Addii e nuovi arrivi

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"Pronto? Papà?"

"Ahia, Louis piantala - Joey. Jo! Amore. Ci sono, scusami. C'è Louis qui che fa lo scemo."

Be' fare lo scemo è un modo carino per descriverlo, ma non è il caso di dire a suo figlio che Louis è completamente steso su di lui e stava giusto cercando di iniziare il suo solito rituale di quando ha voglia di scopare. Gli aveva tolto tutti i vestiti e stava torturando quel punto sensibile del suo collo, quando il cellulare ha cominciato a squillare sul comodino. E Louis oramai si sta abituando a stare con una persona che quando sono sul più bello e suona il telefono deve rispondere per forza, perché ha un figlio e sono chiamate a cui devi rispondere per forza. Sempre.

"Oh. Scusami" mormora Joey dall'altra parte, con un sospiro appena udibile. "Vi disturbo?"

"Ma no, abbiamo mangiato una pizza, guardato un film e abbiamo appena finito di lavarci i denti" be', più o meno.

Joey dall'altra parte ride un po'. "Oramai siete sposati da cinquant'anni."

"Che ci vuoi fare, ho un fidanzato che non può portarmi fuori" sospira con aria teatrale Harry, mentre Louis gli lancia un'occhiataccia e poi gli da un morso leggero sul braccio. "Tu, piuttosto? Sei già rientrato?"

Harry ricorda solo ora da quando ha risposto a questa telefonata, che stasera è sabato e che Joey non è tornato a casa per il weekend per uscire con Logan, che tra un impegno e l'altro non vede da una settimana. Sono trascorsi quasi tre mesi da quando il ragazzo di suo figlio è passato ad allenarsi con la Primavera, e non è così facile come avevano previsto riuscire a far conciliare i loro impegni. Proprio come aveva detto Louis, la primavera è dura ma anche molto bella: i ragazzi sono più grandi, più maturi, infatti hanno accolto Logan a braccia aperte e per la prima volta da quando è in questo ambiente è riuscito a fare amicizia. Cosa di cui Joey è sicuramente contento, ma ciò non toglie che il tempo che Logan ritaglia per i suoi nuovi amici, è del tempo che toglie a lui.

"Uh... no" mormora Joey dall'altra parte, con voce piccola. "Logan era andato in centro con i suoi amici nel pomeriggio, si è fatto tardi e rientrando sono rimasti imbottigliati nel traffico. Nel frattempo si sono fatte le dieci e non mi sembrava più il caso di vederci. Domani è domenica ma io stamattina mi sono svegliato prestissimo perché avevo lezione, papà. Sono stanco."

Ad Harry stringe il cuore nel sentire il tono di suo figlio così triste. Sono settimane che si sta tenendo tutto dentro e sta cercando di sembrare maturo, ma è pur sempre un quindicenne a cui manca il suo ragazzo. "Piccolo, mi dispiace."

"Dispiace anche a me, potevo tornare a casa per il weekend come faccio sempre e invece per colpa sua devo stare due settimane senza vederti."

"Jo, cerco di passare io in settimana, va bene?" cerca di confortarlo Harry. "Così ti porto anche la felpa che ti hanno regalato nonna e zia Gems."

Segue qualche istante di silenzio, poi il rumore di una porta che si apre. "Papà, ti devo lasciare, non sono più da solo. Salutami Louis, ok? E scusami se ti ho rovinato la serata."

"Non hai rovinato niente, amore, non dirlo neanche per scherzo. Parla con Logan domani, va bene?"

"Sì. Lo farò. Buonanotte" mormora Joey, lanciando un'occhiata nervosa al suo nuovo compagno di stanza che non è rientrato solo questa notte, prima di staccare la telefonata.

"Jo che ci fai qui? Pensavo fossi uscito" gli chiede Christian, entrando in camera seguito da un ragazzo che Joey non ha mai visto, né agli allenamenti e né a lezione. Ha i capelli ricci e neri come la pece, una giacca addosso dello stesso colore e gli occhi di un blu intenso. Si sente un po' a disagio perché non pensava di ritrovarsi uno sconosciuto in camera all'improvviso, ma è qualcosa a cui deve davvero abituarsi: qui è come stare al college, ed è stato già abbastanza fortunato a convivere con il suo ragazzo per mesi che di certo non portava degli amici nella loro stanza.

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