One Shot - Sogni

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Harry solleva il mento, cercando tra la folla di bambini che stanno uscendo da scuola la testa riccioluta di suo figlio. Riconosce i sorrisi di alcuni suoi compagni, poi finalmente lo vede arrivare. Sembra abbastanza di buon umore anche lui, e si ritrova a sospirare di sollievo per questo. Da quando Joey ha cominciato le elementari, non è stato semplicissimo abituarsi: era molto affezionato ai bambini con cui ha condiviso l'esperienza dell'asilo, ha sentito la loro mancanza per tutte queste settimane e ha faticato davvero molto ad ambientarsi.

Oggi è la prima volta che lo vede davvero sereno ed è certo che il motivo, per qualche ragione, sia l'album di figurine che si è fatto comprare ieri e che oggi sta stringendo tra le sue braccia.

"Papino!" esclama Joey contento, correndogli incontro.

"Ciao, amore della mia vita" lo saluta Harry, piegandosi sulle ginocchia per accoglierlo con un abbraccio. "Come stai oggi, pulcino?" gli chiede, prendendolo in braccio. Sa che non lo dovrebbe fare perché ora ha sei anni, Joey è alle elementari e pensa di essere un bimbo grande, ma sente così tanto la mancanza del profumo di suo figlio nelle ore che passa lontano da lui che non è riuscito a resistere alla tentazione di stringerlo a sé.

"Sto bene! Phil mi ha regalato la figurina del mio calciatore preferito."

"Oh, abbiamo anche un calciatore preferito, adesso?" gli chiede, pizzicandogli i fianchi. Da un po' di settimane Joey si è appassionato al mondo del calcio. O meglio, ha sempre amato giocare con la palla, ma da quando è cominciata la scuola ha conosciuto meglio questo universo "grazie" ai suoi compagni di classe che sembrano essere già dei veri e propri tifosi, nonostante siano così piccoli.

"Sì, Phil sa che mi piace tanto e ha deciso di regalarmela. In cambio gli ho dato la mia gomma per cancellare, scusami papà, ma ci tenevo tanto."

"Va bene, pulcino. La ricompreremo oggi" gli promette. Il suo bambino è troppo buono per potersi arrabbiare con lui per un semplice baratto. "Ora posso vedere questa figurina, anche se di calcio non ci capisco niente?"

Joey arriccia il naso in un modo adorabile, mentre apre il suo album di figurine e sfoglia velocemente fino ad arrivare alla pagina che gli interessa. "Eccolo, papà. Lui è il mio Louis."

Harry rischia di avere un vero e proprio mancamento, e costringe alle sue gambe a stare dritte soltanto perché ha in braccio il suo bambino. Intanto i suoi occhi sono incollati su quella dannata e stupida figurina, dove un Louis sorridente fissa l'obiettivo con gli occhi ridotti a due fessure. È così bello, ha soli 24 anni proprio come lui ed è già uno dei calciatori più amati del panorama del calcio mondiale.

Sarebbe così fiero di questo, se solo non lo odiasse. Se solo Louis non gli avesse spezzato il cuore in mille pezzi, talmente piccoli che a distanza di sei anni non è ancora certo di riuscire a respirare bene senza di lui. Gli manca ancora da morire, gli mancano le loro chiacchierate, gli manca avere qualcuno in grado di capirlo con un solo sguardo, qualcuno con cui potersi sentire vulnerabile e ridicolo e tante altre cose senza pensare di essere sbagliato.

Gli sembra così assurdo il fatto che Louis non sappia più nulla di lui. È diventato papà, si fa in quattro tutti i giorni da quando aveva diciotto anni per crescere Joey e Louis non ha la minima idea di tutto questo. Chissà come sarebbero le cose oggi, se fossero ancora migliori amici. Forse questo bambino lo starebbero crescendo insieme e le cose non sarebbero così tanto difficili.

E invece ora Louis è su una figurina nell'album di calciatori di suo figlio. Gli sembra un grosso, gigantesco scherzo.

"Oh. Lui è il tuo preferito?" chiede a Joey, perché sono le uniche parole sensate che gli passano per la testa. Suo figlio gli ha appena confessato il suo amore per Louis, il ragazzo che lui ha amato per tutta la sua vita e che non vede da vicino da sei anni. Sei anni che sembrano essere stati solo sei minuti, per il sentimento che ancora sente di provare per lui.

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