Capitolo 20

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Alaska.

La voce di Calipso sovrasta qualsiasi rumore intorno a me. Ciò nonostante, non mi curo delle sue dure parole: ha pienamente ragione. 

Il disagio di Dafne era palpabile da tutti i presenti. I suoi occhi gridavano aiuto, ma ancora una volta nessuno a voluto tendere una mano verso di lei. Inconsapevoli, o forse un po' disinteressati, dei suoi sentimenti hanno fatto pressione su questa straordinaria ragazza per conoscere meglio il suo talento e lei ha avvertito nuovamente degli artigli affondare sulla sua libertà di scelta.

È fuggita. Lo avrei fatto anche io.

Si allontana velocemente dalla casa ed io, quasi guidato da un campo di forza, la seguo. Più passa il tempo, più prendo coscienza di come questa ragazza sia il mio Nord, il mio punto di riferimento.

Si ferma al limitare di un bosco e piano piano mi avvicino a lei. Vederla con la testa china e le spalle ricurve mi dà un senso di impotenza che non posso sopportare. 

Lei dovrebbe sorridere e guardare in alto, sempre. Invece, sento un singhiozzo strozzato e io irrigidisco la mascella involontariamente. Continuo ad avvicinarmi, ma metto un piede su un ramo secco che si spezza. Dafne sobbalza voltandosi di scatto. I suoi occhi arrossati mi investono in pieno.

<<Dafne - >> Mi interrompe subito.

<<Seth non è niente, rientra. Io ti seguo tra un momento.>> Si asciuga delle lacrime sfuggite al suo controllo imbarazzata.

<<Non ti lascio sola.>> Affermo con sicurezza. 

Lei mi guarda come si guarda la luce in fondo ad un tunnel. Abbagliata e piena di speranza. All'improvviso sembra però rendersi conto della mia vicinanza e subito innalza un muro.

<<Sono sola da tutta la vita,>> Dice con amarezza <<le mie sorelle sono tutto ciò che ho.>>

La sicurezza con cui dice poche semplici parole mi feriscono, so che non posso fargliene una colpa. Mi conosce da troppo poco tempo e la vita è stata troppo dura con lei. Non si fida facilmente degli estranei, ma se solo cogliesse un infinitesimo di ciò che sento, allora non si sentirebbe più così sola.

Faccio un passo verso di lei, ma mi fermo quando vedo che ne fa uno indietro per mantenersi a distanza da me.

<<Perché mi tieni a distanza?>>

<<Perché vuoi avvicinarti?>> Perché lontano da te niente ha più senso.

<<Pensi che io voglia farti del male?>> La fisso negli occhi e la mia voce tradisce un po' di agitazione, non voglio che abbia paura di me.

Non risponde, mi fissa e i suoi lineamenti si fanno sempre più rilassati. Quasi come se riuscisse a leggere sul mio volto chissà quale messaggio. Dopo qualche istante, fa un passo verso di me. Io esulto nella mia mente come un bambino.

<<Non voglio parlare di ciò che sono in grado di fare.>> Mormora calando leggermente lo sguardo.

<<Non mi interessa.>> Lei alza gli occhi su di me sbarrati e capisco che ha frainteso le mie parole.

<<Non mi interessa cosa sei in grado di fare. Il talento è tuo e di nessun altro.>> 

Le sue labbra piene si aprono in un sorriso luminoso che incendia anche i suoi occhi, il mio cuore perde un battito come un adolescente innamorato.

Non interromperei la connessione dei nostri sguardi per niente al mondo e faccio un passo verso di lei. Allungo un braccio e prendo una sua mano nella mia intrecciando le nostre dita.

Mi metto di fianco a lei e, sorridendole per incoraggiarla, la conduco di nuovo dentro casa. Lei mi segue senza distogliere lo sguardo da me.

Come varchiamo la soglia, un religioso silenzio ci investe. Dafne mi guarda e poi si rivolge a tutti i presenti:

<<I Volturi hanno sempre sospettato che il mio talento non si limitasse ad uno scudo mentale.>> inizia a raccontare <<Il giorno della mia nascita, il dolore per il distacco da mia madre ha scatenato il mio dono travolgendo chiunque fosse in quella stanza.>> cerca di dare una spiegazione, ma ancora non scende nei particolare. Non si fida ancora completamente. 

<<Da allora cerco di convincere i Volturi che non sono niente di ciò che immaginano.>>

<<Immaginano bene in realtà?>> Chiede Tanya.

<No, io non sono un'arma.>> dice sicura e io non posso che guardarla con orgoglio.

<<Dafne ti chiedo scusa per la nostra invadenza, non volevamo forzarti.>> Dice Carlisle.

<<Sono io che chiedo scusa a voi. So di aver reagito in modo eccessivo, ma le pressioni che mi facevano i Volturi sono ancora troppo fresche. Ho bisogno di tempo.>> Dice abbassando lo sguardo. 

<<Ciò nonostante, non giustifica il mio tono aggressivo. Ci avete aiutate e protette. Siamo in debito con voi.>>

<<Non abbiamo fatto niente.>> Interviene Edward <<Avete fatto tutto da sole.>> avverto una nota d'orgoglio nel suo tono. 

Beh, non può che essere così, insomma ... è perfetta! Vedo Edward alzare gli occhi al cielo.

<<Voglio chiederti scusa anche io personalmente Dafne.>> Interviene Eleazar <<Sono stato indelicato, ma voglio assicurarti che la mia era mera curiosità. Ogni talento abbraccia un lato della personalità del vampiro a cui appartiene. Ed è per questo che credo che si dovrebbe essere liberi di svilupparlo e sfogarlo senza freni. Capisco come ti senti ... Ti sorprenderà sapere che un tempo facevo parte della Guardia.>> 

Le ragazze scattano e si uniscono tutte in un angolo.

<<Ho abbandonato Volterra molto tempo fa, ma ancora ricordo la sensazione che dà essere strumentalizzati da Aro Volturi.>>

<<La perdita del tuo talento deve essere costato caro ad Aro.>> Osserva Dafne, Eleazar si limita ad annuire.

<<Mi sorprende che ti abbia lasciato vivere.>> Osserva Calipso.

<<Non ha avuto scelta.>> La contraddice Dafne <<Non è vero?!>> chiede conferma.

<<Nessuno viene trattenuto con la forza.>> Afferma Eleazar, ma Calipso obbietta subito:

<<A parte noi, ovviamente.>> e questa consapevolezza sembra investire tutte le ragazze in pieno.

---fine---

Commento dell'autrice:

Ehi G&Gs 🌹!!

Chiedo scusa per l'assenza, ma ho avuto qualche problema ... Spero che stiate ancora seguendo la storia!! Questo è un nuovo capitolo, spero vi piaccia!!!

Nel prossimo capitolo ci sarà una svolta, aggiornerò presto!! Promesso !!

Lasciate un commento e una stellina⭐!!

Grazieee

Parolealvento26

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