Capitolo 33

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La Push.

Apro gli occhi e sorprendo Dafne dormire sul mio petto, non so come sia riuscita a infilarsi sotto le coperte nella notte viste le dimensioni del letto singolo della mia adolescenza. Eppure, è riuscita a ritagliarsi un posto tutto suo. Mi stiracchio muovendomi il meno possibile per non rischiare di svegliarla, ma lei tutto quello che fa è voltarmi le spalle posizionandosi tra il mio fianco e il mio braccio, tenendosi aggrappata alla mia mano mentre il mio bicipite sembra essere diventato il suo nuovo cuscino. Si è messa comoda, sorrido sentendola sospirare continuando a dormire tranquilla. Rimarrò così per sempre, attaccato a lei.

Perdo cognizione del tempo e cado in un dormiveglia che si protrae fino a quando il bisogno di andare in bagno diventa insostenibile. Così libero il mio braccio intorpidito dalla presa di Dafne che si rannicchia infastidita avvertendo il mio calore allontanarsi. La copro subito con le coperte e le mie labbra si posano sulla sua tempia di riflesso.

<<Ti voglio bene Seth.>> Sospira nel sonno.

Non capisco se stia sognando o meno e, onestamente, non so nemmeno cosa io desideri di più delle due: se sapere che mi sogna o se un mio bacio la porti a sospirare e a ricordarmi il suo affetto per me.

In cucina trovo mamma con una tazza di caffè in mano che mi guarda sorridente.

<<Una tazza di caffè Seth?>>

<<Sì, grazie mamma.>> Lei me la porge e mi siedo su una sedia a lato della tavola sotto il suo sguardo curioso.

<<Dafne dorme ancora?>> Io mi limito ad annuire mentre continua ad osservarmi. Alzo lo sguardo accigliato.

<<Ho qualcosa in faccia?>>

<<Due occhi a cuoricino, fratellino.>> Leah mi colpisce alla nuca con uno schiaffo amorevole e si siede di fianco a me mentre mamma le mette davanti una tazza fumante. Io la guardo offeso.

<<Non è vero!>> Esclamo indignato, ma le due donne sghignazzano divertite da me.

<<Tesoro sono un po' da pesce lesso.>> Io mi acciglio.

<<Stare con Charlie ti fa male mamma.>> E stavolta Leah ride con me e mi batte il cinque, mia mamma sorride divertita.

<<Dove è Dafne?>> Chiede di punto in bianco Leah.

<<Dorme.>>

<<Ancora?!>> Esclama esterrefatta, fa per alzarsi ma io la blocco.

<<Lasciala dormire. Oggi torniamo a Denali e ieri abbiamo fatto tardi. Lascia che si riposi.>> Leah sbuffa, ma non replica.

<<Hai già preparato la valigia?>> Mi chiede mia mamma.

<<Sì mamma, è tutto pronto.>> Lei si limita ad annuire.

<<Sono contenta che tu abbia trovato Dafne. È in gamba e il suo cuore è puro, come lo è il tuo. Siete così simili ... Così attenti alla giustizia e ai bisogni degli altri. So che sei combattuto per noi. Lasciare la riserva per te deve essere dura, ma voglio che tu sappia che potrai tornare a trovarci quando vuoi.>>

<<Tornerò sempre a trovarvi. Sempre.>>

Non c'è stato bisogno di dire altro. Parole diverse da queste sarebbero state inutili e vuote. La consapevolezza che sopravvivrò a tutti i miei cari mi fa sentire una fitta al petto. Quasi come se mi stessi già preparando al lutto. Ingoio il groppo in gola che si è formato e mi costringo a frenare i miei pensieri. Abbiamo ancora tempo.

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