Un branco di codardi

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"Non ci credo che stai davvero mangiando un gelato. A marzo."

Joey e Logan stanno passeggiando per le vie del centro di Cobham, probabilmente per la prima volta da quando si conoscono lo stanno facendo di giorno. Sono sempre stati così impegnati con il calcio e con la scuola che non sono mai riusciti a ritagliarsi un po' di tempo per fare semplicemente questo, di pomeriggio, come due ragazzi normali che si frequentano. La loro relazione era relegata sempre alla loro camera da letto, era ovvio che fosse così per certi versi perché convivevano e sentivano poco l'esigenza di uscire quando erano una coppia. Ora che sono amici, e che non vivono più insieme, è necessario fare cose come queste per potersi vedere.

"Be'? Inizia a fare caldo."

"Ma non è vero!" esclama Logan, divertito. "C'è il sole, ma fa comunque ancora freddo."

Joey gli fa una linguaccia, per poi tornare a mangiare la sua coppetta di gelato al cioccolato. "Se Louis mi vedesse adesso, mi caccerebbe definitivamente dalla squadra."

"Come va questa mezza convivenza con lui?" gli chiede Logan, perché sono diverse settimane oramai che Joey trascorre con lui quei giorni in cui ha bisogno di staccare. Dato che non può più tornare da suo padre, perché hanno litigato, è Louis che lo ospita tutte le volte. "Davvero ti sveglia presto anche la domenica per allenarti?"

"Sì, lo fa" risponde Joey, con un sospiro. "Però va bene, voglio dire, è normale. Mi sono comportato davvero come un coglione e lavorare come un matto non mi sta stancando, anzi. Il pensiero di riuscire a recuperare se lo faccio, mi spinge a provarci ancora di più."

Logan sorride, mentre si ferma e si appoggia ad un muretto. "Questo è il Joey che conosco io. Stai tornando ad essere quello di prima, sempre di più ogni giorno che passa" gli dice, guardandolo con una punta di orgoglio che non sa neanche se ha il diritto di provare. Intanto Joey ricambia il suo sguardo compiaciuto, sistemandosi a cavalcioni sul muretto accanto a lui e tornando a gustare il suo gelato. "Sai anche cosa farebbe, il Joey che conosco io?"

"Ti costringerebbe a mangiare il suo gelato?" ci prova Joey, avvicinando un cucchiaio colmo di cioccolato alle labbra di Logan, che prontamente lo schiva perché sa a che gioco sta giocando. Non sta provando a fare altro che provocarlo, come fa spesso quando sono insieme, con quei suoi occhi da cerbiatto che sono in grado di fotterlo ogni volta. "Cattivo."

"Il Joey che conosco io, parlerebbe con suo padre perché sono settimane che non vi sentite e tutto questo è innaturale" prova a fargli capire Logan, voltandosi anche lui e mettendosi nella sua stessa posizione per guardarlo negli occhi. "Jo, né io né Louis vi stiamo pressando, però uno tra voi due dovrebbe fare il primo passo. E credo che questa persona dovresti essere tu, perché sei tu quello che ha preteso spazio e lui ti sta semplicemente accontentando."

Joey mangia l'ultimo cucchiaio di gelato rimasto, con lo sguardo un po' perso e improvvisamente triste. "Logan, gli ho detto di non voler più essere suo figlio."

"Sì, lo so."

"Hai idea di quanto questo lo abbia ferito e deluso? Con quale faccia torno da lui?"

Logan sorride un po', facendosi più vicino a lui e accarezzandogli i capelli. "Finalmente lo hai ammesso. Ero sicuro che non avevi ancora fatto niente per questo motivo."

"L'adolescente ribelle ho smesso di farlo quando ho bussato alla tua porta qualche settimana fa" gli fa notare Joey, un po' imbronciato, lanciando la coppetta vuota di gelato nel bidone che c'è a qualche metro da loro e facendo centro. "Logan, te lo giuro, non sto più facendo i capricci. Sono grato a te e Louis per tutto quello che state facendo per noi, ma ho bisogno di un po' più di tempo per trovare il coraggio di farlo. Capisci?"

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