Capitolo 47

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Alaska.

La musica alta mi fa vibrare il sangue nelle vene.
La massa informe di gente si muove a tempo di musica. Mentre le ragazze ondeggiano esperte le loro curve ammaliatrici. I ragazzi saltano esaltati, pregando affinché la notte duri qualche momento in più.
Fiumi di alcol scorrono nei bicchieri grazie a barman giocolieri che si divertono a incantare gli assetati.

Tutti seguono il ritmo del DJ, il Re della serata che, circondato dalla sua attrezzatura e qualche ragazza in cerca di un po' di visibilità, manda in sequenza i successi degli ultimi anni. Ha un berretto nero in testa, che sistema compulsivamente ad ogni nuova strofa di una canzone, ammiccando parole a caso del testo ad una delle cubiste improvvisate della sua postazione.
Questa notte, non potrei essere più simile ad un ragazzo normale.
Bevo il mio drink appoggiato al bancone mentre mangio con gli occhi la mia ragazza, che si muove sensuale di fronte a me, per me.
Ogni volta che i nostri sguardi si incrociano, i suoi occhi si fanno languidi, quasi a voler sussurrare una promessa a luci rosse.
O forse, è il desiderio di lei che mi confonde e mi fa vedere cose che non ci sono.
Da quando ha saputo dell'imprinting, Dafne sta cercando di comprendere e accettare questo lato di me. Dentro di lei però, sembra nata una forma di insicurezza che la porta a chiudersi in sé stessa, e a chiudere le gambe.
E questo ... Mi sta bene. Anche se a me, sembra di impazzire.
La notte continuo a sognare quell'unica volta perfetta, e al mattino mi ritrovo con un'erezione che spinge su di lei. Una preghiera per Dafne di mettere fine alle mie sofferenze.

Dafne cattura la mia attenzione quando un ragazzo le si avvicina, le si avvicina troppo.
Perché le sussurra qualcosa all'orecchio? No, non mi piace.

Scatto in avanti e qualcuno mi riprende dalla maglia, come un cane che viene tenuto saldo dal padrone con un guinzaglio. Mi volto, in cerca del colpevole e vedo Jacob con uno sguardo di rimprovero, affiancato da Embry.

«Sta calmo, non partire subito in quarta.»

«La fai facile tu, sei single.» Sputo tra i denti, ma subito me ne pento. Embry è sempre stato un buon amico per me, e non merita questo trattamento. Così addolcisco lo sguardo e mi scuso per le mie parole. Lui si limita a sorridere e a darmi una pacca sulla spalla.

Torno a guardare Dafne che fa per allontanarsi dal bellimbusto che gli ronza attorno, ma lui la prende per un polso e la strattona. No, non ha proprio capito nulla.

Scatto in avanti e stavolta i miei fratelli mi affiancano per sostenermi. Le ragazze non si toccano.

«Lasciala stare, non è aria.» Ringhio con voce velenosa.

Il fenomeno si gira con aria pomposa, quasi si sentisse il padrone del locale e di tutto ciò che contiene.

«Senti, bello, c'ero prima io. Se quando avrò finito vuoi provarci anche tu fai pure.» Sofferma pochi secondi uno sguardo viscido sulla mia Dafne e poi riprende a parlare. «Ma, fossi in te, non ci spererei troppo. Quando una ragazza finisce con me è completamente appagata.» Conclude ghignando nella mia direzione.

Io mi sento senza controllo, comincio a ringhiare e a tremare, l'animale che c'è in me sta prendendo il sopravvento. I miei fratelli provano a farmi ritrovare un po' di razionalità, di far riemergere il mio lato umano.

Proprio quando sono sul punto di trasformarmi, vengo bloccato dalla risata cristallina di Dafne. Tutti ci voltiamo verso di lei, che ride spontaneamente, come se avesse appena ascoltato la barzelletta più divertente della storia.

Io guardo Jacob e Embry in cerca di spiegazioni, ma anche loro la guardano come se fosse una pazza in preda al delirio.

Si calma un pochino e mi sorride comprensiva, mi si avvicina e mi circonda la vita con il suo braccio esile. Il contatto ha subito un effetto anestetico su di me, ed il lupo si placa soddisfatto.

Sunrise: l'alba di un nuovo inizio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora