Kendall 's Pov
Entro nel laboratorio di fisica appoggiando la testa sul banco frustrata sotto lo sguardo di quei pochi compagni che sono già qui. Ma vedi tu se quel demente non sa essere un fidanzato nel privato e poi davanti agli altri fa il maschio alfa, che schifo veramente. Alzo la testa completamente scazzata e mi ritrovo Rue che mi guarda divertita.
"Piaciuto lo spettacolo?" Mi massaggio le tempie tremendamente stanca, la testa inizia a girarmi e sto cominciando a preoccuparmi...merda non ora.
"Si caruccio." Ridacchia ma quando vede che continuo ad aprire e chiudere gli occhi lentamente mentre continuo a massaggiarmi i lati della fronte, il suo sorriso si spegne piano piano. "Hey, tutto bene?" Si avvicina preoccupata, sedendosi affianco a me.
"Si si, mi sento solo stanca." Prendo un bel respiro e provo a sorridere ma mi esce solo un mezzo accenno di quello che è il più stanco fra i sorrisi. "Stanotte ho fatto la maratona di Shadowhunters. Torno a casa così mi riposo un po'."
"Se vuoi ti accompagno, non farti problemi."
"Non preoccuparti, chiamo un taxi." Provo ad alzarmi ma con molte difficoltà.
"Non riesci nemmeno a reggerti in piedi, dai." Mi prende sottobraccio togliendomi lo zaino dalle spalle e io mi sento molto più leggera.
"Non ci credo alla tua scusa, per una nottata passata in bianco non si può stare così male." Si volta verso di me guardandomi un po' male, provo a difendermi ma non saprei che cosa dirle. Usciamo fuori dalla scuola e ci dirigiamo verso la sua auto, mi apre la portiera e mi aiuta a sedermi sul sedile, richiude la portiera e va dall'altra parte entrando anche lei.
Per tutto il tragitto non parliamo, lei continua a guardarmi sottecchi e l'unica frase che galleggia in questo silenzio mortale è la sua domanda per sapere il mio indirizzo, rispondo con la voce impiastrata di sonno per poi crollare a dormire e l'ultima cosa che sento è: "Ciao April."
Mi risveglio di soprassalto sul divano di casa mia e la prima cosa anzi persona che vedo è Madison preoccupata, che fa avanti e dietro per il salotto.
"Cazzo Kendall." Appena nota che sono sveglia mi salta al collo abbracciandomi.
"Hey, dov'è Rue?" Chiedo ricambiando l'abbraccio, lei si scosta un po' e mi guarda titubante. "Madison che hai fatto?" Torno a sdraiarmi visto che la testa inizia a sbattere mentre lei si alza.
"Non le ho detto nulla, non voleva andarsene perchè diceva che non credeva alla scusa della nottata, così le ho detto che questi sintomi sono dovuti alla pressione. E' andata via ancora più arrabbiata continuando ad essere convinta che le stessimo nascondendo qualcosa." Dice tornando a sedersi vicino ai miei piedi, li alza e striscia sotto le mie gambe per poi appoggiare i miei piedi sulle sue di cosce.
"Ok, le parlerò io. Grazie per non averle detto nulla." Le faccio l'occhiolino mentre giochicchio con le ciocche dei miei capelli.
"Sai che avrei voluto dirle tutto, se le persone che ti stanno attorno non lo sanno come possono sapere cosa fare, non posso tenerti sotto controllo quando stai a scuola." La sua voce è ferma, guarda un punto qualsiasi del salotto e dopo pochi secondi il suo sguardo duro s'incastra col mio facendomi deglutire.
Dopo attimi di silenzio da delle pacche sui miei piedi facendomi capire che devo toglierli. Lei si alza e sale al piano di sopra per poi scendere dopo alcuni minuti con addosso il cappello e il giubbino.
"Dove vai?" Le domando alzandomi appoggiando il mio peso sui gomiti.
"A fare la spesa, fa la brava e prendi le medicine che sono in cucina. Ho chiamato il dottore e mi ha detto che devi iniziare con quelle 3 volte al giorno; colazione, pranzo e cena. Prendile e fa la brava, non fare sforzi eccessivi." Si avvicina e mi prende la testa fra le mani scoccandomi un bacio sulla fronte. "Ti amo, pulcino."
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L'amore oltre la malattia
Любовные романыLa famiglia di Kendall Argent si trasferisce a San Francisco. Kendall; ragazza sul metro e settanta, occhi azzurri, capelli rasati che sono un misto fra il castano e il biondo. Ha appena scoperto da poco d'essere malata di leucemia (leucemia linfati...