Capitolo 38

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April 's Pov

"Come siamo felici, ti sei divertita cambiandoti?" Domanda Lauren appena mi vede.

"Non posso essere felice di passare una serata con voi?" Roteo gli occhi andando in cucina.

"Ma se passiamo letteralmente tutti i giorni insieme. 24 su 24."

"Ti fai troppe domande." Assaggio il ragù, innamorandomene. Finiamo di preparare le ultime cose e nel frattempo Lauren ha continuato a guardarmi con uno sguardo inquisitorio.

Risalgo sopra e decido di riprovare il completino. La porta si apre facendo entrare quella rincoglionita della mia migliore amica.

"WOW." Urla spalancando occhi e bocca.

"CHIUDI LA PORTA LAUREN CAZZO." Sobbalzo per colpa del suo urlo.

"Quando l'hai comprato? Pensavo non lo volessi più" Fa come le ho detto per poi avvicinarsi.

"Non l'ho comprato, l'ha comprato Kendall." Arrossisco.

"Quella pervertita." Commenta ironica. Ridacchio e mi volto guardandomi allo specchio, lei mi abbraccia e appoggia la testa sulla mia spalla. "Stai benissimo." Mi stringe ancora di più. "Sono contenta che lei faccia parte della tua vita."

"Nelle nostre vite." La correggo.

"Già." Sorride debole e si stacca. "Ah sono salita per dirti che sono arrivate, ti sta aspettando." Mi fa l'occhiolino prima di uscire.

Mi guardo per alcuni secondi allo specchio per poi cambiarmi. Finisco di cambiarmi e scendo, sono già tutte a tavola. Serata only women.

"Non merito di essere aspettata?" Domando salutando con un bacio sulla guancia Madison e con uno a fior di labbra Kendall, sedendomi al suo fianco.

"Non sei mica la Madonna." Interviene Rue.

"Simpatica, come un pugno in faccia." Rispondo con una linguaccia e cominciamo a mangiare. Ridiamo e scherziamo, tranne Kendall e Madison. Loro sono quelle che se ne stanno più in disparte. Intervengono solo se le nominiamo, sennò silenzio.

Poggio una mano all'interno coscia della biondina, che in tutta risposta sorride solamente.

"Tutto bene?" Le chiedo sottovoce all'orecchio, lasciandole un bacio sul lobo.

"Si." Si irrigidisce scostandosi un po'.

"Possiamo andare un attimo fuori?" Le chiedo guardandola un po' contrariata, lei annuisce e ci alziamo uscendo.

"Che hai?" Le domando ancora una volta.

"Perchè pensi che abbia qualcosa?"

"Perchè fino a due ore fa eri radiosa e contenta, adesso già è tanto se mangi."

"Non ho voglia di interagire, tutto qua."

"Tutto qua? Perchè mi prendi in giro?"

"Ma non ti sto prendendo in giro." Si mette le mani tra i capelli.

"Si invece, non è solo questo. Che hai? Che è successo? Perchè-"

"PERCHE' NON SOPPORTO TUTTO QUESTO." Sbotta. Respirando profondamente deglutendo.

"Ma che dici?" Provo ad avvicinarmi ma lei si scosta.

"Mi ha chiamato il dottore; farò le chemio la mattina e poi torno a casa ma soprattutto mi ha avvertito che questa sarà tosta. Perdita di capelli, devo imparare a convivere con la costante nausea e la stanchezza. E sono qui a fare finta di nulla. Non sopporto il fatto di fingere... fingere di non star morendo." La sua voce comincia a spezzarsi. Abbassa la testa e si gira.

L'amore oltre la malattiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora