-Capitolo 11-

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T/N pov
Rivaille mise ad un certo punto le sue mani dentro la mia maglietta, precisamente sulla schiena.

Feci per levarmi, finché lui non mi tranquillizzó.

<<Non preoccuparti, non ti toccherò senza il tuo consenso>> mi disse con tono dolce.

Mi slacció il reggipetto, e tolse subito le mani, cosa che mi fece tranquillizzare.

<<Pensavo saresti stata più comoda >> chiarì subito lui.

Ben presto mi addormentai, ancora confusa di quello che era successo.

La mattina successiva, fui svegliata da Rivaille, che era già vestito.

<<Arrivo, tu aspettami fuori >> gli dissi con la voce impastata dal sonno.

<<Sbrigati mocciosa >> mi disse uscendo dalla camera.

Nel giro di qualche minuto mi vestì ed uscì dalla camera, dirigendomi con Rivaille nella sala, per fare colazione.

<<Come avete dormito? >> chiese Kuchel spalmando un pó di marmellata su una fetta di pane.

Eren guardó dall'altra parte, visto che io e Rivaille lo fulminammo con lo sguardo.

<<Rivaille e T/N stavano facendo cose poco caste >> disse Mikasa tagliando un pezzo d'albume.

<<Cosa?! Non è vero! >> urlai io sbattendo le mani sul tavolo.

<<Non c'è bisogno di vergognarsi >> disse Kuchel, convinta che sua nipote stesse dicendo la verità.

<<Tch, state zitti. Io e T/N non abbiamo fatto nulla, ti ho già detto moccioso, che le stavo dando una lezione>> rispose Rivaille prendendo del bacon.

<<Basta alludere a doppi sensi! >> gli urlai.

<<e tu basta parlare sei fastidiosa >> mi disse irritato.

<<E tu basta respirare la mia stessa aria, anzi basta respirare in generale! >> gli dissi stringendo i pugni.

<<Tutto pur di non vederti >> mi disse alzandosi da tavola.

<<Non credere che io sia felice di essere qua! >> gli urlai, venendo ignorata.

Appena se ne andó, sospirai e mi sedetti a peso morto sulla sedia.

<<T/N... >> disse Eren nell'intento di chiedere scusa, perché era consapevole che avevo intuito che aveva raccontato nel modo sbagliato le cose a Mikasa.

<<Stai zitto o ti spacco la faccia >> gli dissi urlando.

<<T/N non ti azzardare a far male ad Eren! >> mi urló Mikasa.

<<Stai zitta anche te, deficiente che non sei altro>> le dissi andandomene.

Le strade a Marley erano molto più tristi rispetto a Paradis, ma non mi importava davvero.

Arrivai ad un prato completamente verde, e mi sedetti sull'erba asciutta.

Dopo qualche minuto si avvicinó una ragazza castana che mangiava una patata bollita, accompagnata da un ragazzo con una rasatura e gli occhi orati e un ragazzo dei capelli castani e una rasatura leggera dietro, con la faccia da cavallo.

<<Hey, vuoi un pó? >> mi chiese porgendomi un pezzo di patata.

<<No, vattene >> le dissi scocciata.

<<Abbassa la cresta! Anche se sei stupenda non hai il permesso di trattarci così>> mi urló il ragazzo dalla faccia di cavallo.

<<Sentiamo cosa vuoi fare sennó? >> gli chiesi alzandomi.

<<Hah, non finirà be->> inizió lui, ma venne interrotto da me che gli diedi un calcio sulla mandibola, facendogli sanguinare il labbro.

<<Tu brutta schifosa! >> urló lui.

<<J-Jean credo che lei sia la principessa di Paradis, la fidanzata di Rivaille Ackerman >> gli disse l'amico dandogli una gomitata.

<<Non dire che sono la sua fidanzata, io lo odio a quel bastardo >> dissi nervosa.

<<Molte ragazze vorrebbero essere al tuo posto >> disse la ragazza castana mordendo un pezzo di patata.

<<Glielo concederei volentieri >> risposi frustrata.

<<Però è carino >> disse il ragazzo rasato cercando di calmarmi.

<<Carino? Ma non farmi ridere >> dissi negando l'evidenza.

<<Come ti chiami a proposito? >> mi chiese la ragazza che ormai aveva finito il suo pasto.

<<T/N T/C, voi? >> chiesi guardandoli dall'alto in basso.

<<Io sono Sasha, Sasha Blaus! >> disse la ragazza contenta.

<<Connie, lui è Jean >> mi disse il ragazzo con la rasatura indicando l'amico.

<<sapevo presentarmi da solo>> esclamó Jean.

Passammo un pó la giornata insieme, anche se la maggior parte delle volte quando Jean ci provava con me gli tiravo uno schiaffo.

Restammo insieme fino a tarda sera, a fare qualche cazzata insieme.

Verso mezzanotte, sentì la voce di Rivaille.

<<Mocciosa ti sto cercando da ore! >> mi urló tirandomi per un polso.

<<Ho detto che non voglio respirare la tua stessa aria e tu hai accettato, quindi smamma >> gli dissi spingendolo.

Lui guardó i tre ragazzi, che subito si misero un pugno sul cuore.

<<A voi tre non avevo dato il giorno libero per stare con T/N>> disse serio, assottigliando lo sguardo, facendomi anche capire che erano dell'esercito.

<<Sto con chi voglio >> risposi.

<<Ho capito ma è notte fonda, sai quanto ero preoccupato?! >> mi chiese urlando.

<<E che me ne importa >> gli dissi.

<<senti a te non sembra ma ci tengo a te, e se scompari da un momento all'altro mi fai prendere un infarto, ho chiamato letteralmente dieci soldati per cercarti! >> mi urló tenendomi per un polso.

<<Come vuoi. Ci vediamo ragazzi!>> dissi andandomene.

Rivaille mi inseguì e mi spinse contro un muro.

<<Smettila di comportarti come una bambina, non sei l'unica che soffre>> affermó lui, anche se sapevo che aveva ragione.

<<Non mi importa, io con te non voglio avere nessun tipo di rapporto, ignoriamoci, quando ci sposeremo si vedrà>> gli dissi.

<<Io almeno ci provo ad andarci d'accordo con te >> rispose.

<<Nessuno ti ha mai obbligato >> risposi spingendolo via.

<<Nessuno mi ha mai obbligato, è vero, ed è per questo che dovresti capire che magari se fossi un pó più docile potremmo andare d'accordo >>

<<Non voglio dare soddisfazione a mia madre ok?! >> gli dissi.

<<Allora se non vuoi far felice lei , fai felice me!>>

Angolo autrice
Dopo uno stalkeraggio del mio supplente, ho visto che ha la madre del Madagascar e il padre italiano, e che è del 1988.

Inoltre oggi mi ha sorriso dopo che ha visto il manga di aot che ho portato a scuola.

Il problema è che va d'accordo con tutti rip.

La vita da un'altra prospettiva ❤︎Levi x Reader ❤︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora