CAPITOLO 15

2.2K 71 14
                                    

POV'S ALICE

"Non ci credo. Ha la febbre" dico arrivando in cucina con Matteo in braccio. Dopo una notte insonne stamattina si è svegliato bollente come un termosifone.

"Fammi sentire" dice Claudio avvicinandosi "e si, è febbre e anche piuttosto alta direi" comunica a gran voce cercando nel frattempo di distrarre Matteo dal fastidio che prova.

"Amore, non piangere. Ti prego" lo supplico. Sono quel tipo di madre che soffre quando il proprio figlio sta male? Si, lo sono e in questo momento mi sento maledettamente impotente.

"Non lo lascio con nonna. Se la febbre sale troppo lei potrebbe spaventarsi" dico passeggiando in tondo per la cucina, cercando, vanamente peraltro, di alleviare i fastidi che prova in questo momento il mio bambino.

"Senti Alice, che ne pensi se per oggi rimango io con lui?" propone all'improvviso Claudio. Non ci credo, lui che rinuncia a una giornata di intenso lavoro per rimanere a casa con un neonato febbricitante.

"Ma sei serio?" domando incredula. Non può dire seriamente.

"Sono serio. Fra i due quella che ha il timore di essere licenziata sei tu e poi ieri mi sono portato avanti ed oggi devo solamente finire di correggere qualche relazione e posso benissimo farlo da casa" dice con tono sicuro "inoltre non mi fido a lasciarti da sola con questo cucciolo di uomo con la febbre" aggiunge successivamente in modo scherzoso; forse per uscire dalla stato d'imbarazzo in cui era piombato dopo aver fatto la proposta.

Io non me lo faccio ripetere due volte perché, se è vero che sono una mamma apprensiva, è altrettanto vero che di Claudio mi fido ciecamente e poi ho proprio voglia di lavorare un pò. Ultimamente, ammetto, di essermi molto più dedicata alla mia vita privata piuttosto che a quella professionale e sapere che Claudio mi sostiene nel processo di crescita della mia carriera mi riempie di orgoglio e soprattutto contribuisce ad aumentare, per quanto sia possibile, l'amore che provo nei suoi confronti. Non è da sottovalutare, nemmeno, il fatto che fra qualche mese dovrò nuovamente fermare l'ascesa nel mondo della medicina legale per fare un lavoro che mi soddisfa tanto quanto, se non di più.











È l'ora di pranzo quando Giulia si avvicina alla mia scrivania per chiedermi di Claudio; a quanto pare giorni fa lei gli ha consegnato la bozza della tesi, ma lui non le ha ancora dato notizie.

"Mi dispiace ma oggi Claudio non viene, comunque non ti preoccupare" le dico "Claudio non è uno che dimentica semplicemente, precisino com'è, ti starà allegando citazioni su citazioni da tomi di medicina quasi introvabili. A me ha fatto ristampare la tesi 4 ore prima di discuterla solamente perché si era accorto di un mio errore di battitura a pagina 79" aggiungo cercando di tranquillizzarla, ma a quanto apre la tecnica non funzione perché lei alla fine mi sembra persino più in ansia di prima.
"Oddio. Davvero?" mi chiede mentre i suoi occhi supplicano che io stia scherzando.

"Davvero Giulia, ma non preoccuparti. Questo suo essere maniacale non necessariamente è un male, anzi per me è stato un bene" aggiungo con un sorriso sulla labbra prima di congedarmi per il pranzo.

"Ah, Giulia" la richiamo subito dopo essermi tolta il camice "ricordati di stampare su carta pergamena, Conforti ci tiene" è l'ultima cosa che le dico ricordando quante volte Claudio mi ha tormentato sull'importanza del tipo di carta utilizzata per la tesi, perché l'aspetto gioca la sua parte e una carta elegante è decisamente un punto a favore".











"Sono a casa!" dico non appena varco la porta di casa. Nessuno risponde segno che, molto probabilmente, i miei due uomini preferiti sono nel mondo dei sogni. Mi incammino così verso la camera da letto, ma appena supero lo studio sento un bisbigliare fitto fitto provenire da dentro. Apro appena la porta e la scena che mi si para davanti ha dell'assurdo ma è, senza ombra di dubbio, la più tenera a cui potessi mai assistere.

UN CUORE PREZIOSISSIMO [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora