La notte del cacciatore

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{Honest to God I'll break your heart

tear you to pieces and rip you apart}

~30STM - Night of the hunter


La notte del cacciatore

Mi sentivo fiacco, indolenzito e con la testa che girava. Forse era una delle mattinate peggiori da due anni a questa parte. La prima, beh, si poteva facilmente immaginare quale fosse stata.

Nemmeno il tempo era il massimo: nebbia che avvolgeva l'intera città, freddo pungente che penetrava nelle ossa, irrigidendo ogni muscolo e tendine, impedendo movimenti fluidi e rapidi. Una tipica mattinata autunnale inglese.

Si sentiva ancora l'odore della pioggia scrosciata durante l'intera notte; tutto era bagnato, dalla strada alle foglie dei sempreverdi che segnavano il perimetro del mio quartiere.

Non avevo voglia di alzarmi dal letto per andare a scuola. Intanto i corsi non erano obbligatori, sarei potuto rimanere nel caldo delle mie coperte invece che sfidare il freddo insopportabile, ormai parte della mia vita.

Contro la mia volontà, mi alzai e mi preparai per affrontare l'ennesimo noioso e piatto giorno di scuola. Ormai solamente le pattuglie serali mi svegliavano un po', facendo rinascere il cacciatore che era nato e cresciuto in me grazie a lei.

I ricordi continuavano ad affollare la mia mente anche mentre mi avviavo verso l'università. Ripensavo a quando avevo conosciuto Kim, al nostro incontro al Midnight's Dream, quando l'avevo aiutata a uccidere Arthur, poi Henry, infine Victor. Sentivo ancora nella mia testa le parole di Derek della sera precedente.

"Mi dispiace deluderti, ma se stai soffrendo è solo colpa sua. Non importa quante notti hai passato insonne per colpa di questa velenosa pioggia. Lei se n'è andata e non ha intenzione di tornare."

Quanto aveva ragione, purtroppo. Non potevo continuare così, tirando avanti per il rotto della cuffia ogni giorno, rischiando di impazzire. E sembrava anche che la caccia iniziasse a non essere più efficace come prima; non mi teneva più impegnato come una volta. Potevo infilzare il cuore di mille vampiri, ma ciò non mi impediva di pensare a lei, di sentire i miei battiti accelerare per l'agitazione e il rimpianto.

Ero diventato quello che lei era un tempo: freddo come il ghiaccio.

Insopportabilmente freddo.


«Ti ho detto di lasciarmi in pace Logan!» sentii strillare appena sceso dalla macchina.

Aggrottai le sopracciglia, guardando verso la direzione dalla quale era arrivata la voce. Il cowboy stava tenendo bloccata Ashley contro la sua macchina, impedendole la fuga con le braccia appoggiate sulle portiere. Come se avesse voluto tenerla in gabbia.

Mi avvicinai a loro, continuando a tener gli occhi fissi sulla scena.

«Lo sai benissimo che non voglio importunarti o darti fastidio, ma ho bisogno di saperlo» insisteva il mio amico.

«Sapere cosa?» li interruppi bruscamente.

Entrambi si voltarono verso di me, smettendo subito di litigare. Ashley sembrava essersi rilassata, mentre Logan non aveva ancora tolto le braccia da quella gabbia che aveva costruito tra lui e la ragazza.

Nessuno dei due sembrava esser intenzionato a rispondere alla mia domanda, poi però il cowboy digrignò tra i denti: «Se ha spifferato anche una sola parola su quello che facciamo e ciò che è successo.»

«Che vantaggio mi verrebbe a raccontare al mondo intero di avvenimenti successi due anni fa? Di vampiri poi, nessuno mi crederebbe. Anzi, mi darebbero della psicopatica» strillò di nuovo.

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