La mia ossessione

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{You're my obsession

My fetish, my religion

My confusion, my confession

The one I want tonight}

~ Cinema Bizarre - My obsession


La mia ossessione


Controllai il perimetro di casa mia, assicurandomi che non ci fosse nessuno nell'arco di almeno un chilometro. I miei genitori erano in casa e Klaus, lo Stregone Benefico che aveva mandato Augusto in mio aiuto, continuava ad osservarmi con aria interrogativa e preoccupata.

«Tutto regolare» gli dissi tornando sull'albero dalla quale teneva d'occhio la situazione in quella zona.

Annuì debolmente, stringendo le labbra e studiandomi a fondo. Non lo guardai a lungo, ma invece mi concentrai sulla mia casa: non sentivo l'odore di Derek nei paraggi, perciò significava che non era andato da Hilda. Anche se, effettivamente, non aveva alcun motivo per andare da lei. Magari avrebbe potuto dirle "oh scusa Hilda, ma ho quasi ucciso tua figlia e trasformato una ragazza".

«Credi che si sia alleato coi Venatores.» Era la prima volta che sentivo la voce di Klaus: era melliflua, rilassante. Avrei potuto ascoltarlo per ore mentre blaterava di qualsiasi cosa, sensata o insensata che fosse.

Abbassai la testa, pensando a Derek, a come si era comportato due sere prima. Che diavolo gli era saltato in mente? Perché ci aveva attaccati, perché era scomparso? «Ne sono quasi sicura» risposi senza togliere gli occhi dalla casa.

«Non farebbe mai una cosa simile. Andrebbe contro suo padre e non oserebbe mai contraddire Augusto: gli deve la vita» continuò.

Soffocai una risata nervosa, cercando di controllare la mia presa sul ramo alla quale mi ero aggrappata. «Anche a Cristabel ora dovrà la vita. Ḕ facile per voi parlare, intanto siete un'altra di quelle famiglie che quei schifosi traditori si impegnano a proteggere, siete gli intoccabili.»

Sentii Klaus sfogare la sua rabbia con la sua energia, inondandomi di scariche elettriche. Era potente, molto potente. Non per altro era stato scelto da Augusto come quello più adatto a proteggere la mia famiglia. Non avevo idea se avessi più potere io, ma certamente sarebbe stata una bella gatta da pelare in battaglia.

La differenza tra me e lui era, però, che io non potevo morire così semplicemente. Se davvero non fossi stata figlia di Victor, a quest'ora Derek mi avrebbe mandato all'altro mondo.

«Tu sei figlia di colui che ha dato via a questa stirpe di dannati, con che coraggio affermi una sentenza del genere?» ringhiò.

«Intanto sono io quella a cui danno la caccia, anche se la mia famiglia era la più intoccabile di tutte.» Solo in quel momento spostai i miei occhi infuocati su di lui. Le sue iridi erano viola col contorno color nocciola, mentre i miei scintillavano per la rabbia. «Ecco con che coraggio lo affermo: quella non è la mia famiglia per scelta mia.»

Klaus si voltò completamente verso di me, sovrastandomi col suo fisico: era alto almeno uno e novanta, con muscoli che lo riempivano da capo a piedi. Non avrà avuto più di trent'anni quando era stato trasformato ed aveva sottili capelli castani che portava dietro le orecchie, in un taglio semi lungo. Puntò un dito contro il mio petto, mostrandomi i canini affilati.

«Vuoi sapere come sono morto? Il figlio di Victor, Arthur, era venuto a trovarmi a notte fonda in casa mia, mentre dormivo con mia moglie. Era il 1645, a Trento. Prima ha massacrato la donna che amavo e con la quale mi ero sposato da pochi mesi, poi ha lasciato me mezzo morente sulla porta di casa. Lì mi ha trovato Augusto e mi ha fatto diventare ciò che sono; da quel momento gli ho giurato totale fedeltà. Ho accettato di venire a Londra con te perché so che si fida di me, ma non l'ho fatto per sentirmi dire certe cose da una ragazzina.»

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