Capitolo 4

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Kendll's Pov
 
Siamo sedute come due scrofe sul divano a guardare Netflix da quando ci hanno consegnato le pizze. Sono le 23 e mentre tutti già stanno dormendo o facendo festa, noi donzelle, stiamo facendo un big rewatch di Gossip Girl e mia sorella non fa altro che sbavare ogni volta che vede Chuck.

"Ma la smetti?" Inizio a prenderla a cuscinate facendola sobbalzare dallo spavento. Alza leggermente la schiena dallo schienale del divano e mi guarda male con tutti i capelli  scompinati.

"Stronza. Non mi risulta che io ti prenda a cuscinate quando vedi Serena." E mi da una cuscinata.

"Hai ragione e quindi ti chiedo umilmente scusa. E per dimostrarti che le mie scuse sono sincere." Mi alzo. "Pulirò tutto questo macello." Indico i cartoni delle pizze e le bevande. "Al suo servizio." E le faccio l'occhiolino mentre m'inchino.

Comincio a rassettare e lei guardandomi inizia a borbottare cose tipo 'non mi fido di te mezzosangue'

"Nemmeno io mi fido di te lurida Mangiamorte." Le rispondo facendo una faccia abbastanza schifata. Lei mi fa la linguaccia e poi spalanca gli occhi.

"IDEONA. E SE CI GUARDASSIMO HARRY POTTER?" Fa il labbruccio.

"No, non posso." La blocco mentre vado a buttare le cose in cucina. Ritorno in salotto e la trovo che mette il cd nel lettore. 

"DAI SOLO UNO." Mi supplica.

"Ho detto no, domani devo andare a scuola e poi ti conosco, uno tira l'altro e facciamo l'alba."

"Come se tu avessi bisogno della scuola, hai 18 anni e già sai il programma di quinto a memoria, visto che è stato grazie a te se sono riuscita a diplomarmi." Si alza e mi scompiglia i capelli.

"Fallo di nuovo e ti sparo." La guardo male.

"Se tu mi uccidessi non sapresti mai se ho il midollo osseo compatibile." E mi fa il terzo dito.

"Stronza non lo è, quindi ti ammazzo." E inizio a rincorrerla con il cuscino.

Il giorno dopo a scuola.

Giuro che l'ammazzo. Quella stronza di mia sorella mi ha fatto fare un botto tardi solo perchè lei non riusciva a trovare il telefono e adesso sono bloccata col taxi nel traffico.

"Signorina qui ci metteremo una mezz'ora abbondante." Mi avvisa il tassista girandosi. Guardo l'ora e vedo che sono già le otto e dieci.

"Merda. Va bene vado a piedi. Quanto le devo?" Domando mentre prendo il portafoglio. Lui fa segno di no con la mano.

"Non abbiamo fatto nemmeno un kilometro, non mi deve nulla. Si muova sennò il suo ritardo peggiorerà." E mi fa un occhiolino. Lo ringrazio e mi catapulto fuori. Inizio a correre e dopo una decina di minuti riesco ad arrivare.

"Fanculo." Caccio un enorme sospiro e mi siedo sulle scale dell'entrata.

"Signorina..."Sento dire alle mie spalle, mi maledico mentalmente e mi giro lentamente. Alzo la testa e mi ritrovo la signora della segreteria di ieri. Tiro un sospiro di sollievo e mi alzo.

"Mi scusi per il termine ma oggi ho fatto tardi a causa del traffico e ho dovuto fare un tratto di strada di corsa." Tento di giustificarmi, lei mi sorride dolcemente e annuisce.

"Va bene, adesso mi segua." La sua espressione muta da divertita a seria. "Fisica?" Mi domanda guardando sul suo block notes e io annuisco. Mi guida per 28 corridoi, abbiamo superato 300 porte per poi arrivare finalmente nella mia aula. Mi da un'ultima occhiata per poi bussare.

"Avanti." Sento un vocione dall'altra parte della porta. La signora apre e mi presenta a tutti quanti. Vedo diverse facce assonnate, chi sta con il telefono, chi mangia e chi prende appunti.

"E' in ritardo." Fa notare il prof, sto per rispondere ma la signora mi precede.

"E' colpa mia, abbiamo avuto dei problemi con delle carte." Tuona facendo abbassare lo sguardo al professore. E' un uomo slanciato, ha i capelli solo ai lati della testa e con degli occhiali. Indossa un pantalone marroncino, una camicia grigia un po' stropicciata e un paio di mocassini neri. La signora saluta ed esce.

"Va a sederti." Ordina il prof e io faccio segno con la mano di calmarsi ma lui mi guarda solamente male. Io mi guardo intorno e vedo un posto libero vicino a una persona con il cappuccio in testa e la testa appoggiata sul banco. Mi siedo e lei alza leggermente il capo, non riesco a guardarla negli occhi a causa dei suoi occhiali da sole.

"Piacere Rue." E allunga la mano verso di me.

"Piacere Kendall." E le stringo la mano.

"Perchè ti sei iscritta a questo inferno?" Mi domanda con la voce impiastrata dal sonno.

"Sono brava in fisica." Faccio le spallucce. Lei alza la testa e fa una smorfia con il naso e indica il prof che sta smanettando con il computer.

"Quello è satana." E annuisce.

"Me ne sono accorta." Spalanco gli occhi e stringo i denti aprendo la bocca facendola ridere.

"NON SEI NEMMENO ARRIVATA E GIA' INIZI A DISTRARTI. VIENI ALLA LAVAGNA." Mi richiama il prof.

"Scusa." Sussurra Rue mentre mi alzo. Le faccio l'occhiolino e lo raggiungo.

"AVANTI, SVOLGI QUESTO PROBLEMA." Mi ordina e il suo tono è un misto fra l'arrabbiato e il divertito.

Guardo la lavagna e ridacchio, prendo il gessetto e in meno di cinque minuti riesco a risolverlo facendo rimanere a bocca aperta tutta la classe.

"Fatto." Poso il gessetto e torno al posto, il prof controlla la lavagna per almeno 10 volte per poi girarsi verso di me, prova ad aprire bocca ma la campanella suona facendogli morire le parole in bocca.

"Wow." Dice Rue facendomi un piccolo applauso che mi fa sorridere, lei si alza e mi fa segno di seguirla cosa che faccio, passiamo davanti il prof ridacchiando. Uscite nel corridoio iniziamo a ridere e lei inizia a saltellare continuando a ripetere 'wow'.

"Come hai fatto a farlo, ho visto il secchione della classe in difficoltà mentre tu." Fa uno schiocco di dita. "Ci sei riuscita."

"Aiutavo mia sorella a studiare l'anno scorso, è più grande di noi di un anno. Diciamo che sono una ragazzina prodigio." Faccio finta di essere una vip e lei fa finta di essere una paparazza.

"Mi piaci ragazzina prodigio." Dice lei sorridendo.

"Anche tu mi piaci, lo sai che mi sembri in post-sbornia?" Le faccio notare preparandomi a una sfuriata ma invece le ride e annuisce levandosi gli occhiali mostrando le occhiaie.

"Chi ti dice che io non lo sia?" E mi fa l'occhiolino ridendo, l'osservo un po' e poi rido anch'io.

"Chi ti dice che io non lo sia?" E mi fa l'occhiolino ridendo, l'osservo un po' e poi rido anch'io

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Rue Thompson (Zendaya)

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