Tale padre, tale figlio

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"Sei venuto davvero."

Harry guarda con incredulità l'uomo che si è fatto spazio tra gli spalti, scivolando accanto a lui e poggiando sulle proprie cosce una valigetta grigio opaco. Osserva tutti i suoi movimenti, con gli occhi sbarrati e le mani che gli tremano per l'ansia, perché da qui a poco comincerà la prima partita dell'anno di Joey e Liam Payne, il famoso tutor Liam Payne, è venuto fin qui per vederlo giocare. Ci aveva perso le speranze, stamattina si è svegliato con un nodo alla gola e un buco nello stomaco, poi si è imposto di darsi una calmata perché probabilmente non sarebbe successo proprio nulla. Sarebbe stata una partita come tante altre, Joey avrebbe fatto vincere la sua squadra come al solito e l'allenatore lo avrebbe pure rimproverato, dicendogli di non essere stato abbastanza egoista da tenere per sé tutte le palle. E invece, qui vicino a lui, c'è la possibilità che oggi qualcosa cambi sul serio.

"Sì, Harry, sono venuto davvero" mormora Liam, voltandosi a guardarlo con un sospiro pesante e rassegnato. Sembra così adulto nel suo completo elegante, così diverso dal ragazzino perennemente in tuta che stava in classe sua alle superiori e che dimenticava sempre il quaderno con i compiti a casa. "Ascolta, sono qui soltanto perché Louis mi ha mandato e perché abbiamo capito quanto questo sia importante per te, in quanto padre. Però devo dirtelo, okay? Non possono esserci favoritismi, se tuo figlio è mediocre o peggio, non sa giocare a calcio, io non posso aiutarti in nessun modo. Dovrò essere sincero con te, non esiste raccomandazione che tenga - "

"Liam, no" lo interrompe Harry, con tono risoluto. "Non ho chiesto a Louis questo per avere favoritismi, è un parere sincero da un professionista ciò che sto cercando. Mio figlio ha bisogno di sapere se sta facendo bene a giocarsi tutto il suo futuro per inseguire questo sogno."

Liam annuisce lentamente, aprendo la valigetta e tirando fuori un piccolo block-notes. "Non sai quante partite guardo all'anno, Harry. Giro come una trottola tutti i giorni per andare a reclutare giovani talenti. In un anno riesco a trovarne al massimo dieci decenti, ciò significa che li mando a fare i provini per gli allievi, perché spesso non sono sicuro neanche io di aver fatto bene. In tutta la mia carriera, sono riuscito a reclutarne solo tre per la primavera del Chelsea e di squadre importanti come questa, ma con il passare del tempo il loro potenziale è scemato e non sono riusciti a diventare calciatori. Dunque, dopo anni di carriera, non ho scoperto neanche un solo campione."

Harry abbassa lo sguardo sulle sue mani, sentendosi improvvisamente demoralizzato. A lui suo figlio sembra bravo, ma è l'ultima persona al mondo che ci capisce qualcosa di calcio e non può metterci la mano sul fuoco. L'unica cosa che sa, è che oggi Liam potrebbe spezzare il suo cuore per sempre. "Joey non sa che ho chiesto una mano a Louis, certo che non lo sa, non voglio che scopra che stavamo in classe insieme. Di conseguenza non sa neanche che sei qui. Forse potremmo non dirgli nulla."

"Harry, non è questo che vuoi. Ma ascolta, a questo pensiamoci dopo, okay?" gli dice Liam, dando un'occhiata al campo dove ora stanno entrando i ragazzi di entrambe le squadre. "Avevo intenzione di non chiederti chi fosse tuo figlio, di guardare la partita e parlarti alla fine del migliore, ma devo dire che guardando quel ricciolino lì non ho proprio dubbi sul fatto che sia lui. Cazzo, è uguale a te."

Joey si guarda intorno, fino a che non trova suo padre lì tra gli spalti. Gli sorride e solleva entrambi i pollici come fa sempre prima delle partite, per rassicurarlo, dirgli che va tutto bene e che sta alla grande. Stavolta ricambia a stento il suo sorriso, con il cuore che gli batte fortissimo e la paura lacerante di aver commesso un errore, chiedendo aiuto a Louis. E se avesse chiesto una mano per spezzare inesorabilmente il cuore di Joey? E se avesse dovuto farsi gli affari propri, lasciando che il destino facesse il suo corso? Joey ha solo quindici anni, è ancora così piccolo, domani potrebbe svegliarsi e decidere di non voler fare questo da grande. Chi è lui per velocizzare il tutto, rendendolo terribile e doloroso?

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