Capitolo 42

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Nota: Ricordatevi di lasciare un vostro parere nella sezione/capitolo Supernova! Grazie e buona lettura!

La Push.

«Congratulazioni, fratello.» Jared si complimenta con papà Paul, che non riesce a smettere di sorridere. 

Il suo petto è così gonfio d'orgoglio che sembra possa esplodere da un momento all'altro. Parla con noi, ora completamente tranquillo, della dura esperienza che è stato il parto, ma con la coda dell'occhio non perde di vista i suoi tesori più preziosi. 

Mi volto per vedere Rachel che parla amabilmente con Dafne, Didyme e Renesmee. Tutte sorridono incantate dalla creatura nelle braccia della ragazza, Nessie gli accarezza la guancia e lui di riflesso sbadiglia chiudendo i suoi occhietti. 

Sembra provato dalla giornata di oggi. Si gira tra le braccia della madre per potersi appoggiare al suo seno morbido, cuscino perfetto per il sonnellino che assicura a sé con le sue manine. Le ragazze sono conquistate dalla tenerezza dei suoi gesti. 

Intorno a me, mi accorgo di non essere l'unico ad osservare in disparte la scena. 

Embry, completamente estraniato dalla conversazione del branco, fissa insistentemente le ragazze, poco distanti da noi. 

Il suo atteggiamento mi incuriosisce, così mi avvicino di poco a lui che, troppo assorto nei suoi pensieri, non mi nota nemmeno. 

Il suo corpo è teso e rigido. Le sue braccia sono bloccate lungo i suoi fianchi, le sue mani sono strette in pugni duri. La mascella è contratta e strizza gli occhi di tanto in tanto, quasi a voler indirizzare tutta la sua concentrazione su qualcosa, o qualcuno. 

Lo vedo fermo e deciso a raggiungere chissà quale scopo, mentre il suo sguardo non abbandona mai le ibride. 

Io, completamente incapace di capire cosa stia architettando, rimbalzo lo sguardo da Embry alle ragazze, come se questo potesse aiutarmi a comprendere meglio la situazione. 

Ad un tratto, vedo Didyme voltarsi verso di noi. Embry fa un respiro profondo e assume uno sguardo molto deciso, determinato. Lo vedo percorrere tutta la figura della mia amica che guarda mio fratello interdetta e imbarazzata dal suo comportamento. 

Lo vedo che non comprende il motivo dell'invadenza del ragazzo. Il disagio di Didyme si fa sempre più palpabile, tanto che Dafne le circonda le spalle con un braccio e le chiede se va tutto bene. 

Sulle prime non risponde e torna a guardare Embry, ma poi decide di annuire. 

Da parte sua, il mio amico comprende di essere stato maleducato, direi quasi inquietante. Infatti, sbuffa deluso dal suo comportamento. Lo vedo che si agita e comincia a muovere i piedi avanti e indietro, senza una logica precisa. 

Sono preoccupato per lui e per la sua inquietudine, così faccio per avvicinarmi a lui, per rassicurarlo.

Prima che possa dire niente, o anche solo abbracciarlo per consolarlo, lui si allontana a passo spedito.

«Che cosa ho che non va?!» Chiede a sé stesso  procedendo verso la via di casa.

La sua figura si fa sempre più piccola e più cupa, mentre si allontana da noi, la sua famiglia. 

«Ciao Seth.» Un'odiosa voce stridula distrae i miei pensieri.

«Susy.» Mi limito a dire per educazione.

«Mi sei mancato.» Sorride maliziosa mentre cerca di toccare il mio petto con le sue mani lunghe.

«Susy, devi piantarla.» La rimprovero, ben consapevole che voglia solo fare un dispetto a Dafne.

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