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"Ehi, piccolo."

Harry cerca di sembrare il più allegro possibile, quando la mattina dopo risponde alla telefonata di suo figlio. Sta seduto sul davanzale della finestra, proprio dov'era quel giorno in cui Joey gli chiese cosa ci fosse tra lui e Louis. Sembra essere passata una vita intera, eppure sono trascorse solo poche settimane da quando erano soltanto loro due. Da quando Logan non era ancora il ragazzo di Joey, da quando Louis non era altro che il suo allenatore che nella vita di Harry non c'era ancora, se non per il sesso, se non per quel poco che stava nascendo quando pensavano di essere più forti di tanti sentimenti.

"Papi, finalmente" risponde Joey, il tono di voce palesemente sollevato. "Come stai?"

"Io sto bene, tu?"

"A letto" borbotta, frustrato. "Perché qualcuno mi ha impedito di andare agli allenamenti oggi."

Harry sorride, capendo subito di chi sta parlando. "Jo, avevi la febbre altissima fino a due giorni fa. Adesso concentrati solo sullo studio e non arrabbiarti con Logan che lo fa per il tuo bene, okay? Poi tra qualche giorno torni in campo."

"Sì, anche lui mi ha detto lo stesso" sussurra Joey, con un sospiro rassegnato. "E Louis? Ha dormito lì?"

"È andato via poco fa, ieri è stata una serata... intensa. Lui stava davvero male" mormora, ripensando a tutto quello che è successo: al crollo di Louis, a tutte le cose che gli ha vomitato addosso in piena crisi, al modo in qui questa notte respirava tra le sue braccia mentre cercava di dormire.

Joey sta in silenzio per un po', prima di parlare. "Papà. Louis ieri mattina, quando eravamo in camera a Parigi, ha detto - ha detto una cosa, riguardo a lui che ti voleva baciare in quelle foto. Avete - be', ne avete parlato? Ci sta se non lo avete fatto, voglio dire, è successo di tutto ieri e - "

"Jo" lo interrompe Harry, con il cuore in gola. "La notte di capodanno, io e Louis - be', noi - "

"Lo avete rifatto?"

"Ci siamo baciati" confessa, togliendosi un peso incredibile dal petto. E solo ora che lo ha detto ad alta voce, ma che soprattutto lo ha detto al suo bambino, gli sembra più reale. "Ci siamo baciati ed è stato bellissimo, Jo, non - non era mai successo che io e lui ci baciassimo, neanche quando - be'. Lo sai. Ed è successo solo questo, non siamo andati oltre, ed è stato proprio questo il bello. Avrebbe dovuto essere così, fin da subito. Sembrava davvero l'inizio di qualcosa, poi quando ci siamo svegliati è successo tutto e non abbiamo praticamente avuto modo di parlarne. Ho paura di essermi fatto un film io, capisci? Sono troppo grande per farmi film mentali, Jo."

"Papà. Ti conosco da quando sono nato e in tutti questi anni ti sei fatto così tanti film mentali che quando andavo all'asilo dicevo che mio padre come lavoro faceva il regista" gli ricorda Joey, strappandogli un mezzo sorriso divertito al ricordo. "Te l'ho sempre detto chiaro e tondo quando sbagliavi a fidarti di un uomo, quando ti stavi immaginando le cose, ma in questo caso non è così. Louis ti guarda come se fossi - come se fossi la coppa della Champions League, capisci?"

Harry ride un po' a questo paragone, mentre si porta le gambe contro al petto e si sente un po' stupido per essere qui a farsi consolare da un adolescente. "Sei il mio figlio preferito, lo sai?"

"Ora che mi hai offeso, possiamo anche chiudere questa telefonata" risponde Joey a tono, sorridendo un po' quando lo sente ridere di nuovo. Almeno è capace ancora di tirare su di morale suo padre, in questi giorni che saranno davvero molto critici per lui. "A parte gli scherzi, tu chiamami per qualsiasi cosa, va bene? Non è soltanto Louis che ha bisogno di attenzioni."

A questo punto Harry vorrebbe dirgli che non potrebbe avere più ragione, che sono tutti e tre, in modi diversi, a pagare le conseguenze di quello che è accaduto. Il fatto è che, per quanto maturo possa essere Joey, è e resterà sempre e comunque suo figlio. Non sfogherà tutti i suoi problemi su di lui, quando avrà già tanto, troppo a cui pensare. "Grazie, piccolo" gli dice comunque, anche se probabilmente non comporrà mai il suo numero per riversargli addosso tutta la sua frustrazione. "Adesso ti lascio davvero che devo raggiungere Axel in pasticceria. Mi sono arrivate almeno dieci notifiche mentre parlavo con te, sarà sicuramente lui che ha bisogno di aiuto."

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