Capitolo 11

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Volterra.

<<Rea forza sotto le coperte.>> Sorrido teneramente a Rea che entra nel letto e sbadiglia strofinandosi i suoi bellissimi occhietti.

<<Mi è piaciuta.>> Confessa.

<<Chi?>>

<<La vampira bionda, lei è buona ... Sono tutti buoni.>> 

Ripenso ai volti dei nostri ospiti e comprendo subito il motivo dell'interesse di Rea. Quella ragazza le ricorda sua madre che è ovviamente morta di parto. Mi ricordo di lei, io ero già grande quando Caius la portò dentro la tenuta. Era molto emotiva ed empatica. Capiva sempre se qualcosa mi preoccupava o se ero impaurita da qualcosa, o da qualcuno. Con me e Calipso è stata molto gentile, quasi materna. Pochi attimi preziosi per due bambine di fatto orfane. La gravidanza, purtroppo, ha fatto il suo corso molto velocemente e quella donna innocente ci ha fatto dono della nostra sorellina, pagando però il prezzo più alto. 

Rea interrompe i miei pensieri.

<<Noi invece non siamo buoni.>> Ammette con tristezza.

<<Tu sei la creatura più buona che ci sia in tutto questo strano mondo.>> Le dico prendendole il visino nelle mie mani e accarezzandole le sue gote paffute <<E questo è un dato di fatto>>.

Le bacio la fronte e spengo la luce sul comodino. Prima di chiudere la porta Rea mi rivolge un'ultima domanda.

<<Secondo te la rivedrò ancora?>>

<<Forse ... Ora dormi, ti voglio bene.>> Socchiudo la porta vedendo finalmente le sue palpebre calare.

Calipso è rientrata nella sua stanza da sola perché "ormai sono grande e mi metto a letto da sola". Ciò nonostante, passo sempre da lei per controllare che stia bene. La osservo per qualche minuto più che altro per rassicurare me stessa che i miei tesori più preziosi dormano sereni e al sicuro.

Torno in camera per spogliarmi e togliermi quel dannato pendente dal collo, che mi dà la sensazione di avere un collare con guinzaglio. Odio indossarlo, mi ricorda un po' troppo prepotentemente che non sono libera e questa realtà è sempre più soffocante. Specialmente da quando Aro ha palesato le sue intenzioni da scienziato psicopatico. 

Vorrei che avesse un centesimo della moralità di questo Carlisle. Non lo conosco per niente, ma con poche parole mi ha conquistata. Tra poco Aro verrà da me, e io di farmi trovare in stanza non ne ho proprio voglia .Ho ascoltato i suoi assurdi discorsi a sufficienza per stasera. Esco, e l'aria mi riempie i polmoni.

Il cortile interno è avvolto dal gelo che si scontra con il mio corpo caldo, mentre il mio fiato esce dalla mia bocca esibendosi in virtuosismi insieme al vento. Lo osservo allontanarsi sempre di più verso le stelle e una lacrima scende solitaria sulla mia guancia. Agognare la libertà è una sensazione straziante che demolisce cuore e mente.

<<Ciao,>> Mi volto di scatto <<sei Dafne vero?>> mi chiede Renesmee. 

Io mi limito ad annuire mentre lei si avvicina a me. Due vampiri la controllano mantenendo la distanza dietro di lei. Mi lanciano sguardi sospettosi, ma non gliene faccio una colpa. Sono la figlia di Caius Volturi.

<<Tu invece sei Renesmee.>> Le tendo la mano e lei la stringe.

<<Come mai sei qui fuori da sola?>>

<<Avevo voglia di fare una passeggiata,>> Fisso i miei piedi, <<di prendere aria.>> lei mi affianca e si siede accanto a me.

Sunrise: l'alba di un nuovo inizio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora