POV'S ALICE
Esattamente ventitré giorni fa abbiamo messo un punto alla questione messaggi minatori, o almeno questo è ciò che Claudio e Silvia vogliono farmi credere. Una lunga e approfondita conoscenza di questi due esemplari di Homo sapiens sapiens, però, mi ha permesso di captare i loro timori; timori che non posso che condividere anch'io.
È stato tutto fin troppo facile: lui tanto ingegnoso da utilizzare numeri delle persone meno sospettabili davvero si è fatto fregare dalla geolocalizzazione dell'iPhone?
Sarò anche prevenuta ma non ci credo molto. Soprattutto, poi, mi risulta difficile che una persona sana di mente qual'è il signor Giovanni Bonanno, questo è il nome del mio importunatore, possa arrivare a minacciarmi solo perché a suo parere ho infangato la memoria del fratello. Inoltre, Silvia non mi ha ancora detto cosa contenesse il messaggio a lei inviato e la cosa è molto sospetta.
Questi miei pensieri, però, li tengo per me prestando attenzione a non far intuire nulla né a Claudio e tantomeno a Silvia. Sono consapevole che se mi stanno nascondendo i loro timori è solamente per il mio bene ed io non voglio preoccuparli ulteriormente.
"Alice?" mi richiama Claudio.
Siamo in laboratorio e lo sto aiutando a preparare un'esercitazione per gli specializzandi. Gli ho promesso giorni fa che gli avrei dato una mano così da avere una scusa per stare un pò insieme. Purtroppo dalla sera in cui tutto si è momentaneamente risolto non abbiamo avuto modo di trascorrere del tempo insieme; in istituto lui sta seguendo la ricerca con la stangona bionda di Miami ed io, invece, devo assolutamente occuparmi di alcuni rilevamenti per la Manes. Purtroppo anche a casa la situazione è molto simile: è difficile ritagliarci del tempo insieme perché dobbiamo necessariamente alternarci gli straordinari così che uno dei due possa tornare a casa da Matteo ad un orario decente. Sembriamo quasi due estranei che condividono per puro caso le stesse mura.
"Si...?" gli rispondo con un tono che lascia pienamente trasparire tutta la mia stanchezza.
"Tutto bene?" mi chiede lui intuendo che c'è qualcosa che non va in me. Non posso nemmeno mentirgli, primo perché essenzialmente lui è Claudio ed io a Claudio le bugie non so proprio dirle e secondo perché, beh... ho proprio l'aspetto di un relitto; me ne rendo conto da sola ogni volta che lancio un'occhiata al mio riflesso sul computer spento.
"Mi manchi Claudio. Mi manchi tantissimo", do voce alla mia più grande angoscia del momento e devo fargli davvero tanta tenerezza perché mi si avvicina per lasciarmi una carezza sulla guancia e subito dopo depositare un bacio nell'esatto punto in cui pochi istanti prima poggiava il suo palmo. È il suo modo per dirmi che anche lui sta vivendo male questa situazione, ne sono certa.
Dopo anni di profonda conoscenza posso affermare, con estremo orgoglio, che so leggere alla perfezione ogni suo singolo gesto. Infondo è così che lui comunica il meglio di se.
È solo un periodo, una fase passeggera
È questo che ci diciamo con lo sguardo, ma sappiamo benissimo entrambi che forse sarà più lunga e dura del previsto.
Ad interrompere questo momento tutto nostro ci pensa la stangona bionda che ultimamente trascorre molto più tempo di me con mio marito.
Entra in laboratorio senza salutare e soprattutto ignorandomi completamente, quasi fossi invisibile.
"Scusa Claudio, non vorrei interromperti mentre fai il tuo lavoro, ma mi servirebbe un tuo chiarimento in merito ai documenti che mi hai fatto avere stamattina" sono le parole del suo esordio. Quanto la detesto, ma soprattutto detesto quell'odore di Chanel n.5 misto al fumo di sigaretta aromatizzata alla menta che emana; oggi poi non lo sopporto proprio. Preferisco stringermi nel mio camice e annusare l'odore di Napisan, almeno mi ricorda Matteo.
STAI LEGGENDO
UN CUORE PREZIOSISSIMO [IN REVISIONE]
FanfictionCosa è successo dopo quel 18 maggio? Com'è continuata la vita di Alice, Claudio e di tutti gli altri? Proviamo ad immaginare...