POV'S CLAUDIO
È dall'esatto momento in cui Alice mi ha informato dei messaggi ricevuti che vivo in uno stato di angoscia perenne. Ieri con la scusa di una meritata vacanza sono riuscito nell'intento di ritagliarci dei momenti per noi lontani da questa quotidianità ormai troppo opprimente. Purtroppo tornare alla normalità è d'obbligo ed oggi eccoci di nuovo qui, punto e capo.
A destarmi dai miei pensieri è l'insistente bussare alla porta del mio ufficio che cessa solo nel momento in cui concedo l'ingresso a chiunque abbia voglia di importunarmi.
"Claudio la dottoressa Allevi sai dov'è?"
Così irrompe la Wally nel mio ufficio. Incredibile come il rapporto lavorativo fra le due siamo mutato, potrei persino azzardare dicendo che la Wally provi affetto nei confronti di Alice. Certo un affetto molto particolare. In fondo è sempre della professoressa Valeria Boschi che si parla.
"Valeria, ciao. Alice è dovuta tornare a casa prima. Improrogabili impegni da mamma" dico cercando di mascherare la punta di fastidio che provo in questo momento.
Ogni volta che cerca Alice è per chiederle uno dei suoi proverbiali favori; l'ultima volta le aveva chiesto di salire una pila di documenti dal suo studio nel seminterrato sino al primo piano dove sta ubicato il suo vecchio ufficio, ora suo personale archivio.
Peccato però che Alice fosse già incinta e per quanto la cosa non fosse stata solennemente annunciata era ben evidente e non soltanto per le corse improvvise di Alice verso il bagno.
Se non fossi arrivato io quella sciagurata di mia moglie l'avrebbe anche accontentata.
"Ah, bene. Chiederò a qualcun altro allora. Buona giornata Claudio" dice già fuori dal mio studio, ma un senso di dovere morale, che devo ammettere prima di conoscere Alice non sapevo di possedere, prevale.
"Valeria. Aspetta! Posso darti una mano io?" chiedo. In tutta risposta lei mi sorride prima di lasciarmi sulla scrivania una vecchia perizia che a quanto pare mi tocca scannerizzare. Mannaggia ad Alice che mi ha influenzato con la sua smisurata gentilezza.
"Rispondere al cellulare lei mai..." sbotto a metà fra il seccato e l'arrabbiato quando all'ennesimo squillo Alice non risponde. Sono nell'atrio dell'istituto e gli specializzandi che si trovano per puro caso qui mi guardano straniti ma non dicono nulla, più per timore che per altro.
Sono le 18:00 e l'unica cosa che avrei voluto fare era andare a cena fuori con Alice e Matteo, ma se lei non risponde a telefono sarà pronta nel duemila mai.
Arrivo sotto casa venti minuti dopo. Forse con un pò di pressione riesco a far uscire da casa Alice ad un orario decente per la cena.
È con questo pensiero che mi avvio verso l'ascensore, ma una volta sul pianerottolo sento delle voci che riesco a riconoscere perfettamente provenire da dentro: Silvia e Alice sono in piena modalità confessione fra donne. Addio cena in famiglia.
Apro la porta, ormai completamente arreso all'idea che stasera dovrò dividere mia moglie con la sua migliore amica che probabilmente ci illustrerà i mille motivi per cui un figlio dopo i dodici mesi diventa ingestibile, ma la scena che mi si para davanti è molto diversa e soprattutto ben peggiore di quello che potessi mai immaginare.
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UN CUORE PREZIOSISSIMO [IN REVISIONE]
FanfictionCosa è successo dopo quel 18 maggio? Com'è continuata la vita di Alice, Claudio e di tutti gli altri? Proviamo ad immaginare...