Alibi

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{We both could see crystal clear

That the inevitable end was near}

~ 30 Seconds To Mars - Alibi


Alibi

Piegai la testa su un lato, osservandolo mentre studiava. Era così adorabile quando si concentrava, anche se la sua mente era altrove. Questo mi fece sorridere.

Bussai con due dita alla finestra e subito si voltò verso la mia direzione, alzandosi di scatto. Si avvicinò e mi aprì, in modo che potessi entrare in camera.

«Cosa ci fai qui? Ci sono i miei in casa» sussurrò cauto.

Senza che se ne accorgesse andai a chiudere a chiave la camera, così sarebbe stato più difficile per loro sentirci. «Scusa se me ne sono andata questa mattina, ma ho sentito tua madre che stava salendo in camera perciò ho preferito evitare certe spiegazioni» spiegai, avvicinandomi e dandogli un veloce bacio.

Mi rispose con un sorriso abbagliante. «Tranquilla, almeno ho studiato un po'. Tra una settimana ho un esame di italiano.»

Rischiai di scoppiare a ridere, per cui mi portai subito una mano sulla bocca. «Italiano? Andiamo, non dirmi che studi anche per gli esami di Eric!»

Affilò lo sguardo, ma in modo scherzoso. «Sai che sono un ragazzo diligente» ridacchiò.

«Ed io sono in carenza d'affetto» risposi saltandogli in braccio e dandogli un lungo bacio, mentre le mie dita si muovevano lentamente tra i suoi capelli.

«Di già? Sono passate solo poche ore.»

«Ma abbiamo perso due anni» gli feci presente. «L'ho detto: dobbiamo recuperare il tempo perso.»

Lo stare così a lungo vicino al corpo caldo di Gabriel mi fece venire una sete inimmaginabile. La mia mente continuava a ripercorrere le ultime ore trascorse con lui sotto le coperte, la pelle umida in contatto con la mia, le sue labbra sui miei capelli mentre mi coccolava dolcemente.

Forse mi stavo spingendo un po' troppo oltre il limite, vista la mia propensione a bere sangue umano. Non che avrei fatto del male a lui, questo poco ma sicuro, ma era davvero difficile per me resistere ogni volta a quella maledetta tentazione. Forse, se negli ultimi due anni mi fossi abituata a bere solo dai vampiri, a quest'ora non avrei avuto questo problema.

E invece eccomi qui, a camminare annoiata tra i boschi deserti della periferia di Londra, in attesa di qualcuno che volesse uccidermi per potermi cibare. Aspettare che qualche vampiro mi trovasse non era di certo uno dei miei passatempi preferiti, ma dovevo essere cauta: i Venatores sapevano di me, sapevano che fossi viva e che mi trovassi a Londra, o che mi fossi messa in contatto con i miei amici.

Non potevo rischiare di metterli in pericolo: non me lo sarei mai perdonata.

Tornare nella mia città, dopo tutto quel tempo, era stato tremendamente difficile. Vedere Gabriel che continuava a cacciarsi nei guai solo nella speranza di potermi vedere di nuovo, di potermi abbracciare, mi spezzava il cuore. Non avrei mai dovuto permettergli di vedermi ancora viva, mentre la mia bara veniva sepolta sotto un cumulo di terra. Per lui sarei dovuta rimanere morta, per tenerlo al sicuro.

Ma ero consapevole che, prima o poi, Derek avrebbe confessato le verità: potevo ingannare gli umani come Gabriel, Logan, Eric o i miei genitori. Ma non potevo darla a bere ad un vampiro con due secoli di esperienza in più di me.

Misi le mani sui fianchi, continuando a scalciare alcuni sassi che uscivano dal terreno freddo del boschetto. Intorno a me potevo sentire il canto degli uccelli, il vento che soffiava tra le foglie ricoperte di rugiada, lo squittire dei piccoli scoiattoli nascosti nei tronchi.

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