Diventare grande

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"Mi state prendendo in giro?"

La domanda di Harry sorge spontanea, quando aprendo la porta di casa, si ritrova davanti Niall Horan in compagnia di Axel Auriant. Più ci pensa e più non ricorda di aver mai visto questi due insieme. O meglio, non ha bisogno di pensarci, lo ricorda benissimo, perché si è sempre ripromesso di non mettere mai queste due persone sulla stessa strada. Già singolarmente sono un casino, insieme sarebbero stati una fottuta bomba ad orologeria. E ora eccoli qua, davanti alla porta di casa sua, entrambi a braccia conserte e con un'espressione severa che sicuramente hanno programmato di indossare per l'occasione. È ancora in tempo per scappare dalla propria casa?

"Ho chiamato i rinforzi" spiega Axel, afferrando Niall per un polso e trascinandolo dentro casa. "Sono giorni che non vieni a lavoro e mi sto lamentando non perché sentiamo la tua mancanza, non la sentiamo affatto, io sono pure più bravo di te a cucinare e mi piace comandare a bacchetta tutti gli altri dipendenti - "

"Anche tu sei un dipendente - "

"Finalmente sto ottenendo l'autorità che merito, ma non è questo il punto" finge di non sentirlo Axel, richiudendo la porta e guardandolo con disappunto. "Ma ti vedi? Da quanto non esci di casa e non ti fai una doccia? Ad occhio e croce sarà passata, vediamo - "

"Una settimana?" suggerisce Niall. "No, forse sono passati sei giorni da quando è rimasto solo."

Harry alza gli occhi al cielo, dando le spalle ad entrambi e camminando verso il divano. "Siete così melodrammatici, Dio Santo. Sto soltanto approfittando della casa libera per dedicarmi un po' di tempo. Non pensavo di dover dare spiegazioni, sono un uomo adulto, con un'attività ben avviata e posso assentarmi dal lavoro tutto il tempo che mi pare."

"Questo mese non ti farò avere neanche un centesimo, Harry" lo avverte Axel, puntandogli il dito contro e guardandolo con aria minacciosa.

"Come ti dicevo, sono un uomo adulto e con un'attività ben avviata" ripete Harry, ricambiandogli la stessa occhiata. "Se non la smetti di comportarti in questo modo, ti licenzio."

Axel si sente semplicemente oltraggiato. "Oh fallo pure, voglio vedere chi la manda avanti la baracca quando ti chiudi in casa perché non hai uno straccio di uomo e ti manca tuo figlio."

"Sei così cattivo" risponde Harry, lasciandosi cadere tra i cuscini del divano. "Sul serio, ricordami perché ti ho preso a lavorare nella mia pasticceria - "

"Time out!" li interrompe Niall, parandosi tra di loro per mettere fine a questa inutile discussione. Il fatto che sia l'unico qua capace di mantenere il controllo la dice piuttosto lunga sullo stato mentale di Axel e sulla scarsa pazienza di Harry. "Non siamo venuti qua per litigare, ma per sistemare la situazione. Harry, Axel mi ha contattato su Facebook disperato, dicendomi che non esci di casa da quando Joey è partito. Gli ho detto di stare tranquillo e che avremmo risolto questa situazione insieme, quindi ora datevi una calmata tutti e parliamo."

Axel mette su un broncio degno di un bambino di due anni, mentre si siede dall'altra parte del divano per tenere un po' di distanza tra lui e quel pallone gonfiato del suo capo. "Io non ho niente da dire."

"Axel" lo ammonisce Niall, e wow, davvero, non gli era mai capitato di essere il più maturo di una situazione. "Non è il momento di litigare con Harry, ma di fargli fare una doccia, farlo vestire ed uscire di casa. Magari riusciamo una volta e per tutte a trovargli un buco in cui mettere la sua scopa?"

"Le metafore gay non fanno per te, amico" risponde Axel, trattenendo una risata. "E per la cronaca, il buco qui è Harry. Lui non mette la scopa, la riceve."

"Wo wo wo, basta parlare della mia scopa" li zittisce Harry, profondamente turbato dal modo in cui Axel e Niall stanno parlando della sua vita sessuale. Manca tanto così e li caccia di casa, entrambi. Anzi, non di casa, dalla sua vita. Gente così non merita un posto. "E poi, se proprio può interessarvi, Louis stava per darmi la sua di scopa negli spogliatoi quando ho accompagnato Joey al centro."

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