Dove non c'è tempo

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"La verità è che ci siamo persi
caduti a terra come un puzzle dentro spazi immensi
lo sai non sono bravo a rincollare i pezzi
ho solo colla sulle dita mentre fumo i resti"











"Ordine per Natale?"

"Ordine per Natale."

Axel lascia cadere sul bancone il blocchetto pieno zeppo di scarabocchi che stamattina ha riempito fino all'orlo, grazie ai clienti che sono arrivati uno dopo l'altro per assicurarsi di avere sulla propria tavola tra qualche settimana il proprio dolce natalizio preferito. Questo è uno dei periodi più difficili a lavoro: la pasticceria si riempie di persone ad ogni ora del giorno, e la maggior parte sono delle signore graziose che vengono con una lista di cose che dovranno preparare per le festività. Più passa il tempo, più la loro fama di pasticceria si espande e più accorrono clienti. Sono sfiniti.

"Comunque" mormora Axel, che stamattina sembra essere particolarmente silenzioso. "Ieri Maxence mi ha portato a cena fuori e - sai, noi - potremmo essere tornati sul discorso del matrimonio."

Harry sorride un po', guardandolo curioso. "Potreste o lo avete fatto?"

"Vogliamo sposarci davvero, Haz" sussurra Axel, liberandosi di questo peso che gli premeva sul petto da quando stamattina è arrivato e si sono buttati subito nel lavoro. "Lo so che siamo giovani, ho appena 22 anni e non dovrei pensare a queste cose, ma io e lui - è come se già lo fossimo, capisci? Viviamo insieme, ci amiamo da morire e anche se litighiamo spesso non riuscirei ad immaginare la mia vita senza di lui. È da quando abbiamo sedici anni che vogliamo sposarci, e se abbiamo esitato per tutto questo è tempo sai perché lo abbiamo fatto."

"Le vostre famiglie" suggerisce Harry, dispiaciuto. Ogni volta che ripensa ai genitori di Axel e Maxence, un moto di rabbia lo invade perché nessun padre e nessuna madre, dovrebbe respingere il proprio figlio solo perché omosessuale. "Ora cos'è cambiato?"

"Io. Credo" mormora Axel. "Avevi ragione tu. Devo tornare a Parigi con Maxence, dobbiamo parlare con le nostre famiglie, dobbiamo dirgli che ci amiamo e che stiamo per sposarci. E che lo faremo anche senza il loro permesso. Partiamo subito dopo Natale. Se loro non hanno intenzione di accettarci, torneremo alla nostra vita di sempre senza di loro. E Maxence finalmente si metterà l'anima in pace."

"Come se tu l'avessi già fatto, piccoletto" lo prende in giro Harry, afferrandolo per il polso e trascinandoselo più vicino. "E se - be', se le cose dovessero andare bene? Resterete lì? So che è una cosa che non puoi dirmi adesso, che non lo puoi sapere, che rivedendoli potrebbe essere diverso e tutto quanto, solo mi stavo chiedendo se state contemplando la decisione di tornare a casa - "

"È questa casa nostra" lo interrompe Axel, senza nessuna esitazione. "Hai ragione, non so cosa succederà, ma so per certo che alla fine torneremo qui. Abbiamo creato una nostra vita in questo posto, abbiamo un lavoro, e poi - dai, Harry, non farmelo dire. Dove vuoi che vada senza te e Joey? E poi, credi davvero che potrei lasciarti da solo a gestire questo posto? Me lo distruggeresti."

Harry può sentire un peso scivolargli via dal petto a queste parole. Sembra solo ieri quando Axel è entrato da quella porta, supplicandolo di assumerlo perché aveva bisogno di lavoro e allo stesso tempo sembra un'altra vita. Una in cui lui e Joey erano soli, non avevano questo terremoto umano a sconvolgergli la vita in mille modi e tutto il tempo. "Ti voglio bene, stronzo" gli dice, tirandoselo definitivamente addosso e abbracciandolo forte. Axel protesta un po' come fa sempre Joey quando cerca di coccolarlo ma alla fine lo lascia fare e lo stringe a sua volta, perché la verità è che anche se fanno cane e gatto tutto il tempo si vogliono un bene dell'anima, e non riuscirebbero ad immaginare le loro vite l'uno senza l'altro.

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