CAPITOLO 11

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POV'S ALICE

"Buongiorno Visone!" esordisco non appena arrivo in questura "Silvia è nel suo ufficio?" chiedo poi senza dargli il tempo di rispondere. Lui è spiazzato dal mio comportamento, di solito sono abbastanza cordiale con lui, ma oggi ho un unico scopo: conferire con la mia migliore amica.

"Si dottoressa. Se mi da un minuto l'annuncio" mi dice subito con quel suo tono affabile e io mi sento già in colpa per la risposta che sto per dargli.

"Non si preoccupi, sono sicura che anche senza annuncio Silvia sarà ben lieta di parlare con me" e subito mi fiondo verso l'ufficio del VQA Silvia Barni.





"Ma Visone, non si bussa più?" chiede Silvia non appeno entro nel suo ufficio, gli occhi ancora puntata sui documenti che sta esaminando.

"Non credevo che fosse necessario bussare per poter conferire con la mia migliore amica" le dico e lei, sorpresa di sentire la mia voce, alza lo sguardo e mi scruta cercando di capire il motivo della mia irruzione.

"Bussare è buona educazione Alice. Ti perdono solo perché hai le braccia impegnate con quella meraviglia" dice indicando Matteo che sta comodamente in braccio a me a godersi il panorama dall'alto, per quanto in alto io sia.

"Anche avessi avuto le mani libere non le avrei usate, non te lo meriti" è la mia piccata risposta alla quale lei reagisce con uno sguardo stranito.

"Ci siamo svegliate agitate stamattina" dice, ma quando mi guarda negli occhi, lei che dopo tutti questi anni di amicizia sa leggermi dentro come pochissimi, mi chiede "Alice che succede? Perché sei arrabbiata con me?" e solo adesso razionalizzo che si, provo rabbia verso nei suoi confronti. Non esiste nessun motivo valido per cui sia giustificato quanto lei e i suoi compari mi abbiano fatto stare male nelle scorse settimane; negli ultimi giorni soprattutto.

"Perché non mi hai detto che Claudio stava da te? Io avevo iniziato a immaginare i peggiori scenari. Mi ero già convinta che da qui a poco avrei divorziato".

"Tu sei tragica Alice! Ti avevo detto di valutare bene la situazione" mi dice cercando un modo per giustificare quell'omissione.

"Non divagare!" la rimprovero io non appeno capto il suo tentativo di distogliere l'attenzione dal nocciolo del problema.

"D'accordo, allora parliamone. Come l'hai scoperto? Perché dubito te l'abbia detto Conforti" mi domanda poi.

"Ha davvero importanza?!" chiedo retorica sperando non insista. Non sono disposta ad ammettere di aver letto i messaggi di Claudio pur di riuscire a capire cosa stesse succedendo.

"Tu gli hai controllato il cellulare!" e non è una domanda. È un'affermazione. Lei lo sa; inutile negare.

"Non proprio il cellulare, però ho visto la fitta corrispondenza fra lui e il secondo contatto del tuo uomo" dico cercando di non addentrarmi nei dettagli.

"E tu come fai a sapere del secondo numero di Sergio? Non dire nulla; Lo so. Te l'ha dato così che tu possa indagare senza il rischio che Claudio o io possiamo venirne a conoscenza. Furbo da parte vostra" afferma sicura. Mi conosce bene, forse fin troppo, e conosce bene anche Sergio "comunque credo che il mio nipotino abbia fame, vuoi cibarlo oppure rimani qui ad occupare impropriamente l'ufficio del vicequestore?!" domanda poi puntando lo sguardo su Matteo che ha iniziato a mordicchiare, con un pò troppa foga, il ciuccio. La mia risposta è un pacco di Plasmon tirati fuori dal borsone; non sono venuta qui impreparata.

UN CUORE PREZIOSISSIMO [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora