Goditi la pioggia

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Harry è seduto sul davanzale della finestra, con una coperta che gli avvolge le spalle e una tazza di thè caldo tra le mani. Le giornate stanno diventando più corte, l'autunno più intenso e il freddo più pungente. Fuori una leggera pioggerellina sta bagnando l'asfalto e sta facendo da sottofondo a tutti i pensieri che lo hanno tenuto sveglio questa notte, dopo aver rivelato la verità a Joey.

Appena ha pronunciato quella frase, suo figlio si è precipitato su per le scale e si è chiuso in camera sua. Non ha trovato la forza di seguirlo e in tutta onestà neanche la voglia: ha compreso il suo bisogno di restare solo, di metabolizzare quanto accaduto e quanto ascoltato. Ieri è stata una giornata così ricca di eventi che sarebbe stato veramente troppo sedersi, parlare cuore a cuore e raccontarsi ogni cosa. Avevano bisogno entrambi di una bella notte di sonno, anche se non è riuscito a chiudere occhio. Temeva di svegliarsi stamattina e non trovare più Joey, non tanto perché ieri lo ha beccato insieme a Louis ma per quello che gli ha detto. Gli ha mentito per tutta la vita, lo ha visto crescere e innamorarsi di Louis e non gli ha mai detto che lui in primis provava cose per lui anche più intense, che lo conosceva, che ci è cresciuto insieme, che lo ha perso poco prima che lui nascesse.

Sembra passare un'eternità quando Joey entra in cucina, bloccandosi appena si accorge di non essere solo. Sta in pigiama, i ricci sparati da tutte le parti e delle occhiaie evidenti sul viso così simile al suo ma così giovane e senza i segni di un tempo che non ha vissuto e che sta scoprendo solo ora. "Che ci fai qui?" gli chiede. "Non - non dovresti essere a lavoro?"

"Ho chiesto ad Axel di aprire lui stamattina" risponde Harry, facendo scivolare le gambe giù dal davanzale e guardandolo con gli occhi gonfi per il sonno. "Joey, per favore, voglio solo spiegarti."

"Come fai a conoscere Louis da così tanto tempo?" gli chiede a bruciapelo, mentre si va a sedere su una delle sedie libere che ci sono vicino al tavolo. Certo, è ancora arrabbiato per quanto scoperto ieri sera, ma ha bisogno davvero di spiegazioni. "Trent'anni, cazzo, praticamente da sempre."

"Ventisette. Ci siamo conosciuti alle elementari" mormora Harry, stringendo le dita attorno alla sua tazza e sentendosi in difficoltà con suo figlio come mai gli è accaduto prima d'ora. "Noi eravamo - eravamo molto amici, voglio dire, era il mio migliore amico, ed io ero innamorato di lui. L'ultimo anno di superiori, Liam e - "

"Aspetta" lo interrompe Joey, sbarrando gli occhi. "Liam? Liam Payne?"

"Sì, scusa, era in classe con noi" gli spiega Harry, che aveva dimenticato per un attimo che Joey adesso conosce pure lui. "Lui e altri nostri amici, durante la ricreazione un giorno si misero a giocare con il mio diario segreto. Non lo portavo mai a scuola, ma era uguale al mio diario scolastico e una sera mi confusi e misi quello sbagliato nello zaino. Cominciarono a lanciarselo tra loro, e quando arrivò ad un tizio che non faceva parte del nostro gruppo, lui fece molto di più che lanciarlo. Lo aprì e cominciò a leggere. Ogni pagina, ogni paragrafo, ogni cazzo di riga parlava di Louis. Liam e Zayn lo bloccarono quando videro che il gioco stava sfociando in qualcosa di davvero poco divertente, mentre Louis non disse niente. Non mi rivolse più la parola da quel giorno, e così anche tutti gli altri. Liam mi ha chiesto scusa quando ci siamo rivisti alla tua partita, mi ha detto che Louis aveva raccontato che lo avevo solo preso in giro, che lo avevo soltanto usato per - be', per..."

"Portartelo a letto" sussurra Joey.

"E non è così, Joey, io ero realmente innamorato di lui e non gli stavo vicino per interesse" sbotta Harry, la rabbia che risale mentre ripensa a tutto questo. E poi c'è un'altra cosa che deve assolutamente dirgli. "Da lì in poi ho cominciato a sentirmi solo. E triste. La scuola era diventata un incubo, e io ero così diverso da come mi vedi ora, e una sera ho fatto una cazzata. Sono uscito, ho bevuto per la prima volta in vita mia, non ricordo nulla di quella notte, so soltanto che dopo nove mesi si presentò tua madre sulla mia porta di casa."

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