Scarlatto

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{Like a flower, grows on intentionally towards the sun

I grow towards the one that hurts me most}

~Delain - Scarlet


Scarlatto


Arrivammo davanti all'entrata in rigoroso silenzio.

C'erano le solite guardie appostate al cancello e subito mi videro. Kim indossava un mantello nero col cappuccio che le copriva il volto, così per non farsi vedere dagli altri.

Una ventina di vampiri si avvicinarono e aprirono senza chieder nulla: sapevano già che sarei arrivato. La cosa che mi stupì di più era il fatto che non fermarono Kim per vederle il viso. Magari stava usando qualche strano potere per non farsi scoprire, o magari sapevano già che ci sarebbe stata anche lei.

«Quanto lusso» mormorò osservando la reggia. Il pavimento in marmo era antichissimo e Kim non era abituata a vedere tanto sfarzo. «Ricordati che ho vinto io la gara, mi devi qualcosa.»

«Quello che sto facendo è la tua ricompensa» borbottai.

La sentii ridacchiare, per poi tapparsi la bocca con la mano in un gesto teatrale. «Quanto sei teso. Rilassati un po', mica ti mordo.»

Mi limitai a sorridere, mentre - ancora un po' insicuro - spingevo il portone della sala di mio padre.

Non appena Augusto e Bruno mi videro - pieno stupore dipinto sul viso di quest'ultimo - fecero uscire tutti quanti, guardie comprese.

La sala era sempre oscurata a causa delle tende color sangue che lasciavano filtrare ben poca luce. Tutto l'oro che ricopriva la stanza riusciva, però, ad illuminare un po' l'ambiente.

«Padre» dissi avvicinandomi e scambiando un abbraccio affettuoso col mio creatore.

L'uomo anziano mi strinse con forza, quasi soffocandomi. «Derek, sapevo che saresti tornato presto» mi salutò.

Spostai i miei occhi su Bruno e abbracciai in modo fraterno anche lui.

«Ormai non si avvisa più quando si fanno le visite di cortesia?» chiese tirandomi una pacca sulla spalla e spostando i suoi lunghi capelli biondi dietro le spalle.

«Non è una visita di cortesia in realtà» mormorai sorridendo amaramente.

Spostò poi i suoi occhi su Kim, ancora immobile qualche passo dietro me. Sentiva profumo di vampiro - un ottimo profumo - ma siccome non riusciva a leggere nella mente non riusciva a capire chi fosse. In realtà nessuno riusciva a penetrare i suoi pensieri, ormai.

Si fece avanti, ridacchiando divertita. «Intanto non c'è più bisogno di nascondersi» mormorò afferrando il mantello.

Si tolse il cappuccio dal viso e fissò intensamente Augusto, provocandogli quasi un brivido per lo stupore. Bruno mi mise una mano sulla spalla per reggersi in piedi, mentre la vampira si scioglieva in un magnifico sorriso.

«Kimberly Sarah Drake» si presentò facendo un inchino piuttosto teatrale, spostandosi il mantello dal corpo e lasciandolo dietro la schiena. Indossava un semplice paio di jeans a sigaretta, stivali neri ed una maglia a maniche lunghe color militare.

Mio padre - ancora con occhi spalancati - si avvicinò a lei, rimanendo comunque leggermente distante. Sollevò le mani, ma non la toccò realmente.

Bruno continuava a scuotermi, rimanendo con lo sguardo fisso su Kim. La sua mente era piuttosto confusa.

È lei, è davvero lei, è Kimberly, continuava a ripetersi.

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