Capitolo 7

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ANNABETH'S POV

Mentre ero sul divano, cercando di addormentarmi, stavo ripensando a quello che era successo con Percy...

Le nostre facce a qualche centimetro, se non millimetro, di distanza.

Cosa sarebbe successo se non fossero arrivati gli altri ad accendere la luce?

Probabilmente io sarei rimasta paralizzata ancora per un po' a fissare quegli smeraldi, mentre Percy si sarebbe alzato dopo poco per capire cosa stesse succedendo e soprattutto chi fosse la persona sopra di lui.

Se ne avessi avuto il coraggio, e fosse stato qualsiasi altro ragazzo, l'avrei baciato, ma lui non era un ragazzo qualsiasi: lui era Percy, il mio migliore amico da quando siamo nati e non avrei mai potuto rovinare la nostra amicizia provando degli stupidi sentimenti per lui.

E poi era solo un'illusione: la persona innamorata di Percy non ero io, ma la bambina di otto anni innamorata del suo migliore amico. Ero rimasta con quell'idea per anni, autoconvincendomi che lui fosse il ragazzo perfetto, ma non era così.

Sicuramente, con una mentalità più matura, mi sarei resa conto che Percy non era perfetto: molto probabilmente a scuola andava peggio di quando andavamo alle elementari, magari era un ragazzo che aveva una ragazza a settimana e non se ne importava proprio, forse era il classico ragazzo popolare con milioni di amici, ma nessuno di importante vicino, poteva perfino essere...

Ma poi pensai che la persona a cui stavo pensando fosse la stessa che aveva perso suo padre, che sapeva cosa significasse non avere più a fianco qualcuno di importante, la stessa persona altruista, gentile e leale con tutti che conoscevo...

Mi resi conto di star andando in crisi: Percy mi piaceva davvero o era solo un'idealizzazione della bambina di otto anni che era ancora in me?

Tra quei mille dubbi, senza rendermene conto, mio addormentai...


PERCY'S POV

Era sabato 21 novembre, e quando mi svegliai con la luce che filtrava dalla finestra, mi ricordai che mi ero promesso che quel giorno sarebbe stato l'unico sabato della mia vita in cui mi sarei svegliato prima delle 11, per non fare la figura del dormiglione.

Staccai il telefono dal caricatore e vidi l'orario: 12:31.

"Cavolo" borbottai, poi mi vestii più in fretta di come mi ricordavo di aver mai fatto e corsi giù per fare colazione, anche se ormai mancavo poco all'ora di pranzo.

Quando scesi al piano di sotto, vidi mia madre e Annabeth vicino ai fornelli (probabilmente avevano deciso di cucinare qualcosa insieme) e Paul e Frederick a parlare seduti sul divano.

Salutai tutti dicendo allegramente: "Buongiorno!", ma mi resi conto che era la prima parola che dicevo da quando mi ero svegliato, quindi risultò tipo: "B... o... giono" con la voce molto bassa e rauca...

Tutti risero, poi mia madre disse: "Il dormiglione si è finalmente svegliato! Adesso può venire ad aiutare a preparare il pranzo!"

Alla fine, "aiutare a preparare il pranzo" significava dover apparecchiare la tavola...

A pranzo capitò il discorso della scuola...

Questo ve lo devo spiegare un momento: sono un ragazzo iperattivo e dislessico, per anni non sono riuscito a frequentare la stessa scuola per due anni di seguito senza essere espulso. Per i primi tre anni delle superiori riuscii a tenermi stretto il posto alla Goode High School, solo perché Paul lavorava lì e riusciva a convincere gli altri insegnanti a non cacciarmi.

Ma l'anno prima, al terzo anno, mi cacciai in un bel guaio:

Durante una partita di basket, un avversario aveva fatto fallo, dando una gomitata ad un mio compagno di squadra, ma l'arbitro non lo aveva considerato, quindi io per la rabbia, iniziai ad insultare quell'avversario e l'arbitro pubblicamente. Ovviamente mi avevano rimproverato e non mi avevano dato ragione. Quindi mi feci giustizia da solo: dopo la partita, andai a parlare con quel cretino che aveva fatto male al mio amico, ma rispose iniziando a picchiarmi. Io, di impulso, non me ne stetti a guardare e ribattei a mia volta, dandogli un bel pugno in faccia.

Quel tizio raccontò ai suoi -ricchi- genitori, al preside e a tutti gli altri ragazzi, che mi ero inventato tutto e che avevo iniziato io la rissa.

Dopo tutti i problemi che avevo causato alla scuola, che Paul aveva risolto, purtroppo non mi tolleravano più: il mio patrigno non riuscì a convincerli e venni espulso.

Potei andare in quella scuola fino a giugno, ma a settembre "non ero invitato a tornare".

Quindi a settembre iniziai a frequentare la "Half - Blood High School", che frequentava anche mio cugino Jason Grace, dove, oltre a lui e ai suoi amici, non mi ero fatto tante nuove amicizie in quei due mesi...

Comunque, tornando al pranzo...

Capitò il discorso "scuola" e Annabeth disse che si era iscritta a quella dove andavo io, così almeno avrebbe conosciuto qualcuno.

Ero felice all'idea di andare a scuola con Annabeth, ma allo stesso tempo avrebbe conosciuto il me "scolastico", cioè un ragazzo con tre o quattro amici, che andava malissimo in tutte le materie e che tutti trattavano con indifferenza.

I still need you ~ PercabethDove le storie prendono vita. Scoprilo ora