Così fredda

960 67 20
                                    

{If you find your family, don't you cry

In this land of make-believe, dead and dry

You're so cold, but you feel alive

Lay your hand on me one last time}

~ Breaking Benjamin - So cold


Così fredda

Lanciai un'occhiata a Klaus mentre entravo nel cortile, annuendo debolmente. I suoi pensieri erano confusi, dispiaciuti, preoccupati. Per lui Derek era come un fratello minore, così aveva detto lui stesso. E tra le braccia portavo la sua seconda vittima. Di Sinéad non c'era traccia, probabilmente era andata a cibarsi.

Salii lentamente gli scalini, fino ad arrivare davanti alla porta d'ingresso. Ormai ero completamente fradicia, la pioggia scendeva a dirotto e, ogni tanto, si alzava l'aria. Per me non era un problema, quanto per Eric e Logan: rischiavano di ammalarsi gravemente. Cristabel chiudeva la fila, controllando che nessun altro ci avesse seguito.

Feci un lungo sospiro, esitando sulla porta. «Sei davvero sicura?» chiese Eric per l'ennesima volta, almeno la ventesima da quando eravamo andati via dall'Highgate.

«Possiamo trovare un altro posto» lo appoggiò Logan, sistemandosi il cappello in testa. Le sue lacrime si erano mescolate alla pioggia, ma dall'odore percepivo che non aveva ancora smesso di versarle. Cristabel mi sorprese molto: non aveva pianto, non aveva ceduto all'odore del sangue, ma aveva soffocato tutto dentro di sé. Probabilmente era un'altra delle sue doti.

«Non c'è nessun altro posto» risposi voltandomi verso loro. Gabriel era tra le mie braccia, occhi e labbra chiuse, un leggero battito cardiaco che segnava la sua trasformazione. Presto si sarebbe fermato del tutto.

Tornai con lo sguardo sulla porta, chiusi gli occhi e feci un lungo respiro.

Aspettavo - e temevo - quel momento. Sperai solo di avere la forza per farlo, e che anche i miei genitori l'avessero.

Suonai il campanello, sentendo i cuori alle mie spalle aumentare il battito. Tornai ad osservare Gabriel, sentendo di nuovo gli occhi bruciare e le lacrime che stavano, lentamente, scendendo. Non sentivo più il profumo del suo sangue perché Derek lo aveva quasi prosciugato, non sentivo la sua energia, non sentivo proprio nulla se non quell'insopportabile attaccamento del sangue di vampiro sui suoi tessuti, soffocandoli e bruciandoli in un lento processo doloroso.

Sentii dei passi avvicinarsi alla porta e mi agitai sempre più, fino a quando non vidi la maniglia scendere.

Alzai la testa e incontrai immediatamente lo sguardo di Hilda.

Non c'erano parole per descrivere la sua espressione.

Rimase letteralmente inchiodata alla porta con sguardo assente, le labbra socchiuse, il cuore a mille. Non avevo idea di cosa dire, anche perché non avevo parole da spendere.

Spostò il suo sguardo dietro le mie spalle, trovando Eric, Logan e Cristabel, che non conosceva ancora. Infine, sul corpo di Gabriel tra le mie braccia: notò immediatamente lo squarcio sulla sua gola ed il sangue che gli aveva sporcato la maglia, anche se la pioggia aveva un po' eliminato la traccia.

«Mamma» cominciai con voce che tremava. La vidi fremere in ogni muscolo, imbambolata davanti a me. La sua mente era in delirio.

Come darle torto.

«Hilda?» sentii la voce di mio padre che si avvicinava. Nell'esatto momento in cui si fece vivo davanti alla porta, mia madre svenne. Irvine la prese al volo, alzando poi gli occhi su di me: la sua espressione era la stessa che aveva avuto mia madre non appena aveva aperto la porta.

HurricaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora