisi che non mi sarei mai più comportato da codardo.

Volevo parlare con Annabeth.

Dovevo dirle che l'amavo, che ero stato uno stronzo egoista, che doveva andare ad Harvard per il suo sogno, anche se questo avrebbe significato essere separati per quattro anni. In realtà, sarebbero stati quattro anni nel caso più ottimista, dove lei mi perdonava, ma era molto più probabile che quei quattro anni sarebbero stati un per sempre.

Decisi che il lunedì mattina, a scuola, le avrei parlato.


Lunedì 11 gennaio, Half – Blood High School (New York), ore 15:01.

Era appena suonata la campanella della fine della giornata scolastica ed era arrivato il momento di andare da Annabeth per parlarle.

Quel giorno non mi aveva lanciato occhiate aggressive come aveva fatto in quelli precedenti. Aveva fatto una cosa molto, ma molto peggiore.

Mi aveva ignorato completamente.

Quando qualcuno ti lancia occhiate aggressive, significa che gli interessi ancora. Ma quando ti ignora di proposito è come per dire: "Non sei all'altezza della mia attenzione".

Stava uscendo dal cortile della scuola e feci una corsa per raggiungerla.

Urlavo il suo nome nella folla, ma lei non si girò.

Mi ignorava ancora.

Sentivo dolore al petto vedendo che non contassi più nulla per lei, ma non volli essere di nuovo codardo.

Se avessi voluto essere di nuovo un codardo mi sarebbe bastato andare in direzione di casa mia a essere depresso. Ma mi feci coraggio. Dovevo evitare a tutti i costi di fare qualcos'altro per farle pensare che fossi un idiota, più di quanto non pensasse già.

Quando la raggiunsi, le misi una mano sulla spalla e la girai.

Lei mi guardò spazientita, come se stesse aspettando che una pagina web si caricasse.

Mi caricai, mi feci coraggio e le dissi: "Annabeth, ti devo parlare".

"Se avevi qualcosa da dirmi, perché non me lo hai detto ieri, quando sei scappato, eh?"

Non riuscii a rispondere. Dalla mia bocca uscirono solo flebili balbettii. Perché non riuscivo più a parlarle come prima? Perché era diventato tutto così difficile tra noi? Perché mi stavo comportando di nuovo da codardo, come mi ero promesso di non fare mai più?

"Ho capito"

Detta questa unica, dolorosa affermazione, si girò e se ne andò, lasciandomi come un idiota fermo fuori scuola, quando tutti non vedevano l'ora di andarsene.

Decisi di rincorrerla. Non potevo perderla in questo modo.

Urlavo nuovamente il suo nome, ma lei continuava ad ignorarmi.

Mi avvicinai a lei, aprii la bocca per parlare, ma lei mi precedette: "Lasciami in pace".

Si allontanò per una seconda volta da me. Ma poi, dopo qualche passo, a una decina di metri da me, si girò verso e mi guardò dritto negli occhi.

"Ah, e comunque, quando dormi sbavi"

Tornò a girarsi e si incamminò per casa sua, lasciandomi -di nuovo- come un idiota fermo per strada, quando tutti camminavano a passo svelto e indaffarati.

Capii che questa volta avrei fatto meglio a seguire il suo "consiglio" di lasciarla in pace, perché con tentativi inutili per parlarle, avrei solo peggiorato la situazione.

I still need you ~ PercabethDove le storie prendono vita. Scoprilo ora