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[T/n]'s pov

Il tardo imbrunire della sera segnato da fasce di dense nuvole, illuminate dal tenue arancione con qualche spruzzata di rosso, si faceva spazio tra le tende del mio salottino, raggiungendo, con i raggi solari i nostri volti, mentre, silenziosi ce ne stavamo seduti sul divano.

Con gli sguardi persi nel vuoto, rannicchiata, mi accovacciai al suo petto, apprezzando le carezze che lui dedicava alla mia schiena, percorrendo la spina dorsale in tutta la sua lunghezza.
Udivo, da sopra il cardigan della divisa scolastica, il battito frenetico del cuore, iniziando un valzer con le mie palpitazioni.

Finalmente dopo tanto, le mie crisi di pianto cessarono, tramutandosi nel tacito scorrere delle lacrime, che qualche volta, uscivano spontanee, bagnando i vestiti di Kuroo.
Alzai il volto per guardarlo dal basso, osservai i lineamenti del suo zigomo, percorrendo con lo sguardo tutta la linea di contorno, attimi prima che, anche lui, indirizzasse i suoi occhi a me, incatenando le nostre anime.

Mai avrei dimenticato i suoi tratti, le sue forme, la sua essenza.

Sospirai.

- Oggi ho visto mio padre. -

Uno sguardo preoccupato m'incitò a proseguire, accennando lievemente con il capo, in segno d'assenso, così, mi ritrovai a raccontare l'episodio vissuto, concentrandomi a fissare un oggetto lontano, posto sulla mensola attaccata al muro, vicino alla porta, distogliendo e spezzando le catene del legame che avevamo creato per magia, secondi prima.

Le parole sgorgavano come l'acqua che fuoriesce dal bicchiere troppo pieno, ad ogni pausa, lui mi stringeva sempre di più, facendo combaciare i nostri corpi, nascondendomi nella sua chiusura, inspirando il suo profumo fresco e pungente: tipico del post-allenamento, dove poi, in spogliatoio si rinfrescava insaponandosi col bagnoschiuma.

- Mi dispiace così tanto... - sussurrò sulla cima della mia testa, premendo le sua labbra sui capelli, accarezzandomi con una mano.

- Dovevo essere lì con te. -

- Ma tu non centri... sono cosa della mia famiglia... -

- No, potevo starti vicina, invece non ci sono stato.
Mi dispiace per questo. -

Cercai di ribattere ma non me lo permise.

- Scusa.
Certe volte sono pessimo.
Anche solo una carezza, un abbraccio o stringerti la mano... potevo fare tutte queste cose. -

- Non potevi saperlo... io ti ho evitato... - sussurrai, mordicchiandomi le unghie.

Sorrise piano alla mia affermazione.

- Dovevo insistere. -

- Così saresti sembrato uno stalker! -

Il petto vibrò a causa di guaito: la classica risata alla Kuroo.

- Ricordi? -

Alzai un sopracciglio, non capendo la sua domanda.

- Io sono il tuo stalker! - posò una mano al cuore e l'altra si aprì verso l'esterno.

Gli tirai uno schiaffo sullo stomaco facendolo piegare in due, gettandosi su di me, iniziando a solleticarmi i fianchi.

Risate, solo risate, rimbombarono tra le mura della casa, capitolando a terra, sul tappeto, mentre lui, continuava a tenermi ferma col suo corpo, torturandomi.

- B-ba-s-tah! Ok! Ok! -

- È bellissimo sentire la tua voce allegra.-

Il suo respiro s'imprimeva sulla mia pelle, accorciando le distanze tra i nostri nasi, fermandosi a pochi centimetri dalle mie labbra.

Jackpot life ~ Kuroo x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora