Kendall's Pov.
Osservo April picchiettare le dita in modo nervoso sul legno mentre aspetta che qualcuno le consegni il suo permesso. Guardo le carte che poco fa la segretaria mi ha dato; una è il permesso con la giustifica per entrare alla seconda ora mentre l'altra è una specie di certificato che mi ha dato il dottore, dicendo che avrei dovuto consegnarla o alla segreteria della scuola o alla mia coordinatrice di classe.
Un senso di ansia mi pervade al solo pensiero che pochi minuti fa April era a un passo dallo scoprire tutto sulla mia condizione.
"Ecco il mio permesso, ora possiamo andare. Ti porto in un posto non molto lontano, dove si mangia divinamente." Mi risveglia dai miei pensieri sventolandomi sotto il naso il suo pezzo di carta, entusiasta come se fosse un biglietto per il concerto di Harry Styles. Ispeziono la sua figura come se questa fosse la prima volta che la vedo. Sorride e per la prima volta noto che quando lo fa le appaiono queste due fossette alla fine del sorriso e il suo labbro superiore sia assottiglia di poco. Il suo viso è incorniciato dai suoi capelli che non riesco a decifrare; non capisco se il suo chignon sia ordinato o disordinato.
"Cosa guardi?" Chiede e vedo le sue guance colorarsi di un roseo delicato, abbasso lo sguardo facendo incastrare il mio con il suo. "Allora?" Scuoto la testa e finalmente inizio a parlare.
/Per alcuni attimi hai dimenticato come si muove la bocca per parlare?/
"Stavo cercando di decifrare il tuo chignon." Mi porto il pollice e l'indice sotto il mento facendo finta di essere una pensatrice. "Ordinato o disordinato è questo il dilemma." Resto seria per un paio di secondi e poi scoppio a ridere seguita da lei.
"Dai lascia stare i miei poveri capelli, andiamo che ho una fame da lupi." Mi prende sotto braccio e ci incamminiamo verso il parcheggio, fino a raggiungere il suo scooter. Alza la sella e caccia da quella specie di bagagliaio due caschi.
"Attenta al casco, è di Lauren." Mi porge il casco e io per poco non scoppio a riderle in faccia.
"Carini." La prendo in giro; sono due caschi rosa, uno ha disegnato su Bloom mentre l'altro Stella. "Posso sapere chi è chi?" Cerca di trattenere la ridarella e stranamente ci riesco.
"Io sono Stella ovviamente." Avvicina il casco alla sua faccia fiera.
"Lo sai che Stella è quella 'stupida'?" Mi guarda male e mi porge l'altro casco. "Dai scherzavo." Ma lei continua a guardarmi male.
"Non lo distruggerò promesso." Le faccio l'occhiolino e per un millisecondo vedo le sue labbra allungarsi per formare un mini sorriso, che si spegne subito. Infiliamo entrambe il casco e aspetto che lei salga in modo tale da fare lo stesso. Lei sale e mentre infila le chiavi io salgo mantenendo la distanza; mi osserva divertita dallo specchietto senza parlare ma soprattutto senza mettere in moto.
"Perchè non parti?" Lei si gira leggermente mostrandomi il suo profilo perfetto.
"Beh se non ti avvicini a me non so davvero a cosa tu possa aggrapparti." Ridacchia. Ah le è passata l'offesa. Faccio scorrere il mio corpo sulla sella fino a farlo combaciare completamente al suo, continua a mostrarmi il suo profilo e quando il mio seno entra in contatto con la sua schiena, la vedo arrossire mentre io sento una lunga scossa elettrica lungo la spina dorsale. Mette finalmente in moto girando la faccia, riesco a vedere dallo specchietto che ha ancora lo sguardo puntato sulla sottoscritta mentre s'inumidisce le labbra.
"Andiamo? Sennò facciamo tardi." Dico, lei scuote la testa e da gas sfrecciando per la strada.
Dopo una decina di minuti arriviamo in questo bar, credo sia un bar, al di fuori ha una piccola insegna con su scritto "I quattro calici", affianco all'entrata ci sono vari vasi pieni di fiori di tutti i colori sparsi tra i tavolini.
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L'amore oltre la malattia
Storie d'amoreLa famiglia di Kendall Argent si trasferisce a San Francisco. Kendall; ragazza sul metro e settanta, occhi azzurri, capelli rasati che sono un misto fra il castano e il biondo. Ha appena scoperto da poco d'essere malata di leucemia (leucemia linfati...