Premessa:
Buonasera tutti, finalmente sono tornata! (Applausi per favore XD). Ho aggiunto questa premessa perché per comprendere questo capitolo è, non necessario, ma sicuramente utile aver letto le ultime due "Pillole di Vita" (Picasso e Buon Viaggio per esattezza), inoltre colgo l'occasione per ringraziarvi tutti perché non solo leggete i miei deliri su CC&AA, ma anche dedicate del tempo a commentare in modo fin troppo carino i miei racconti. Bando alle ciance però, adesso vi lascio al fin troppo agognato capitolo.
POV'S ALICE
Depressa, ecco come mi sento. Non mi era mai capitato di vedere il lato negativo di qualcosa, in nessuna situazione, figurarsi vedere la vita tutta in nero, ma ultimamente per me è così. Non riesco a stare dietro ad Aurora e Matteo, non ce la faccio e Claudio che prova a farmi ammettere il mio fallimento come madre mi infastidisce molto più di quanto dovrebbe. Io lo so che lui vuole solamente che gli parli, che scarichi su di lui tutto il peso del mio nervosismo, ma non sono pronta, non è questo il momento e forse proprio per questo non ho mosso un ciglio quando ha deciso di stare tre giorni fuori casa per un congresso. È terribile anche solo da pensare ma è come se con la sua partenza mi fossi tolta un macigno dallo stomaco. Dopo giorni esasperanti sono tornata a respirare e soprattutto sono regredita di almeno dieci abbandonandomi alla cure delle mia adorata nonnina che, conscia del mio non proprio ottimo stato d'animo, ha deciso di stare in casa con me sino al ritorno di Claudio, ritorno che spero tanto tardi il più possibile.
Sono nella vasca da bagno da due ore come minimo e se non fosse che la troppa serenità che regna in casa da molto più tempo del previsto mi allarma, non uscirei mai, ma ho il timore che la nonna abbia realmente sedato i bambini; sono fin troppo tranquilli.
Non appena esco dal bagno però non trovo la mia adorata nonnina ad aspettarmi con la cioccolata calda pronta per me, ma Claudio che sonnecchia sulla penisola. In tutti questi anni che stiamo insieme non mi era mai capitato di trovarlo anche solo con gli occhi chiusi abbarbicato su uno scomodo sgabello, figurarsi appisolato. Questa visione dovrebbe intendermi, ma non so perché provoca l'effetto opposto in me.
"Che ci fai qui?" gli domando con un tono di voce molto alto e parecchio irritato che in un attimo gli fa perdere il sonno e lo allerta.
"Ei" mi dice cercando di lasciarmi una carezza sulla guancia, carezza che scanso prontamente. Lui sospira rumorosamente prima di ricomporsi e cercare di mostrarsi paziente, ma io so che gli sta costando molto tutto questo autocontrollo, ma per contro io non riesco a non essere irritata con lui, nonostante non ne abbia il benché minimo motivo perché lo so che sono io quella che ultimamente lo attacca costantemente.
"Mi mancavano i bambini..." dice prima stiracchiandosi le braccia, quasi fosse imbarazzato a stare immobile di fronte a me "...e mi mancavi tu" aggiunge in un sussurro. Un tempo per un'affermazione del genere gli sarei saltata addosso, in modo affettuoso si intende, ma oggi no, non ci riesco.
"La nonna dov'è?" domando ignorando totalmente le sue parole.
"L'ho riaccompagnata a casa sua con i bambini" mi dice fissandomi negli occhi, forse sta cercando di carpire il mio stato d'animo, ma se è difficile per me comprendere me stessa, figurarsi se potrebbe mai riuscirci lui.
"E perché mai?" gli domando svincolando al suo sguardo con la scusa di dovermi preparare un tisana. Magari riesce nella titanica impresa di rilassarmi.
"Così stiamo un pò insieme tu ed io, da soli" mi confessa quasi avesse timore della mia reazione, per contro io mi verso l'acqua bollente nella tazza non degnandolo ancora di uno sguardo e tantomeno di una parola ed è proprio questo mio stato catartico e questo mio silenzio a spingerlo a continuare a parlare.
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UN CUORE PREZIOSISSIMO [IN REVISIONE]
FanfictionCosa è successo dopo quel 18 maggio? Com'è continuata la vita di Alice, Claudio e di tutti gli altri? Proviamo ad immaginare...