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[T/n]'s pov

Entro in casa, chiudo la porta d'ingresso alle mie spalle, mi levo scarpe.
Attraverso il corridoio per raggiungere la cucina.
Dolore. Sento lacerare la pianta del piede. Qualcosa di caldo cola dalla ferita. O meglio, da un taglio: un grosso pezzo di vetro si è fatto largo nella mia pelle e nella carne. Piccole schegge si insinuano tra le dita dei miei piedi e si nascondono, brillando alla luce, nelle minuscole fessure della mia pelle.

Davanti a me, le mattonelle sono coperte da una luccicante pasta vitrea.
Il mio corpo si blocca. Ho paura. L'affanno prende il possesso dei miei polmoni, regola il battito del mio cuore. Preme contro le ossa della cassa toracica, così forte da romperle, pronto ad evadere da quella prigionia.

Una figura accasciata a terra. Si contorce su se stessa. Come un bozzolo che si schiude: fa di tutto per rompere quella retina che lo separa dal mondo reale.
Piange.
Stringe i pugni.
Li sbatte ripetutamente, in successione. Da quanta forza usa diversi frammenti di vetro si conficcano nelle mani.

Si ferma. Respira affannosamente.

Lentamente alza la testa nella mia direzione, come se sentisse la presenza di un'altra persona nella stanza.

Occhi lucidi e rossi mi puntano: rabbiosi, frustrati, avviliti. Trapassano il mio corpo. Mi tremano le gambe, cerco un appoggio sulla stipite della porta.

- VATTENE!! - ringhia la figura, che ormai si stava ergendo in tutta la sua statura. Non curante dei tagli e del sangue che gli cola lungo le braccia e le ginocchia.

- PERCHÉ SEI QUI?! *singhiozza mettendosi le mani sul viso per coprirsi le palpebre* PERCHÉ TU?? TU MI HAI ROVINATO! TU! *con uno scatto punta l'indice nella mia direzione* TU CI HAI ROVINATI!! -

Un singolo balzo gli bastò, per scagliarsi adosso a me.
Poi, buio.

Un sorpiro mi fece uscire dalla stretta di Morfeo. Con lo sguardo puntato sul soffitto, la gola ardeva: secca come in pozzo. Regolarizzai il mio respiro e mi misi a sedere. Avevo bisogno di acqua. Mi alzai ed andai in cucina, bevvi e mi appoggiai la lavello con entrambe le mani. Fissavo il vuoto.

Perché proprio ora quel sogno? Perché proprio ora? La scena che ripercorrevo nella mia mente, era identica alla stessa che songavo mesi fa. L'ambientazione era la stessa, lo stesso valeva per lo svolgimento dell'azione.
Mi grattai la testa e mi spostai i capelli dalla faccia. Guardai l'orologio e segnava le 6:10 del mattino. Siccome avevo tutto quel tempo a disposizione, decisi di farmi una doccia e di preparare con calma il necessario per la scuola.


Il vapore acqueo, si sparse in tutto il bagno, mi coccolava, assieme all'asciugamano che usai per coprire le mie nudità. Con una pezzetta pulì lo specchio appannato e presi uno spavento.

" PER TUTTI GLI DEI!! CHI CACCHIO È QUELLA CHE MI GUARDA?! "

" Sei tu tesoro. Non ti riconosci? "

Mi avvicinai, per scrutarmi al meglio.

" CAZZO! Che occhi! Che pelle!! Non ci sono differenze tra me ed una lumaca in questo momento!! "

" Ecco. Su su! Non disperiamoci, MON CHÉRI. Adesso ti sistemi al meglio delle tue capacità e ti metti un po' di fondotinata. Che le borse di Louis Vuitton ti farebbero invidia. Ahhhg... Pensa se ti vedesse il bonazzo di ieri, conciata così... "

" Come? ... Quale bonazzo... "

" Ma cooosaaaa?? Il micetto arrapato della tua scuola!! Il fighissimo capitano della squadra di pallavolo! "

Jackpot life ~ Kuroo x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora